La
cordata di Goldman Sachs per l’acciaieria più importante in Europa, l’ex Ilva di
Taranto, si collega a operazioni più ampie giocate sullo scacchiere
internazionale.
L’Ex-Ilva
di Taranto si sta spegnendo[1].
Rilevata dal gigante Arcelor Mittal dell’indiano Lakshmi Mittal, con la
promessa di bonificare e mettere in sicurezza l’impianto, è oggi sotto
l’ennesima inchiesta su “fatti e comportamenti inerenti al rapporto
contrattuale con ArcelorMittal, lesivi dell’economia nazionale“[2].
Secondo i ricorrenti si mette in evidenza che il sito industriale di Taranto è
considerato strategico per legge per l’economia nazionale. Fermare gli
impianti, come si sta facendo in contraddizione rispetto agli accordi che hanno
preceduto la rilevazione del complesso industriale precedentemente gestito
dalla famiglia Riva tra dissesti, salvataggi e denunce penali, comporterebbe la
violazione dell’Art.499 del codice penale riguardante la “Distruzione di
materie prime o di prodotti agricoli o industriali ovvero di mezzi di
produzione”.
“Chiunque, distruggendo materie prime o prodotti agricoli o industriali, ovvero mezzi di produzione – recita l’articolo - cagiona un grave nocumento alla produzione nazionale o fa venir meno in misura notevole merci di comune o largo consumo, è punito con la reclusione da tre a dodici anni e con la multa non inferiore a duemilasessantacinque euro“.
Noccioline
per chi gioca con cifre importanti. Dietro al successo del magnate indiano,
presente nel consiglio di amministrazione di Goldman Sachs, troviamo Goldman
Sachs, appunto, nelle vesti di advisor finanziario. E’ grazie a GS se Mittal
Steel è riuscita ad acquisire Arcelor nel 2006 per 26,9 miliardi di euro.
Arcelor era frutto dello sforzo realizzato nel 2001 da tre entità siderurgiche
europee: Arbed (Lussemburgo), Aceralia (Spagna), Usinor (Francia). GS è
riuscita a sbaragliare la concorrenza di Mittal, il russo Alexey Mordashov,
disposto a prendere una partecipazione significativa nella società. Ma Goldman
Sachs è riuscita a convincere il 20% degli azionisti di Arcelor a vanificare
l’investimento di Mordashov fino a favorire l’acquisizione definitiva da parte
di Mittal, e ponendo le basi per la creazione della più grande industria
siderurgica esistente al mondo, Arcelor Mittal, appunto[3] che
possiede e gestisce impianti di produzione ed estrazione dell’acciaio in
Europa, Nord e SudAmerica, Asia e Africa. Produce prodotti finiti piatti e
semilavorati, dalle lastre, alle bobine, ai fogli laminati ecc.[4].
Nel
2018 Mittal è riuscito ad acquisire anche Ilva tergiversando[5]
sulla richiesta di bonificare il sito ed avviare un ammodernamento degli
altiforni allo scopo di salvaguardare la salute della cittadinanza dietro
pressioni sindacali e governative. Ma a pochi mesi dall’acquisizione, i parchi
minerari coperti, nel frattempo, da una struttura che doveva servire a limitare
la dispersione delle polveri in atmosfera durante i giorni maggiormente
ventilati, sono vuoti. La denuncia ha rilevato che entro il 13 dicembre era
previsto lo spegnimento dell’Altoforno 2, a fine dicembre dell’Altoforno 4 e a
metà gennaio dell’Altoforno 1, con la definitiva fermata delle due acciaierie.
A seguire, poi, agglomerato, cokerie e centrale termoelettrica[6].
Lo
sforzo di acquisizione di una delle acciaierie più importanti in Europa (ad un prezzo stracciato), gli
estenuanti accordi con governo e cittadinanza, il successo finale della cordata
di Goldman Sachs, suggerirebbero il perseguimento di una logica che vorrebbe
maggiori guadagni da maggior produzione e che mal si concilia con quanto,
invece, sta accadendo: taglio netto dei lavoratori e rapida chiusura
dell’impianto. Dagli 800 mila container portuali la produzione è crollata ai
6mila[7]
mentre i parchi minerari sono praticamente vuoti da mesi[8].
Un
comportamento senza senso se non fosse che le banche too big to fail hanno
trovato il modo per ottenere rendite esclusivamente dalla speculazione
finanziaria. In un sistema finanzcapitalista, di fatto, è possibile ottenere
altissimi profitti non dal commercio e scambio di materie prime e loro derivati
ma da un sostanziale restringimento delle attività produttive.
Il
mercato delle materie prime è una autentica macchina da soldi in un contesto di
‘finanza creativa’. Una denuncia di Coca Cola ha rivelato alcune di queste
logiche: in seguito alla crisi economica del 2008, Goldman Sachs ha comprato i
magazzini della Metro International Trade Services per un valore di 540 milioni
di dollari. La Metro possiede più di 100 magazzini in 13 diversi punti in tutto
il mondo per la consegna delle merci. Qui sono stati stoccati più di un milione
di tonnellate di alluminio industriale: ¼ della produzione mondiale. Solo lo
stoccaggio, genera milioni di dollari di profitti. Ma Goldman Sachs è anche nel
commercio dei metalli e decide i tempi e la quantità di metalli che devono
essere introdotti nel mercato. La disponibilità di materia prima al contagocce
determina di proposito una carenza di prodotto sul mercato provocandone un
aumento del valore: si stima che nel 2010 il costo del metallo sia aumentato
dai 20 ai 40 dollari in più a tonnellata arrivando ad un costo di 2.800$/T
mentre delle 364.175 tonnellate di alluminio stoccato, solo 171.350T sono state
distribuite sul mercato. I tempi di consegna ai clienti hanno superato di molto
l’anno con il conseguente aumento dei prezzi al consumatore.
A
scanso di equivoci non si intende, qui, difendere l'ulteriore esistenza
dell'acciaieria che a Taranto sta creando danni economici e sanitari intollerabili
quanto evidenziare alcuni aspetti della vicenda legati alla sfera finanziaria e
che confliggono con gli interessi dello Stato[9]
al punto che si è giunti al prevedibile ‘coinvestimento pubblico’[10] cioè ad un intervento dello Stato (noi con le nostre tasse) per far quello che dovrebbe fare la stessa Arcelor Mittal: preservare i posti di lavoro che invece si stanno inesorabilmente dimezzando.
La
recente evoluzione in merito alle vicende dell’acciaieria ex-Ilva a Taranto,
pongono interrogativi riguardo la direzione intrapresa dai mercati o, per
rispondere all’invito del sociologo ed economista Luciano Gallino, dal sistema
capitalistico ultrafinanziario dove si evidenziano i segnali di un ‘salto
quantico’ sulla relazione esistente tra guadagni e quantità di materie prime
disponibili e nell’arte della creazione di bolle.
“Una
bolla può portare a un incremento della ricchezza (per un periodo prolungato),
ma con possibili effetti negativi sul capitale produttivo ‘reale’. In effetti è
facile per le economie capitaliste creare queste bolle (…) è possibile che
l’aumento del rapporto patrimonio/reddito sia determinato più da un incremento
del valore delle rendite che da un incremento della quantità di capitale
produttivo. Quelli che hanno accesso ai mercati finanziari e possono ottenere
credito dalle banche (in generale chi è già benestante) possono acquistare
questi beni usandoli come garanzia. Quando la bolla decolla, decolla anche la
loro ricchezza e la disuguaglianza sociale”[11].
[1] https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1241059/taranto-produzione-ex-ilva-ai-minimi-storici-e-in-4mila-a-casa.html
[2] https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/11/16/ilva-i-commissari-straordinari-denunciano-arcelormittal-ai-pm-di-taranto-fatti-lesivi-delleconomia-nazionale/5566898/
[4]
ArcelorMittal SA MT gets
upgraded to Buy by Goldman Sachs Group, 12 giugno 2019, in: https://www.marketwatch.com/press-release/arcelormittal-sa-nysemt-gets-upgraded-to-buy-by-goldman-sachs-group-2019-06-12
[5] I fatti raccontano che Arcelor Mittal
si è limitata a costruire delle coperture di grandi dimensioni in acciaio sui
parchi minerari. Questo, secondo i progettisti, dovrebbe servire ad evitare la
dispersione di polveri sottili durante i giorni maggiormente ventilati. Ma la
bonifica è altra cosa. https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/tetto-ilva-polveri/
[6] https://www.corriere.it/economia/aziende/19_novembre_16/ilva-esposto-commissari-danni-all-economia-nazionale-parchi-sono-vuoti-97fb28bc-0861-11ea-bebc-dc68b9227425.shtml
[7] https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/le-due-italie/2020/08/05/ex-ilva-bomba-sociale-dietro-langolo-il-governo-si-fa-raggirare-e-resta-inerte/
[8] https://www.quotidianodipuglia.it/taranto/riserve_al_minimo_ecco_le_foto_di_come_e_ridotto_il_siderurgico-4875296.html
[9] Lo Stato è costituito dal popolo che
regola la convivenza sul territorio che legittimamente occupa attraverso leggi
scritte e consuetudinarie e legittimamente esercita sovranità attraverso un ordinamento giuridico che trae
origine da una storia comune. E’, in sostanza, quella istituzione di cui sono
dotate tutte le nazioni democratiche che garantisce ai propri cittadini quei
diritti sanciti dalla Costituzione e da ogni altra legge che interpreti nel
tempo quei diritti fondamentali (sempre nell’interesse del popolo sia come
gruppo che come individuo). Parlare di popolo,
nazione, sovranità non ha nulla a che vedere con populismo, nazionalismo,
sovranismo che sono rappresentazioni estreme dei sostantivi da cui traggono
origine e non offrono alcun contributo se non a chi ha interesse ad abbattere
questi istituti in favore di un globalismo che, ad oggi, ha dimostrato di
muoversi in esclusivo interesse dei ‘mercati’ e chi li governa e dunque incapace
di offrire serie garanzie ai popoli del mondo.
[10] https://www.ilsole24ore.com/art/ex-ilva-trattativa-invitalia-arcelormittal-e-entrata-vivo-ADxiDNb?refresh_ce=1
[11] Stiglitz Joseph E., “Invertire la
rotta. Disuguaglianza e crescita economica”, pg. 39, Ed. Laterza, 2018




