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domenica 19 maggio 2019

Il lato corsaro della scienza. Xylella f.: storia di un sequenziamento e delle attrazioni fatali che ne seguirono.


Chiara Madaro




Il nome del batterio Xylella fastidiosa è legato a quello di Fernando Reinach, autore e promotore del primo sequenziamento del primo batterio della storia della scienza (1999) con il dichiarato obiettivo di attirare capitale intorno ad una scienza di cui, all’epoca, non si comprendeva il potenziale economico.[1]


Fernando Reinach, oggi impegnato nel settore dei biocarburanti

Per Reinach era importante coinvolgere il maggior numero possibile di persone e nel maggior numero possibile di Paesi, scommettendo sull’opportunità di vendere progetti nel campo delle biotecnologie umane e agricole. Per questo non è necessario solo avere una legge ma anche un apparato che ne garantisca l’applicazione, come la legge di Monsanto sui brevetti della soia ingegnerizzata in Argentina.



Un progetto lungimirante ma rischioso. Per poter essere portato avanti necessitava di gruppi che potessero assumersi il rischio e che potessero fare pressioni su chi di dovere.
Ma l’obiettivo era chiaro: così come la conoscenza della sequenza del genoma umano stava rivoluzionando la ricerca farmaceutica negli Stati Uniti, così il Progetto Xylella doveva rivoluzionare il settore fitoiatrico. Bisognava avere audacia perché il futuro è nell’agricoltura: il settore del cancro era già saturo in quegli anni.
Si è lavorato con persone che lavoravano in agricoltura e conoscevano gli effetti del batterio ma non sapevano nulla di sequenziamento, o con persone che, al contrario, avevano competenze scientifiche e volevano imparare a sequenziare.

Tra i più stretti collaboratori: Paulo Arruda, André Gouffeau, Steve Oliver e John Sgouros (che avevano sequenziato il Saccharomyces).
Il Progetto ebbe  successo e, nel 2004, Reinach è stato scelto dalla rivista  Scientific American come uno dei cinquanta Business Leader del 2003, insieme, ad esempio, a Steve Jobs.
Nel frattempo Reinach fonda la società Allelyx, nata allo scopo di studiare piante resistenti a Xylella.



 Come dichiarato dagli stessi creatori di Allelyx, il nome della società deriva dall’anagramma della parola Xylella ma anche dal termine scientifico ‘allele’, forma alternativa che può essere assunta da un gene, dunque responsabile della mutazione ed espressione genetica.
L’obiettivo di Allelyx consiste nel trasformare in prodotti le informazioni genetiche. L’impulso economico all’avvio di Allelyx fu attribuito da Votorantim Novo Negocio, con un contributo di 300 milioni di dollari. Votorantim è una società di venture capital interessata al campi delle scienze della vita e dell’esplorazione mineraria. Sia Allelyx che Canavialis (società specializzata nella ricerca sulle potenzialità della canna da zucchero) non hanno competitori.
 Nel 2008 Monsanto acquisisce la società ‘Allelyx’[2] dalla società brasiliana ‘Canavialis’ e in cui Basf nel marzo 2012 ha investito  13,5 milioni di dollari.
Nel 2010 presso l'Istituto Agronomico del Mediterraneo (IAM) di Valenzano a Bari, nel corso di un workshop sullo studio di alcune malattie infettive delle piante, si dedica attenzione al batterio di Xylella fastidiosa, importata fisicamente attraverso un campione infetto di vite.  Al termine del workshop dal titolo “Diagnostic and statuory aspect of Xylella fastidiosa, its vectors and the diseases it is causing”, uno degli esperti annuncia l’imminenza del pericolo Xylella in Europa.
Nel 2011 Monsanto e Basf iniziano il ‘Progetto sperimentale Monsanto “Gestione infestanti delle Piante Perenni (GiPP)” condotto sugli uliveti nelle campagne tra Lecce, Brindisi e Bari.



 I risultati della ricerca rimasero inspiegabilmente visibili solo alle parti interessate tra cui l’Osservatorio Fitosanitario regionale.
Non è dato sapere come mai tra le ‘parti interessate’ non vi fosse la società civile, dato che la sperimentazione è stata condotta facendo uso di glifosato, in particolare fu fatto uso dell’erbicida Round Up Platinum addizionato con Fluazzi e su cui ricadono colpe schiaccianti
Il progetto termina nel 2013, l’anno in cui viene ufficialmente dichiarata la dilagante batteriosi da X-file.




[1] Claudia Izique e Mariluce Moura, “Fernando Reinach: an announced Revolution”, gennaio  2004. In: http://revistapesquisa.fapesp.br/en/2004/06/01/an-announced-revolution/

[2] “From Xylella to Allelyx”, aprile 2002, in http://revistapesquisa.fapesp.br/en/2002/04/01/from-to-alellyx/

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