Il nome del batterio Xylella fastidiosa
è legato a quello di Fernando Reinach, autore e promotore del primo
sequenziamento del primo batterio della storia della scienza (1999) con il
dichiarato obiettivo di attirare capitale intorno ad una scienza di cui,
all’epoca, non si comprendeva il potenziale economico.[1]
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| Fernando Reinach, oggi impegnato nel settore dei biocarburanti |
Per Reinach era importante coinvolgere
il maggior numero possibile di persone e nel maggior numero possibile di Paesi,
scommettendo sull’opportunità di vendere progetti nel campo delle biotecnologie
umane e agricole. Per questo non è necessario solo avere una legge ma anche un
apparato che ne garantisca l’applicazione, come la legge di Monsanto sui
brevetti della soia ingegnerizzata in Argentina.
Un progetto lungimirante ma rischioso.
Per poter essere portato avanti necessitava di gruppi che potessero assumersi il
rischio e che potessero fare pressioni su chi di dovere.
Ma l’obiettivo era chiaro: così come la
conoscenza della sequenza del genoma umano stava rivoluzionando la ricerca
farmaceutica negli Stati Uniti, così il Progetto Xylella doveva rivoluzionare il
settore fitoiatrico. Bisognava avere audacia perché il futuro è nell’agricoltura:
il settore del cancro era già saturo in quegli anni.
Si è lavorato con persone che
lavoravano in agricoltura e conoscevano gli effetti del batterio ma non
sapevano nulla di sequenziamento, o con persone che, al contrario, avevano
competenze scientifiche e volevano imparare a sequenziare.
Tra i più stretti collaboratori: Paulo
Arruda, André Gouffeau, Steve Oliver e John Sgouros (che avevano
sequenziato il Saccharomyces).
Il Progetto ebbe successo e, nel 2004, Reinach è stato scelto
dalla rivista Scientific American come uno
dei cinquanta Business Leader del 2003, insieme, ad esempio, a Steve Jobs.
Nel frattempo Reinach fonda la società Allelyx, nata allo scopo di studiare piante
resistenti a Xylella.
Come dichiarato dagli stessi creatori di Allelyx, il nome della società deriva dall’anagramma della parola Xylella ma anche dal termine scientifico ‘allele’, forma alternativa che può essere assunta da un gene, dunque responsabile della mutazione ed espressione genetica.
Come dichiarato dagli stessi creatori di Allelyx, il nome della società deriva dall’anagramma della parola Xylella ma anche dal termine scientifico ‘allele’, forma alternativa che può essere assunta da un gene, dunque responsabile della mutazione ed espressione genetica.
L’obiettivo di Allelyx consiste nel
trasformare in prodotti le informazioni genetiche. L’impulso economico
all’avvio di Allelyx fu attribuito da Votorantim Novo Negocio, con un
contributo di 300 milioni di dollari. Votorantim è una società di venture
capital interessata al campi delle scienze della vita e dell’esplorazione
mineraria. Sia Allelyx che Canavialis (società specializzata nella ricerca sulle
potenzialità della canna da zucchero) non hanno competitori.
Nel
2008 Monsanto acquisisce la società ‘Allelyx’[2]
dalla società brasiliana ‘Canavialis’ e in cui Basf nel marzo 2012 ha investito 13,5 milioni di dollari.
Nel 2010 presso l'Istituto Agronomico del Mediterraneo (IAM) di Valenzano a Bari, nel corso di un workshop sullo studio di alcune malattie infettive delle piante, si dedica attenzione al batterio di Xylella fastidiosa, importata fisicamente attraverso un campione infetto di vite. Al termine del workshop dal titolo “Diagnostic and statuory aspect of Xylella fastidiosa, its vectors and the diseases it is causing”, uno degli esperti annuncia l’imminenza del pericolo Xylella in Europa.
Nel 2010 presso l'Istituto Agronomico del Mediterraneo (IAM) di Valenzano a Bari, nel corso di un workshop sullo studio di alcune malattie infettive delle piante, si dedica attenzione al batterio di Xylella fastidiosa, importata fisicamente attraverso un campione infetto di vite. Al termine del workshop dal titolo “Diagnostic and statuory aspect of Xylella fastidiosa, its vectors and the diseases it is causing”, uno degli esperti annuncia l’imminenza del pericolo Xylella in Europa.
Nel 2011 Monsanto e Basf
iniziano il ‘Progetto
sperimentale Monsanto “Gestione infestanti delle Piante Perenni (GiPP)” condotto
sugli uliveti nelle campagne tra Lecce, Brindisi e Bari.
I risultati della ricerca rimasero inspiegabilmente visibili solo alle parti interessate tra cui l’Osservatorio Fitosanitario regionale.
I risultati della ricerca rimasero inspiegabilmente visibili solo alle parti interessate tra cui l’Osservatorio Fitosanitario regionale.
Non è dato sapere come mai tra le ‘parti
interessate’ non vi fosse la società civile, dato che la sperimentazione è
stata condotta facendo uso di glifosato, in particolare fu fatto uso dell’erbicida
Round Up Platinum addizionato con Fluazzi e su cui ricadono colpe schiaccianti
Il progetto termina nel 2013, l’anno in
cui viene ufficialmente dichiarata la dilagante batteriosi da X-file.
[1]
Claudia Izique e Mariluce Moura, “Fernando Reinach: an
announced Revolution”, gennaio 2004. In:
http://revistapesquisa.fapesp.br/en/2004/06/01/an-announced-revolution/
[2] “From Xylella to Allelyx”, aprile 2002,
in http://revistapesquisa.fapesp.br/en/2002/04/01/from-to-alellyx/





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