Chiara Madaro . 20.07.2021
Pubblicato su: https://www.europeanconsumers.it/2021/07/21/astrazeneca-una-partnership-sino-americana-per-il-complesso-militare-farmacologico/
I
vaccini attualmente in sperimentazione contro Sars-Cov-2 sono sostenuti[1]
dalla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations[2],
Alleanza orientata ai vaccini contro le malattie infettive emergenti. e creata
a Davos nel 2015 con il supporto finanziario di Bill&Melinda Gates
Foundation e di altri enti sovranazionali e nazionali. Le piattaforme vaccinali
su cui si lavora sono le più varie dalle sostanze a base di mRNA ai vaccini
vettoriali.
Per i
nuovi vaccini i tempi e le modalità della sperimentazione sono stati ristretti
per cui non è possibile parlare di sicurezza relativamente all’inoculazione di
queste sostanze negli esseri umani.
Ad
esempio per gli studi preclinici sono stati aboliti i test di reinfezione sulla
vaccinazione negli animali ma a sottostimare ulteriormente l’incidenza delle
reazioni avverse sta contribuendo anche
l’ultima linea guida OMS del 2013 in base alla quale i produttori non sono più
tenuti a segnalare alle agenzie regolatorie
nuove reazioni avverse AEFI che vengono rilevate durante la
farmacovigilanza post-marketing se non
sono già state riscontrate durante la fase clinica di registrazione o per le
quali la letteratura scientifica ha stabilito la mancanza del nesso causale
(es. nesso autismo/vaccini). Anche i tempi di osservazione sono molto ridotti
(7-15 gg), così come i campioni di popolazione coinvolti[3].
Attualmente
i vaccini in sperimentazione sono:
Vaccini
inattivati: utilizzano il virus ucciso e vengono usati per l’Epatite A,
l’Influenza, la Polio, la Rabbia. E’ usato contro Covid19 dai cinesi Sinovac e
Sinopharma, dall’Indiana Bharat Biotech
Vaccini
vivi attenuati: utilizzano il virus depotenziato o indebolito. Possono avere
effetti avversi nelle persone con un sistema immunitario debole. Hanno bisogno
di essere trasportati e mantenuti a basse temperature. Vengono usati per le
malattie esantematiche come Morbillo, Parotite, Rosolia (vaccino
trivalente),Varicella ma anche Rotavirus, Vaiolo e Febbre gialla. Contro
Covid19 è usato da Codagenix (COVI-VAC)
Vaccini
a RNA messaggero (mRNA): sono vaccini moderni e producono proteine per
innescare una risposta immunitaria. Hanno tempi di produzione moto brevi in
quanto non contengono virus vivi. Attualmente vengono usati solo per
contrastare il Covid 19 da Moderna, Curevac, Pfizer BioNTech, Fosun Pharma
(Cina)
Vaccini
subunità, ricombinanti, polisaccaridi e coniugati: usano parti di un germe.
Sono usati per Malattia da Hib, Epatite B, Papilloma, Tosse convulsa, Malattia
da Pneumococco, Malattia meningococcica, Herpes zoster. Contro il Covid19 viene
usato da Novavax e AdaptVac
Vaccini
tossoidi: usano la tossina prodotta dal germe che causa una malattia. La
risposta immunitaria è indirizzata alla tossina, non al germe. E’ usata per
Difterite e Tetano
Vaccini
virali vettoriali: usano una versione modificata di un virus diverso come
vettore per fornire protezione. Sono stati impiegati come vettori i virus della
stomatite vescicolare, del morbillo e l’adenovirus che provoca raffreddore
comune. Proprio l’adenovirus viene usato per alcuni vaccini contro il Covid19[4][5]
come Themis Bioscience dell’Università di Pittsburg, AstraZeneca, Sputnik e ChAdOx1.
In
Italia per il pubblico impiego è in corso di somministrazione AstraZeneca di
Oxford composto da un adenovirus (una versione indebolita di un comune virus
del raffreddore) di scimpanzè. L’adenovirus è il ‘vettore’ geneticamente
modificato affinchè l’antigene della proteina S (Spike) del SARS-CoV-2 sia
trasportato all’interno delle cellule del sistema immunitario. La conferma
sulla sicurezza della sostanza vaccinale Astra Zeneca avverrà solo nel 2024,
come si può leggere nello schema in basso tratto da EMA:
Una
alleanza scientifico/militare
La
ricerca nel campo dei vaccini coinvolge sia il pubblico che il privato. Astra
Zeneca divulga in aprile 2020 un paper[6]
in cui afferma di aver avviato una partnership con DARPA, Defense Advanced
Research Projects Agency, l’agenzia statunitense votata alla ricerca
scientifica nel campo della difesa militare. La partecipazione al programma
Pandemic Preparedness Platform (P3) ha permesso di unire le forze con il mondo
accademico e il governo con l’obiettivo di identificare gli anticorpi
monoclonali che hanno il compito di riconoscere e neutralizzare il virus
Sars-Cov-2 e diminuire l’impatto del Covid-19. Allo scopo sono stati ingaggiati
più di 50 esperti con diversi profili di specializzazione nel campo
bio-farmaceutico uniti nel comune intento di scoprire in meno di 60 giorni una
potenziale terapia per influenza di tipo A e accelerare i tempi nella lotta al
Covid-19.
Il
progetto si caratterizza per una sinergia sino-americana, in barba ad ogni
preconcetto geopolitico e in continuità con il progetto che ha reso possibile
la creazione di un virus SARS/MERS polmonare dal potenziale pandemico per gli
esseri umani[7].
Alla ricerca partecipa anche la Chinese Academy of Sciences, collegata al Wuhan
Institute of Virology[8]
e il Vanderbilt University Medical Center[9]
che forniscono ad AstraZeneca le sequenze genetiche per gli anticorpi sintetizzati
in laboratorio e che mimano gli anticorpi naturali contro Sars-Cov-2 per
ulteriori valutazioni in vitro e in silico. Il coinvolgimento di DARPA e
dell’Istituto di Virologia di Wuhan fa intuire, quindi, collaborazioni a livello militare e di intelligence. Ulteriori
contributi provengono dallo United States Army Medical Research Institute of
Infectious Disease (USAMRIID) e dalla School of Medicine dell’Università del
Maryland. Le potenziali sorgenti di anticorpi che la relazione del 20 aprile
2020 si propone di esplorare sono di tre tipi: pazienti guariti dal Covid-19,
topi umanizzati immunizzati e tecniche di laboratorio come la phage display che
usa dei batteriofagi (virus che
infettano batteri) per studiare le interazioni tra proteine e DNA.
Cosa
contiene il vaccino AstraZeneca
Il
vaccino immesso sul mercato è una sostanza virale vettoriale, la stessa
tecnologia usata per ChAdOx1 e Sputnik.
Sono vaccini di ultima generazione ottenuti da DNA ricombinante. E’
anche presente del DNA umano, elemento che può indurre nel medio e lungo
termine malattie autoimmuni. In particolare si tratta di cellule embrionali
renali umane geneticamente modificate (HEK)293 mediante tecnologia a DNA
ricombinante.
L’uso
di queste sostanze in quanto ‘vaccini’ richiede che il vettore sia difettivo
cioè incapace di integrarsi nel DNA o di infettare le cellule. Ma ottenere
questo ‘comportamento’ implica passaggi estremamente delicati da parte del
produttore il quale deve essere in grado di garantire la massima sicurezza del
prodotto che smercia.
Non è
un mistero, dopotutto, che la genetica di sintesi non sia priva di rischi. Può,
tra le altre cose, indurre reazioni allergiche ma anche stimolare una
resistenza agli antibiotici in quanto vengono utilizzati come ‘marcatori
selezionabili’, cioè che servono ad identificare le cellule che hanno assorbito
geni estranei e che rimangono funzionanti anche negli alimenti geneticamente
modificati[10].
Dunque
le agenzie regolatorie dovrebbero far uscire dalla loro torre d’avorio maggiori
informazioni: il rischio che il vettore si integri nel DNA non è da escludersi.
Una possibilità che può, tra l’altro, favorire la diffusione della malattia
anziché inibirla come, invece, propagandato. Infatti al vettore viene aggiunto
il frammento di virus SARS-CoV-2 che appartiene alla proteina Spike, ovvero la
proteina che si lega al recettore cellulare chiamato ACE2 e che in caso di
infezione viene attaccata dagli anticorpi. Gli anticorpi di questa nuova
generazione di vaccino non sono altamente specifici e questo espone il
vaccinato alla patologia del ‘peccato antigenico originale’ (il sistema
immunitario riconosce la prima malattia cui è stato esposto ma non le varianti)
e del potenziamento dipendente dell’anticorpo.
Non
meno grave sia sotto il profilo etico che della sicurezza, anche il fatto che
il vettore ingegnerizzato viene propagato attraverso linee cellulari
immortalizzate umane.
Sarà
il caso di soffermarsi su questo elemento.
Le
linee cellulari immortalizzate sono cellule derivate da tumori oppure cellule
che hanno subito una trasformazione oncogena ovvero una modificazione genetica
che le rende capaci di crescere
indefinitamente. Di queste cellule se ne fa un uso sperimentale da
decenni: si clonano singole cellule allo scopo di modificarne e studiare il
comportamento. Sono cellule che hanno anche la proprietà di cambiare.
L’origine
di queste cellule è sconcertante per la leggerezza e la totale illegittimità
attraverso cui sono state prelevate ed usate nel corso degli anni [11]
[12].
Non tutte le cellule sono immortali: la maggior parte di loro continua, si, a
dividersi ma alla fine smettono e muoiono in quanto le estremità dei cromosomi
di cui le cellule si compongono, i telomeri, dopo una serie di divisioni
finiscono per diventare troppo corti e così la cellula muore[13].
Figura
5 Fonte:
https://www.ema.europa.eu/en/documents/product-information/covid-19-vaccine-astrazeneca-product-information-approved-chmp-29-january-2021-pending-endorsement_en.pdf
Non le
cellule HEK293 o HeLa. Dalla stessa EMA, Agenzia del Farmaco Europea, sappiamo
che tra le componenti dei vaccini AstraZeneca e ChAdOx1, praticamente
equiparati in quanto identici[14],
vi sono proprio queste cellule. Il nome deriva da Henrietta Lacks, una
trentenne di colore di Baltimora ricoverata presso la clinica universitaria
della Johns Hopkins University nel gennaio 1951 per una emorragia causata da
cancro alla cervice dell’utero. Malgrado le cure, le cellule tumorali si
rivelarono talmente aggressive che la giovane morì dopo pochi mesi. Durante il
ricovero fu sottoposta ad una biopsia e furono prelevati dei campioni di
cellule, sia dal tessuto malato che da quello sano, usate a scopo di ricerca
senza il suo consenso o senza che ne fosse informata.
I
ricercatori si resero conto che le cellule tumorali prelevate da questa
paziente continuavano a moltiplicarsi in coltura al contrario di precedenti
campioni esaminati. Il segreto dell’eterna giovinezza (e aggressività) di
queste cellule sta in un enzima che ricostruisce ogni volta i telomeri, la
telomerasi[15]
[16].
Si trattava delle prime cellule immortalizzate e oggi continuano ancora a
proliferare e ad essere usate nell’industria cosmetica, nella ricerca sulle
radiazioni, nell’industria dei vaccini. Prima di allora, la Scienza non sapeva
dell’esistenza di cellule in grado di replicarsi all’infinito e con tale
abbondanza. Le cellule HeLa hanno spesso avuto un comportamento sorprendente arrivando
a contaminare anche altre colture cellulari, tale la loro ‘selvaggia’
aggressività. In tempi abbastanza recenti è stato verificato che circa il
20-36% delle linee cellulari che gli scienziati hanno osservato erano
contaminate o non correttamente identificate[17].
Si tratta di centinaia di milioni di dollari spesi in ricerca, di decine di
migliaia di articoli scientifici diffusi sulla base di convinzioni inesatte: un
dato che fa riflettere in merito all’affidabilità delle informazioni
scientifiche in nostro possesso e che dovrebbe farci recedere dalla
incrollabile fiducia nei risultati della cosiddetta ‘comunità scientifica’
presentata come un inattaccabile e incontestabile monolite[18].
Queste
cellule vengono usate e coltivate in laboratorio in modo da comprendere il
comportamento delle cellule umane al di fuori del corpo umano. Dagli anni 50 le
cellule HeLa o HeK vengono utilizzate per il vaccino contro la Polio, ad
esempio. Ed oggi sono in prima linea nella ricerca dei vaccini contro
l’infezione da SARS-CoV-2. Lo studio[19]
[20]
che ha identificato l’infettività del virus del Covid-19 negli esseri umani, ha
fatto uso di tecnologie nuove impiegando le sempreverdi cellule HeLa. Ma gli
scienziati hanno scoperto che il virus non riusciva ad infettare queste
cellule, un fatto che li ha portati a cercare di capire quale fosse la ‘chiave’
capace di far entrare il virus nelle cellule. Dunque avendo osservato che
alcuni tipi di Coronavirus usavano a questo scopo una molecola chiamata ACE2
(angiotensina), hanno ingegnerizzato le cellule HeLa in modo che potessero
riconoscere la molecola ACE2 e riuscendo finalmente nell’intento. In pratica le
cellule umane HeLa, così ingegnerizzate, possono essere infettate dal Virus
SARS-CoV-2 grazie al recettore ACE2 che funge da vera e propria chiave per
qualsiasi particella di SARS-CoV-2. Una volta entrata, la particella potrà
replicarsi causando la malattia da Coronavirus[21].
Figura
6
https://sitn.hms.harvard.edu/flash/2020/vessels-for-collective-progress-the-use-of-hela-cells-in-covid-19-research/
Come
si può notare nell’immagine, le cellule HeLa non dispongono in natura di
recettori per il Coronavirus SARS-CoV-2, dunque il virus, anche se entra in
contatto con esse, viene, di fatto, ignorato. A meno che non intervenga
l’ingegneria genetica, così come avvenuto.
A
fronte della caparbietà dimostrata da alcuni segmenti della Scienza, è il caso
di osservare come ci si sia spinti oltre il consentito nella sperimentazione.
Anche perché queste linee cellulari immortalizzate umane (DNA cancerogeno e
virus avventizi cancerogeni) sono potenzialmente cancerogene e richiedono di
essere maneggiate in laboratori di biosicurezza 2 (BSL-2)[22].
Chiari
avvertimenti sulla cancerogenicità dei vaccini che contengono DNA arrivano
anche da una pubblicazione del Norwegian Biotechnology Advisory Board[23]
in cui si tenta di far ordine nella complessa materia delle alterazioni indotte
da ingegneria genetica di sintesi e afferma: “(…) le terapie geniche e i
vaccini a DNA comporteranno il rischio di sviluppare il cancro o altre malattie
come risultato dei geni integrati. I casi di cancro dovuti alla integrazione
hanno recentemente comportato l’interruzione di verifiche sulle terapie geniche
sugli esseri umani”[24].
Secondo questo rapporto, infatti, quando i vaccini a DNA vengono iniettati nel
corpo attraverso una iniezione intramuscolare o altri mezzi, la maggior parte
del DNA viene degradato in breve tempo ma una porzione verrà assorbita dalle
cellule. Dunque una parte del DNA potrebbe essere trasferito nella linfa e nel
sangue e quindi diffondersi nel resto del corpo. La possibile incidentale
integrazione nel cromosoma induce effetti imprevedibili ma è certo che, una
volta integrato nel cromosoma, il materiale genetico in circolazione nel corpo
produrrà modificazioni geneticamente trasmissibili oltre che nuove proprietà
fisiologiche per cui sarà possibile parlare di organismi geneticamente
modificati per coloro che avranno ricevuto il vaccino. La materia che la Norwegian
Biotechnology Advisory Board pone non è di secondaria importanza in quanto la
scienza corre a ritmi rapidissimi nel campo delle biotecnologie e le leggi
nazionali ed internazionali non stanno al passo. Non si tratta solo di una
questione morale (può un essere umano essere ‘programmabile’? Gli esseri umani
possono essere OGM? Quanto hanno ereditato dall’eugenetica queste tecnologie?)
ma anche socio-economica in quanto è certo che si tratti di terapie sintetiche
permesse solo su persone con gravi malattie invalidanti e non su popolazioni
intere[25]
e i prevedibili effetti avversi che si verificheranno nel medio e lungo termine
verranno a minare l’integrità degli esseri umani, la capacità di prendersi cura
di se stessi e dei propri cari, di avere un ruolo attivo nella società.
Anche nel corso di uno studio sulle risposte all’HIV è stato notato che il substrato cellulare a base di HeLa utilizzato nella produzione di un vaccino profilattico è stato testato in vivo per il suo potenziale di formazione di tumori, il potenziale oncogeno del suo DNA ad alto peso molecolare e la potenziale presenza di agenti avventizi oncogeni occulti. Una tendenza che si è manifestata nel 50% dei topi sperimentati. Il dato, coerente con quello di un precedente studio dell’FDA, è ritenuto ‘accettabile’[26]. Se il grado di accettabilità del rischio (50%) è opinabile, ciò che emerge è che nel percorso di produzione di queste sostanze è importante ‘un’accurata ottimizzazione del processo di purificazione del prodotto e della sperimentazione preclinica prima di passare alle varie fasi cliniche. La necessità di precauzione è ulteriormente aumentata dal fatto che ad oggi non è stato possibile per le aziende arrivare alla registrazione di vaccini efficaci e sicuri contro il SARS-CoV-1 e la MERS. Inoltre gli animali che hanno ricevuto alcuni tipi di vaccini SARS sperimentali sembrano sviluppare un’infiammazione polmonare più grave quando successivamente infettati dalla Sars rispetto ai non vaccinati.
Motivo
per cui è lecito richiedere una maggiore scrupolosità nello studio delle varie
fasi del processo di autorizzazione[27].
Figura
7https://www.astrazeneca.com/content/dam/az/PDF/2016/Bioethics_policy.pdf
AstraZeneca fa anche uso di cellule embrionali
umane ricavate da feti abortiti nel 1972 e nel 1985, questione che ha dato
luogo ad un dibattito sulla immoralità del vaccino e ha spinto alcuni esperti a
produrre riflessioni e richiedere al massimo organismo della Chiesa cattolica,
la Congregazione per la Dottrina della Fede, di pronunciarsi ufficialmente[28]
[29].
E’
bene rammentare che la genetica di sintesi comporta dei rischi spesso
imprevedibili e irreversibili[30].
Eppure la straordinaria corsa agli armamenti genetici prosegue con i suoi
fenomeni. Tra questi anche il ‘topo umanizzato’. Un topo ingegnerizzato in modo
da produrre proteine umane consentendo studi in vivo sull’uomo senza usare
l’uomo. Esistono agenzie in grado di produrre animali umanizzati in base alle
richieste del cliente[31]
che voglia validare un trattamento medico in fase preclinica.
Si
tratta di sostanze che fanno uso della tecnologia Crispr-Cas[32]
[33],
una ‘forbice genetica’ che consente di tagliare con una certa precisione il
gene difettoso o indesiderato. Si tratta, in pratica, di hackerare il genoma e
degradare, in questo caso, le sequenze di Sars e Influenza agendo sull’RNA[34].
Nel
caso di AstraZeneca e ChAdOx1, ad esempio, il virus è modificato geneticamente
in modo che non possa replicarsi nell’uomo. Questo comporta dei processi di
laboratorio estremamente accurati e sicuri ma, come si è detto, è possibile che
parti di queste sostanze circolino nel corpo. A questo virus modificato sono
stati aggiunti geni che producono proteine dal virus del Covid-19, la
glicoproteina Spike S che ha la funzione di consentire all’antigene di essere
trasportata all’interno delle cellule del sistema immunitario umano. Una
terapia che ha mostrato chiari segni di fallimento: gli animali che hanno
ricevuto alcuni tipi di vaccini sperimentali contro la SARS hanno sviluppato
un’infezione polmonare più grave rispetto ai non vaccinati, quando reinfettati[35]. Il fenomeno del potenziamento della malattia
è ben conosciuto[36]
e recentemente è stato provato il nesso causale tra l’inoculazione del vaccino
AstraZeneca e il fenomeno di ADE[37].
Fatto, questo, che rende ancora più controversa l’autorizzazione fast-track
concessa dalle agenzie regolatorie come anche l’abolizione dei test di
reinfezione sugli animali mentre la vaccinazione in atto negli esseri umani
esporrà inevitabilmente alla reinfezione in quanto la sola proteina spike è in
grado di provocare la malattia in quanto si lega alle cellule sane per
diffondere l’infezione ma è in grado anche di provocare danni direttamente alle
cellule dell’endotelio, il tessuto che riveste i vasi sanguigni, provocando le
ormai tristemente famose trombosi[38].
Un recente studio conferma, infatti, che il Covid-19 è principalmente una
malattia vascolare[39].
Se non
altro perché esistono grandi serbatoi di virus SARS e Cov simili a MERS ‘pronti
per l’emergenza negli esseri umani’ (sic!)[40].
Dunque,
la straordinaria rapidità con cui è stata approvata la commercializzazione e
somministrazione su larga scala di queste sostanze che, in realtà possono
essere annoverate tra le terapie geniche, considerate estremamente rischiose e
ancora discusse dalla comunità scientifica, ha dell’incredibile.
Come è
incredibile la corsa al sovvertimento di qualsiasi diritto fin qui riconosciuto
da ogni Costituzione democratica e la forzatura di ogni logica e principio
precauzionale. Alla luce delle osservazioni fin qui enucleate (certamente non
esaustive, che si completano con ulteriori rimandi e osservazioni ad oggi
totalmente ignorate quando non aggredite e ridicolizzate) risulta quanto meno
inappropriato l’obbligo vaccinale imposto ai dipendenti dello Stato e ai
sanitari e il pressing mediatico monocolore.
Una
violenza senza precedenti che scioglie le maglie tessute durante il percorso di
Norimberga, ad esempio, contro le aberrazioni degli esperimenti sugli esseri
umani condotti durante il secondo conflitto mondiale.
Riflessioni
che recentemente hanno interessato anche la produzione di Giorgio Agamben,
acclamato filosofo il cui valore è riconosciuto anche al di là dell’Oceano. “Come
avviene ogni volta che si istaura un regime dispotico di emergenza e le
garanzie costituzionali vengono sospese, il risultato è, come è avvenuto per
gli ebrei sotto il fascismo, la discriminazione di una categoria di uomini, che
diventano automaticamente cittadini di seconda classe”, dice Agamben[41]
notando che al momento il dibattito su efficacia e sicurezza dei vaccini è
ancora in corso e tuttavia “(…) coloro che si attengono alla propria libera e
fondata convinzione e rifiutano di vaccinarsi verranno esclusi dalla vita
sociale. Che il vaccino si trasformi così in una sorta di simbolo
politico-religioso volto a creare una discriminazione fra i cittadini (…)”
diventa più che uno spauracchio, una triste e dolorosa realtà nel clima da
guerra civile che si alimenta della paura e dello smarrimento della gente.
La
scienza non è altro che una perversione se non ha come fine ultimo il bene dell’umanità.
Lo rammentava il genio di Nikola Tesla e oggi è un monito attuale.
[1] CEPI ha avviato accordi con
AstraZeneca/Oxford, Moderna, The University of Queensland/CSL, Clover
Biopharmaceuticals, Inovio, Novavax, The University of Hong Kong, Istituto
Pasteur, Novavax e SK Bioscience. In: https://cepi.net/news_cepi/321-vaccine-candidates-against-covid-19-now-in-development/ ; https://cepi.net/news_cepi/the-university-of-queensland-cepi-and-csl-partner-to-advance-development-and-manufacture-of-covid-19-vaccine-candidate-2/ ;
[2] CEPI è stata creata a Davos nel 2015
con il supporto finanziario di Bill&Melinda Gates Foundation, Wellcome,
Usaid, Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Commissione Europea,
Etiopia, Finlandia, Germania, Ungheria, Islanda, Indonesia, Italia, Giappone,
Kuwait, Lituania, Lussemburgo, Malesia, Messico, Paesi Bassi, Nuova Zelanda,
Norvegia, Panama, Romania, Arabia Saudita, Serbia, Singapore, Svizzera,
Repubblica di Corea, Regno Unito,. https://cepi.net/ ;
https://www.gatesfoundation.org/How-We-Work/Quick-Links/Grants-Database/Grants/2017/11/OPP1180343
[3] Loretta Bolgan, PhD al
Massachusetts General Hospital (Boston). ‘Covid-19, il vaccino’,
22.05.2020 https://www.studiesalute.it/salute
[4] https://www.vaccines.gov/basics/types
[5]
https://www.ingegneriabiomedica.org/news/biotech-support/nanotecnologia-mrna-rivoluziona-settore-ingegneria-biomedica/
[6] Mene Pangalos, Vice presidente esecutivo AstraZeneca,
‘Reasearching antibodies to target COVID-19’, 8 aprile 2020, in: https://www.astrazeneca.com/media-centre/articles/2020/researching-antibodies-to-target-covid-19.html
[7] Chiara Madaro, Osservatorio
Globalizzazione, ‘Della guerra e di altri demoni’, In:
https://www.academia.edu/44460130/Coronavirus_della_guerra_e_di_altri_demoni
[8] Xu Keyue, ‘Wuhan Institute of Virology listed as candidate for Outstanding Science
and Technology Achievement Prize of CAS’, 20 giugno 2021, in: https://www.globaltimes.cn/page/202106/1226597.shtml
Il WIV è amministrato
dal Chinese Academy of Sciences
[9]Il Vanderbilt
University Medical Center riceve fondi dalla Fondazione Rockefeller e dalla
Fondazione Canergie: https://medschool.vanderbilt.edu/history/
[10]
Open letter
to the European Commission and the Parliament:’ No European vaccinal passport’,
2 marzo 2021. In:
https://www.europeanconsumers.it/2021/03/02/6642/
[11] Stefano Della Casa, ‘Le cellule eterne
di Henrietta Lacks’, 15 dicembre 2020. In:
https://wonderwhy.it/le-cellule-eterne-di-henrietta-lacks/
[12]
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21300110/
[13] https://www.sciencenews.org/article/coronavirus-covid19-vaccine-ethical-issues
[14] Inoltre è in fase di sperimentazione il vaccino
‘italiano’ ChAdOx1 nCov-19. Anche questa sostanza è prodotta dal Jenner
Institute di Oxford ma con la collaborazione dell’italiana Irbm Science Park.
In tutto e per tutto assimilabile al vaccino AstraZeneca: ancora una volta si
tratta di vaccino a vettore vivo attenuato a DNA ricombinante. Il nome deriva
dalle tre parole Chimpanzee, Adenoviral e Oxford.
Anche
questo vaccino fa uso di un virus (ChAdOx1) che è una versione indebolita di un
comune virus del raffreddore (adenovirus) da scimpanzè. Il virus è
geneticamente modificato in modo che non possa svilupparsi nell’uomo. A questo
virus sono stati aggiunti dei geni che producono proteine dal virus COVID-19
(Sars-CoV-2) chiamate glicoproteina Spike (S), che svolgono un ruolo essenziale
nel percorso di infezione del virus Sars-CoV-2 in quanto consentono
all’antigene della proteina Spike di essere trasportata all’interno delle
cellule del sistema immunitario umano.
[15] Nella lotta contro il cancro si teta
proprio di inibire la telomerasi allo scopo di fermare la proliferazione delle
cellule tumorali.
[16] Stefano Della Casa, ‘Le cellule eterne
di Henrietta Lacks’, 15 dicembre 2020. In: https://wonderwhy.it/le-cellule-eterne-di-henrietta-lacks/
[17] Science ritiene che circa 5.800 articoli scritti su 1.182 riviste
scientifiche potrebbero aver confuso cellule HeLa con HEp-2; 1.336 articoli in
271 riviste hanno confuso HeLa con INT407. Questi articoli, a loro volta, sono
stati citati in oltre 7.000 riviste per 214.000 volte. In: Ivan Oransky
e Adam Marcus, ‘Thousands of studies used the wrong cells, and journals are
doing nothing’, 21 luglio 2016, https://www.statnews.com/2016/07/21/studies-wrong-cells/
[18] Jill Neimark,
Science, ‘Line of attack’, 27 febbraio 2015, Vol. 347, Issue 6225, pp. 938-940
DOI: 10.1126/science.347.6225.938
https://science.sciencemag.org/content/347/6225/938
[20] Appare curioso che in
questo studio compare il nome della ‘bat woman’, Zeng-Li Shi, la scienziata che
insieme a Ralph Baric ha condotto uno studio sino-atlantico I cui risultati
sono stati pubblicati nel 2015 (Vineet D Menachery , 1 Boyd L Yount, Jr , Kari Debbink , Sudhakar Agnihothram , Lisa E Gralinski , Jessica A Plante , Rachel L Graham , Trevor Scobey , Xing-Yi Ge , Eric F. Donaldson , Scott H Randell , Antonio Lanzavecchia , Wayne A Marasco , Zhengli-Li Shi , Ralph S Baric , ‘A SARS-like cluster
of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence’, Nat Med . 2015; 21
(12): 1508–1513; 9 novembre 2015 Doi: 10.1038 / nm.3985). In base a questo
studio sappiamo che agli scienziati non bastava conoscere i dati relativi alle
sequenze genetiche ‘per identificare e prepararsi a futuri virus prepandemici’.
Pertanto, allo scopo di esaminare il potenziale emergenziale cioè fino a
che punto i CoV in circolazione siano in grado di infettare gli esseri umani, i
ricercatori affermano di aver costruito un virus chimerico che codifica una
nuova proteina zoonotica dalla sequenza RsSHC014-CoV che è stata isolata dai
pipistrelli dal naso a ferro di cavallo cinesi. Il virus ibrido ha permesso,
così, di comprendere che la spike protein, la proteina di superficie chiamata
SHC014 è in grado di causare malattie indipendentemente da altre mutazioni
adattive. In pratica la proteina SHC014 è in grado di mediare l’infezione da
CoV nelle cellule primarie delle vie aeree umane e in vivo. In sostanza, i
ricercatori guidati da Zeng-Li Shi hanno hackerato il sistema genetico umano
per fare in modo che un Coronavirus estratto da una specie di pipistrello fosse
capace di infettare cellule umane (cosa che in natura non avveniva), per studiarne
il ‘potenziale emergenziale’. A distanza di alcuni anni e dopo la diffusione
della pandemia, la stessa scienziata pubblica uno studio in cui viene notata
l’incapacità del virus di infettare cellule umane (HeLa) e forza nuovamente il
sistema offrendo al virus SARS-CoV-2 la chiave per entrare nelle cellule umane.
[21] Noel Jackson, ‘Vessels for Collective
Progress: l’uso delle cellule HeLa nella ricerca COVID-19’, 4 settembre 2020,
In:
https://sitn.hms.harvard.edu/flash/2020/vessels-for-collective-progress-the-use-of-hela-cells-in-covid-19-research/
[22]
https://biosafety.wsu.edu/hela-cell-lines/
[23] The Norwegian Biotechnology Advisory
Board, ‘Regulation of DNA vaccines and gene therapy on animals’, 24 marzo 2003
[24] The Norwegian Biotechnology Advisory
Board, ‘Regulation of DNA vaccines and gene therapy on animals’, 24 marzo 2003,
pg 14
[25] The Norwegian Biotechnology Advisory
Board, ‘Regulation of DNA vaccines and gene therapy on animals’, 24 marzo 2003
[26] Tatalick LM, Gerard CJ, Takeya R,
Price DN, Thorne BA, Wyatt LM, Anklesaria P. Safety characterization of
HeLa-based cell substrates used in the manufacture of a recombinant
adeno-associated virus-HIV vaccine. Vaccine. 2005 Apr 8;23(20):2628-38. doi:
10.1016/j.vaccine.2004.11.027. PMID: 15780446. In: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15780446/
[27]
Loretta Bolgan, PhD al Massachusetts General Hospital (Boston).
‘Covid-19, il vaccino’, pg 76,22.05.2020
https://www.studiesalute.it/salute
[28] Mauro Leonardi, ‘Il dibattito
sull’immoralità del vaccino’, 29 dicembre 2020. In:
https://www.agi.it/blog-italia/idee/post/2020-12-29/vaccino-feti-umani-10843893/
[29] La Congregazione per la Dottrina della
Fede pubblica in data 21 dicembre 2020 una nota a favore del vaccino precisando
che non si tratta in alcun modo di una forma di legittimazione dell’aborto. La
nota ha ricevuto approvazione dal Papa Francesco I. La giustificazione risiede
nello ‘stato di necessità’ e la mancanza di alternative eticamente
ineccepibili. Un tradimento per alcuni osservatori i quali notano la gravità di
una interpretazione dei fatti che non tiene conto delle forti pressioni
riguardanti questo tipo di terapia che, di fatto, fanno dell’organismo umano
l’ultima frontiera esplorabile e depredabile. In:
https://www.filodiritto.com/vaccino-e-feti-abortiti-il-tradimento-del-vaticano
[30] Satyajit Patra, American International Medical
University, ‘Human Social, and Environmental Impacts of Human Genetic Engineering’,
Journal of biomedical Science, J Biomedical Sci. 2015, 4:
2. doi: 10.4172 / 2254-609X.100014 https://www.jbiomeds.com/biomedical-sciences/human-social-and-environmental-impacts-of-human-genetic-engineering.php?aid=7264
[32]
https://bioengineering.stanford.edu/research-impact/prevent-covid-19/new-genetic-method-using-crispr-eliminate-covid-19-virus-genomes
[33] CRISPR è acronimo di Clustered
Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, sono una serie di segmenti di
DNA contenenti una ripetizione di sequenze nei batteri. La versione CRISPR/Cas9
del sistema viene usata per modificare in maniera permanente i geni di diversi
tipi di organismo. Tra le funzioni più importanti dell’enzima Cas9 vi è il
riconoscimento della struttura estranea da tagliare. Questa struttura può
essere il genoma di un patogeno che sta infettando il batterio. Modificando
Cas9 è possibile ‘vaccinare’ il batterio contro un’infezione di batteriofagi.
All’interno dei Crispr possono essere presenti degli spaziatori,
piccole sequenze di DNA che in passato hanno tentato di attaccare la cellula,
fatto che ha suggerito un ruolo di immunità adattiva e riconoscimento degli
attacchi di virus esogeni da parte del Crispr. L’ipotesi è stata confermata nel
2007. Con il sistema Crispr/Cas9 è possibile modificare anche cellule umane.
[34] TimothyR. Abbott Girija Dhamdhere Yanxia Liu Xueqiu Lin Laine Goudy Leiping Zeng Augustine Chemparathy Stephen Chmura Nicholas S. Heaton Robert Debs Tara Pande Drew Endy Marie La Russa David B. Lewis Lei S. Qi, ‘Development of CRISPR as a prophylactic strategy to combat
novel coronavirus and influenza’, 14 marzo 2020 doi:https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.03.13.991307v1.full
[35]
Vineet D Menachery , 1 Boyd L Yount, Jr , Kari Debbink , Sudhakar Agnihothram , Lisa E Gralinski , Jessica A Plante , Rachel L Graham , Trevor Scobey , Xing-Yi Ge , Eric F. Donaldson , Scott H Randell , Antonio Lanzavecchia , Wayne A Marasco , Zhengli-Li Shi , Ralph S Baric , ‘A
SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human
emergence’, Nat Med . 2015; 21
(12): 1508–1513; 9 novembre 2015 Doi: 10.1038 / nm.3985
[35] Dipartimento di Epidemiologia, School of Public Health,
Università del North Carolina, Chapel Hill
[36] Francesco
Negro, ‘Is antibody-dependent enhancement playing a role in COVID 19
pathogenesis?’, 16 aprile 2020, DOI: 10.4414/smw.2020.20249 In: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32298458/
[37] Quotidianosanità.it, ‘Morte sospetta
dopo vaccino AstraZeneca. La Procura di Siracusa chiarisce le cause del decesso
del militare Paternò: “C’è stata una risposta infiammatoria esagerata perchè
era positivo asintomatico senza saperlo”, 27 maggio 2021
https://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=95896
[38] Francesco Capo, ‘La proteina Spike da
sola causa la malattia. Lo studio cinese ed americano’, 13 maggio 2021,
Byoblu.it, in:
https://www.byoblu.com/2021/05/13/la-proteina-spike-da-sola-causa-la-malattia-lo-studio-cinese-e-americano/
[39] Yuyang Lei, Jiao Zhang, Cara R. Schiavon, Ming He,
Lili Chen, Hui Shen, Yichi Zhang, Qian Yin, Yoshitake Cho, Leonardo Andrade, Gerald S. Shadel, Mark Hepokoski, Ting Lei, Hongliang Wang, Jin Zhang,
Jason X.-J. Yuan, Atul Malhotra, Uri Manor, Shengpeng Wang, Zu-Yi Yuan, John Y-J. Shyy, ‘SARS-CoV-2 Spike Protein Impairs Endothelial
Function via Downregulation of ACE 2’, Originally published31 Mar 2021https://doi.org/10.1161/CIRCRESAHA.121.318902Circulation Research. 2021;128:1323–1326 ; in:
https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/CIRCRESAHA.121.318902
[40] Paul-Henri Lambert , Donna M. Ambrosino , Scarica l'elenco dei dirigenti , Ralph S. Baric , Steven B. Black , Robert T. Chen , Cornelia L. Dekker , Arnaud M. Didierlaurent , Barney S. Graham , Samantha D. Martin , Deborah C. Molrine , Stanley Perlman , Philip A. Picard-Fraser , Andrew J. Pollard , Chuan Qin , Kanta Subbarao e Jakob P. Cramer ,
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[41]
Giorgio Agamben, ‘Cittadini di
seconda classe’, 16 luglio 2021, Quodlibet.it in: https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-cittadini-di-seconda-classe






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