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domenica 6 dicembre 2020

Coronavirus: della guerra e di altri demoni

 



Chiara Madaro

Le guerre di nuova generazione si 'giocano' su nuovi e più subdoli livelli di conflitto. La biowarfare è praticabile sia ai danni di coltivazioni che di popolazioni avversarie o da piegare a scelte che si fatica ad assumere. Ma i confini tra attaccanti e difensori non sono così scontati. I giocatori, non sempre appartengono ad entità statali.  Questo articolo - cui seguiranno ulteriori approfondimenti - si propone di aprire una breccia riguardo alla pandemia che ci tiene sotto scacco da mesi.

Pubblicato da Osservatorio Globalizzazione su 

https://www.academia.edu/44460130/Coronavirus_della_guerra_e_di_altri_demoni?email_work_card=title

Un importante studio internazionale del 2016 osserva come l’epidemia di SARS-CoV abbia inaugurato una nuova era nella trasmissione di virus da animale a uomo e come i rapporti globalizzati che pervadono i nostri mercati e le nostre vite abbiano favorito la diffusione del contagio[1].

Una profezia che abbiamo visto avverarsi durante il 2020 con l’epidemia SARS-CoV-2 e che prosegue e ritorna a distanza di mesi.  Come è noto, dalla città cinese di Wuhan un filo rosso ha raggiunto in breve ogni continente fino al punto che si è iniziato a parlare di pandemia. In Italia il lessico dei momenti più bui seguiva la narrativa di una guerra mondiale con medici e infermieri nelle vesti di eroici soldati al fronte, i malati in quelle delle vittime civili e il nemico più temibile e invisibile, il virus, da affrontare a mani nude, in mancanza di armi. Mentre i caduti venivano trasportati nottetempo in lunghi convogli militari, destinati alla cremazione, vittime colte alla sprovvista da un nemico sconosciuto e invisibile.

Una vera e propria ‘epidemia di metafore’ analizzata dalla fine penna del Generale Fabio Mini[2]. La ‘rivelazione epidemica’ cui pochi hanno creduto e molti speculato, dice il Generale, è stata effettivamente seguita da una eccezionale e nient’affatto metaforica mole di sofferenza e morti per molti versi misteriose, nascoste, immotivate, manipolate. Mentre gli spin doctors della comunicazione ci trascinavano nel girone infernale di una “(…)campagna caotica di annunci e minacce, notizie confuse e contraddittorie sulle colpe degli altri, sugli untori del contagio, sui cinesi che mangiano i topi vivi e i pipistrelli in brodo” orientata alla creazione di uno stato di panico anche tra i più sospettosi. E finalmente “(…)scatta l’ora fatidica delle decisioni irrevocabili: la dichiarazione di guerra al virus. Mentre si sgrana il Mistero doloroso e s’intraprende la via crucis, si afferma la metafora della Guerra”. Una metafora vincente, nota salace il Gen. Mini, che evoca immagini efficaci. Il nemico è un parassita, “(…)definito semivitale o quasi vitale e in quanto tale non gli è riconosciuto alcun diritto alla vita, neppure da parte dei buddisti. Può essere ammazzato, torturato, depotenziato, ingegnerizzato e modificato, non si lamenterà mai nessuno”. Il nemico perfetto. 

Gen. Mini: la lotta al virus è guerra fratricida

Un vero colpo di genio capace di abbattere ogni resistenza contro leggi speciali, limitazioni dei diritti individuali e collettivi, sacrifici economici senza precedenti e che, come ogni guerra, richiede la dittatura, assecondata anche da chi la subisce in funzione di una perdita della razionalità dovuta alla paura, mentre si riesumano le antiche pratiche di ghettizzazione dei lebbrosari[3]

D’altra parte, nota il sociologo tedesco Beck, è la costante percezione del rischio  a determinare timori e, quindi, scelte, azioni politiche in grado di cambiare il mondo. Fondamentale a questo fine la ‘messa in scena’ del rischio, ovvero l’amplificazione della rappresentazione del rischio attraverso la grancassa di risonanza dei media che aiutano a rendere reale qualcosa che diversamente non sarebbe percepito[4]

Le logiche del rischio su cui il sociologo mitteleuropeo riflette riguardano la sfera ecologica, economica e terroristica. Nella ‘società del rischio’, il rischio non è sinonimo di catastrofe ma ne è l’anticipazione. Una distinzione fondamentale in quanto il focus è posto  più sulla costante minaccia pendente sulle nostre vite  che sulla manifestazione vera e reale di una calamità[5].

Il Nobel per l’Economia 1998 Amartya Sen rammenta in proposito il dibattito che si sviluppò già negli anni 70 in India sulla accettabilità dell’’emergenza’ come maldestra giustificazione alla soppressione dei diritti civili e politici fondamentali[6]. Un’ipotesi decisamente respinta dall’elettorato indiano il quale, pur essendo tra i più poveri al mondo, poneva la lotta per le libertà fondamentali sullo stesso piano della protesta contro l’indigenza cui era ridotto dalle scelte dei governanti e dalle indicazioni di strutture sovranazionali. L’economista, inoltre, pone in relazione la carenza di democrazia con l’insorgere di gravi carestie. Un problema, osserva Sen, che accomuna paesi di nuova indipendenza, gestiti da despoti locali, con le dittature tecnocratiche moderne, mentre è assente laddove le elezioni avvengano secondo modalità partecipate, regolari, laddove esistono partiti di opposizione e la stampa gode della libertà di critica e non è soggetta a censura.

Luoghi dagli spazi sempre più ristretti.

I tragici eventi pandemici che tengono il globo ancora sotto scacco sono chiara rappresentazione degli scenari di ‘anticipazione della morte collettiva’ riprodotti attraverso rapporti di potere capaci di attribuire legittimazione collettiva alle messe in scena, di creare strutture cognitive tanto più realistiche quanto più sono vicine alle istituzioni e agli ‘attori del sapere’ che, di fatto, tutelano l’opera di industrie che operano in settori controversi e pericolosissimi, spesso non assicurate, per cui, nota Beck, ciò che è scontato per un normale automobilista, non lo è per rami dell’industria che si occupano di ingegneria genetica o energia nucleare o di produzioni biochimiche[7].

E su questo tema è lo stesso Rifkin che alla fine degli anni 90 denunciava la minaccia derivata dal rilascio di organismi trattati geneticamente con l’obiettivo di scatenare una premeditata guerra batteriologica[8]. I notevoli progressi raggiunti dall’ingegneria genetica hanno attirato l’interesse militare per le armi biologiche tali per cui si è diffuso un timore “(…) riguardo l’accidentale o volontaria liberazione di pericolosi virus, batteri e funghi manipolati geneticamente che potrebbero diffondere un inquinamento genetico in tutto il mondo, creando una mortale pandemia che potrebbe distruggere su vasta scala le piante, gli animali e la vita umana”[9]. La banca dati accumulata dagli anni del secondo conflitto mondiale ad oggi nel campo di agricoltura, allevamento, medicina, sono utili allo sviluppo su larga scala di agenti patogeni che possono affliggere piante, animali e popolazioni umane, appunto. Non si tratta di mere elucubrazioni su scenari da fantapolitica. Già in un rapporto del Dod, Dipartimento americano della difesa, presentato nel 1986 al Commettee on Appropriation della Camera degli Stati Uniti, si valuta come finalmente praticabile l’opportunità di una guerra biologica. Secondo il rapporto, gli sviluppi dell’ingegneria genetica nel campo degli organismi ricombinanti consente“(…) il rapido sfruttamento delle risorse della natura per scopi di guerra biologica in modi che non erano immaginabili dieci o quindici anni fa” e che sarebbe praticamente impossibile difendersi dagli agenti della guerra biologica. Nei primi anni 2000, la questione ancora in sospeso, per il Dod, è la creazione di antidoti: è possibile programmare i geni e renderli microrganismi infettivi o aumentarne la resistenza agli antibiotici e la virulenza o la persistenza in ambiente. E’ anche possibile inserire geni letali in agenti innocui in modo che l’organismo non li riconosca come dannosi e non intervenga nella creazione di anticorpi. E’, inoltre, possibile inserire geni in grado di controllare umore, comportamento, stato mentale e temperatura corporea ma anche clonare tossine per eliminare gruppi etnici o razze geneticamente predisposte verso alcune malattie più che altre.

“L’ingegneria genetica può anche essere usata per distruggere specie o ceppi specifici di piante coltivate o animali domestici, se lo scopo è quello di paralizzare l’economia di un Paese”[10] e quindi utile sia a operazioni controinsurrezionali che ad operazioni offensive su larga scala. I vantaggi sono molteplici: le vittime non riconosceranno l’attacco come tale e tarderanno a reagire. Ma quand’anche intendessero intervenire per difendersi o reclamare giustizia all’ombra della Convenzione internazionale sulle armi biologiche (1969)[11], avrebbero difficoltà a dimostrare la natura dell’attacco.

In tanti i Paesi sospettati dalla Central Intelligence Agency di detenere queste tecniche: dai colossi Cina e Russia a Corea, Libia, Siria e tutti gli storici nemici.

1989 - Il Presidente Ford ratifica la Biological Weapon Convention (BWC) 

Ad uscire dalla guerra come metafora è il Prof. Francis Boyle, uno dei redattori del US Biological Weapons Anti-Terrorism Act (1989), consulente di numerosi governi, ha rappresentato svariati organismi internazionali nei settori dei diritti umani, dei crimini di guerra e genocidio, politica nucleare e guerra biologica ed è professore di giurisprudenza internazionale presso la University of Illinois College of Law.

Secondo lo specialista il nuovo coronavirus è un’arma biologica offensiva e il WHO era a conoscenza di ogni cosa.  Insieme ad una rivista di Geopolitica parla della possibilità di ‘armare’ i virus e ipotizza che l’organismo 2019-nCoV sia, appunto,  una versione armata dell’nCoV scoperto dai medici sauditi nel 2012, un Coronavirus MERS[12]. L’ipotesi è avvalorata da uno studio scientifico che conferma come il SARS-CoV-2 sia un ricombinante di Coronavirus già noti come SARS e MERS. In particolare i ricercatori hanno rilevato solo cinque differenze nucleotidiche, in un genoma totale di circa 29.800 nucleotidi, tra i tre genomi 2019-nCoV[13]. Mentre un ulteriore studio della John Hopkins University ha rilevato l’esistenza del medesimo recettore per SARS-CoV e SARS-CoV-2 e spiega che le somiglianze genetiche tra i due virus sono tali da arguire che appartengono alla stessa specie e da essere considerati una variante della SARS. E’ per questo che in febbraio 2020 il Coronavirus Study Group (CSG) dell’International Committee on Taxonomy of Viruses ha deciso ufficialmente di cambiare il nome del virus inizialmente designato dal WHO come COVID-19 in SARS-CoV-2[14].

Questo consente di superare l’empasse e la confusione derivante dall’intreccio delle infezioni da Coronavirus SARS/MERS che si sta per dipanare in questo studio inteso a fare maggiore chiarezza su una vicenda che ha molti elementi rimasti oscuri e che, però, hanno determinato scelte politiche e limitazioni importanti delle libertà personali e collettive.

Scelte, come diremo più avanti con l’intellettuale Noam Chomsky. Scelte dettate dall’emergenza del momento. E’ per questo che risulta importante, fondamentale, ricostruire quanto di imprevedibile e improrogabile vi sia in questa vicenda. Se le ‘cassandre’ abbiano ragione nel denunciare un piano eversivo.

Infatti, malgrado le notizie abbiano sempre riportato l’immagine di un virus misterioso, un ‘nuovo’ Coronavirus, una novità per la scienza, motivo per cui non esisterebbero, ad oggi, cure, e per cui così tante persone sono decedute, secondo un rapporto destinato al Ministero della Salute e recante per oggetto: “Infezione da Nuovo Coronavirus – Aggiornamento situazione 30 novembre 2012”, parrebbe che nel 2012 (Governo Monti, ministri Balduzzi alla Salute, Di Paola alla Difesa e Cancellieri all’Interno) l’esistenza del Nuovo Coronavirus era già conosciuta e tenuta sotto osservazione.

In particolare il documento riporta ulteriori due casi di persone decedute per Coronavirus in Giordania, notizia resa all’OMS. Come risulta comunicato all’OMS in data 28 novembre dello stesso anno anche il caso di un’ulteriore persona deceduta in Arabia Saudita e rientrante in un ‘focolaio familiare’ in cui erano stati rilevati altri due casi precedenti.

Una ricostruzione riportata anche in uno studio internazionale del 2014[15] in cui viene specificato che il paziente saudita è deceduto dopo 11 giorni per insufficienza respiratoria progressiva e che il campione di espettorato prelevato è risultato negativo ai comuni virus respiratori (virus influenza A e B, virus parainfluenzali, virus respiratorio sinciziale e adenovirus). Il nuovo coronavirus è stato, dunque, identificato come Human Coronavirus Erasmus Medical center (HCoV-EMC). Lo studio riporta anche il caso successivo di un paziente del Quatar, un uomo di 49 anni, diagnosticato nel settembre 2012 con il nuovo coronavirus MERS-CoV per poi essere trasportato nel Regno Unito per cure intensive. I virus dei due uomini sono, in seguito, risultati uguali al 99,5% per cui il Coronavirus Study Group decide di rinominare MERS-CoV anche il virus isolato dal primo paziente saudita. Successivamente si attribuisce a MERS-CoV anche un’epidemia di gravi sindromi respiratorie rilavata da aprile 2012 a Zarqa in Giordania.

Fin dall’inizio i casi sono stati segnalati al WHO: 834 infetti di cui 288 deceduti (34,5%). I casi si sono verificati nella capitale Riyad, ad Al-Hasa, focolaio del 2013, a Jeddah, focolaio del 2014, ad Hafr Al-Batin, dove si è verificato un cluster comunitario (il focolaio si è verificato in ambiente ospedaliero) e nelle città sante di Makkah e Madinah. In una fase iniziale la malattia ha colpito maggiormente gli uomini. Inoltre è stato rilevato come nel secondo trimestre del 2014, tra aprile e maggio, si sia verificato un aumento anomalo del numero di casi segnalati dall’Arabia Saudita[16]:

Jaffar a. Al-Tawfiq, Ziad A Memish, Johns Hopkins Aramco Healthcare, Dhahran, Saudi Arabia; Indiana University School of Medicine, Indianapolis, IN, USA; Ministry of Health, Alfaisal University, Riyad, Saudi Arabia, ‘Middle East respiratory syndrome coronavirus: epidemiology and disease control measures’, 3 novembre 2014

Questi casi sono stati messi in relazione ad una sierologia positiva nei cammelli sebbene non fosse stata identificata la via di trasmissione da cammello a uomo e sebbene si riconosca il fatto che non tutti i malati abbiano avuto a che fare con cammelli o pipistrelli -  altra possibile fonte – e quindi si ipotizza l’esistenza di una fonte d’infezione sconosciuta. Ad esempio viene ampiamente riconosciuto che una grande percentuale dei casi è di origine ospedaliera. L’epidemia di Zarqa ha coinvolto 11 pazienti di cui 8 erano operatori sanitari. Anche ad Al-Hasa (2013) l’epidemia ha avuto inizio in una unità di emodialisi di un ospedale privato per coinvolgere successivamente altri 3 ospedali. Anche nell’aprile 2014 ad Al-Ain, dei 23 casi registrati, 16 erano operatori sanitari. In ogni caso gli operatori che hanno contratto la MERS-CoV erano coinvolti in operazioni e procedure che generano aerosol come intubazione, aspirazione delle vie aeree e induzione dell’espettorato. E’ interessante un’ulteriore nota derivante da questo studio: diversamente da quanto ipotizzato inizialmente, solo 8 delle 13 trasmissioni epidemiologiche erano correlate e quindi è necessario pensare ad ulteriori e diversificate fonti di ingresso dell’infezione. Ulteriori infezioni in altri Paesi (Grecia, Giordania, Malesia, Filippine, Regno Unito, Francia, Tunisia, Italia, Egitto, Stati Uniti e Paesi Bassi) sono, invece, legate al viaggio e in questi casi, solo in Francia e Regno Unito è stato accertato il passaggio da uomo a uomo. Per i restanti casi la via di trasmissione del virus rimane un mistero.

Mappa dei primi casi registrati in Arabia Saudita
Anche il precedente caso di Coronavirus del 2003, SARS, è rimasto senza troppe spiegazioni sulle modalità di trasmissione da animale a uomo sebbene analizzato in Canada, in uno dei centri più all’avanguardia, e dai migliori specialisti riconosciuti nel panorama scientifico mondiale. Per cui si giunge alla conclusione secondo cui il virus si stesse modificando, un problema critico da risolvere per Allison McGeer,microbiologo e consulente in malattie infettive al Mt. Sinai Hospital di Toronto e  a capo di una task force che nel 2003 ha debellato la SARS a Toronto[17]. La stessa WHO il 23 aprile 2014 ammette di non riuscire a trovare valide spiegazioni scientifiche al tipo di diffusione della MERS e avverte che il virus si diffonde in gran parte nelle strutture ospedaliere  riconoscendo ‘lacune informative critiche’ dovute al fatto che il 75% dei casi è secondario, derivante dalla trasmissione da uomo a uomo, quindi rimane una buona percentuale di pazienti di cui non si comprendono le modalità di infezione[18].

Come si evince dal documento italiano su riportato, il paziente saudita non era il primo sospettato di aver contratto il nuovo coronavirus. Ma risulta importante il suo caso in particolare perché è dai suoi polmoni che il Dr. Ali Mohamed Zaki isola un coronavirus e, non avendolo mai osservato prima, contatta uno dei più importanti virologi dell’Erasmus Medical Center di Rotterdam, nei Paesi Bassi, per un parere. E’ Ron Fouchier il quale sequenzia il virus da un campione ricevuto dall’Arabia Saudita usando il metodo della reazione a catena della polimerasi in tempo reale (RT-PCR) ad ampio spettro per verificare se il virus in questione avesse le caratteristiche distintive di un gruppo di coronavirus noti per risultare infettivi per l’uomo.

Il campione viene, in seguito, acquisito dal dr. Frank Plummer[19], direttore scientifico del National Microbiology Laboratory (NML) di Winnipeg in Canada, l’unica struttura di livello 4 del Canada e una delle poche in nord America capaci di gestire virus delle malattie più letali al mondo. Il virus arriva in Canada il 4 maggio 2013 direttamente dal laboratorio olandese. Qui sono state conservate delle scorte di virus con l’obiettivo di valutare i test diagnostici usati in Canada e per capire quali specie animali potessero essere infettate con il nuovo virus. La ricerca, secondo un rapporto della rivista di geopolitica Great Game India[20], è stata condotta in collaborazione con il laboratorio nazionale della Canadian Food Inspection Agency e il National Center for Foreign Animal Diseases.

Il NML si trova nello stesso complesso del National Center for Foreign Animal Diseases e già nel 2004 aveva isolato e pubblicato la prima sequenza genomica del coronavirus SARS e un ulteriore coronavirus NL63. E’ da questo laboratorio che alcuni agenti cinesi avrebbero rubato il nuovo coronavirus isolato dai polmoni del paziente saudita. Secondo la ricostruzione del Rapporto, nel marzo 2019 dall’NML viene organizzata una spedizione di virus straordinariamente virulenti, potenziali armi biologiche, verso la Cina. Il fatto provoca uno scandalo tra gli esperti per cui vengono avviate delle indagini e le responsabilità vengono fatte ricadere su agenti cinesi che lavoravano presso il NML e che il 5 luglio 2019, in conseguenza delle indagini, vengono scortati fuori dai laboratori canadesi. 

La Dott.ssa Xianguo Qiu nei laboratori canadesi
Tra questi Xiangguo Qiu, capo della sezione Sviluppo vaccini e terapie antivirali del Programma speciale per i patogeni. La dottoressa studiava virus letali presso l’MNL dal 2006 mentre su quelli spediti in Cina lavorava dal 2014. Il marito di Qiu è Keding Cheng, un batteriologo in seguito specializzato anche in virologia. Insieme sono accusati di aver infiltrato l’MNL con un gran numero di agenti cinesi arrivati in Canada come studenti e ricercatori provenienti dall’Istituto di veterinaria militare dell’Accademia di scienze mediche militari di Changun, dal Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie della regione militare di Chengdu, dal Wuhan Institute of Virology, dell’Accademia cinese delle scienze di Hubei e dall’Istituto di microbiologia dell’Accademia cinese delle scienze di Pechino. 

Qiu solo tra il 2017 e il 2018 ha viaggiato 5 volte dal Canada verso il laboratorio di biosicurezza di Wuhan, diventato BSL4 proprio nel gennaio 2017[21] ed è ospitato dalla struttura militare cinese del Wuhan Institute of Virology collegato al programma cinese per la guerra biologica. Secondo quanto scritto da Guizhen Wu sulla rivista ‘Biosafety and Health’, nel gennaio 2018 il laboratorio di Wuhan era già pronto per esperimenti globali su patogeni BSL4[22]. Ma il centro di Hubei è solo una tra le 40 strutture cinesi che conservano e producono armi biologiche coinvolgendo altre discipline scientifiche  tra cui l’intelligenza artificiale e il supercalcolo o la tecnica CRISPR-Cas[23] considerata una tecnologia utilizzabile per la deterrenza militare. La Cina sta anche investendo sulle informazioni genetiche e nel 2016 fonda la National Genebank, la banca genetica nazionale,  e si propone di diventare il più grande archivio genetico esistente al mondo. 

Chinese National Genebank
Secondo la Cina le informazioni derivanti dalla genetica sono strategiche per una vittoria incruenta[24]Sulla lettura ‘militare’ della vicenda torna ancora utile il rapporto italiano di cui sopra da cui emerge chiaramente come i due casi rilevati in Giordania fossero rientrati per il locale Ministero competente in una serie di polmoniti gravi registrate in tutto il Paese, motivo per cui la Giordania chiese di poter effettuare indagini di laboratorio presso il centro di Cooperazione dell’OMS per infezioni emergenti e ri-emergenti denominato NAMRU-3, di cui diremo tra qualche riga. Questi fatti sono avvenuti nell’aprile del 2012 ed effettivamente gli specialisti del Namru-3 si recano in Giordania per raccogliere campioni biologici dei pazienti colpiti da infezioni respiratorie gravi ma risultati negativi al Nuovo Coronavirus o altri virus respiratori.

Nel 2012 il laboratorio Namru del Cairo aveva individuato i primi casi di MERS

 
Il fatto è a ulteriore conferma di come il Nuovo Coronavirus fosse già conosciuto, cercato e tenuto in osservazione a livello internazionale, sebbene nel 2012 non fosse ancora stato isolato e dunque, riporta la relazione italiana, non erano ancora disponibili esami di laboratorio specifici atti a confermare la presenza di questo virus. Successivamente, nell’ottobre 2012, i campioni furono nuovamente studiati dagli specialisti del Namru-3 il quale ‘finalmente’ comunica al Ministero della Salute giordano la presenza di Nuovo Coronavirus in due pazienti affetti da polmonite grave. Da qui il 28 novembre 2012 l’Ufficio Regionale del Mediterraneo Orientale dell’OMS (EMRO) invia in Giordania alcuni esperti allo scopo di condurre uno studio epidemiologico. In totale, riporta la relazione, al 30 novembre 2012 risultavano 5 casi di cui 3 deceduti in Arabia Saudita, 2 in Qatar e 2 in Giordania.

EMRO
L’infezione non viene, dunque, riconosciuta come una comune influenza fin dalle prime battute, se si decide di scomodare anche unità militari specializzate nella guerra biologica.

La Namru 3[25], infatti, è la terza Naval Medical Research Unit e fa parte di un progetto militare statunitense. Si tratta di uno dei cinque commando militari orientati alla ricerca e sviluppo indirizzata all’ottimizzazione della risposta ad attacchi biologici di tipo militare. Ulteriori stazioni sono posizionate a Singapore, Lima, Perù mentre sul territorio statunitense vi è una base a San Antonio, in Texas e una a Dayton in Ohio.



Figura 3 . Sedi dei Commando Namru; fonte: https://www.c6f.navy.mil/About-Us/

Il commando del Cairo è il più antico e viene istituito durante la seconda guerra mondiale allo scopo di proteggere le truppe statunitensi dal tifo. Al termine del conflitto l’Egitto chiede alla Marina statunitense di proseguire la collaborazione con gli scienziati locali. Nel 1946 viene, quindi, formalizzata la creazione della prima unità Namru al Cairo, oggi composta da 10 persone tra ufficiali e marinai.

Il 12 dicembre 2019 la terza unità dà notizia di essersi spostata dalla sede storica del Cairo alla Naval Air  Station di Sigonella, in Italia, sotto il comando del capitano Marshall Monteville, all’alba  della deflagrazione dell’epidemia cinese del Sars-Cov-2 (gennaio 2020), il temibile Coronavirus che ha successivamente scelto di svernare nel nord Italia (febbraio 2020). Eppure già alcuni mesi prima, durante una cerimonia dedicata alla nomina del 31mo Comandante della Namru 3 Marshall Monteville, appunto, avvenuta il 12 luglio 2019[26] si conferma la centralità della base aerea navale siciliana ritenuta strategica per le attività del quartier generale del Namru in virtù della posizione geografica del centro di Sigonella. Segno che Namru 3 aveva messo radici in Sicilia mesi prima rispetto alla comunicazione ufficiale.

Boyle denuncia da tempo l’uso militare degli organismi geneticamente modificati e afferma che la linea tra ‘offesa’ e ‘difesa’ sia così sottile da risultare praticamente inesistente in questo settore. Una valutazione condivisa anche da Rifkin il quale spiega come le comuni forme di produzione di vaccini siano tecnicamente molto vicine alla produzione di agenti delle armi biologiche offrendo facili opportunità di conversione[27]. Durante l’amministrazione Bush Jr. le politiche suggerite dai Neo Conservatori di matrice reaganiana hanno sostenuto finanziariamente la ricerca nel campo della ‘difesa biologica’ ipotizzando la sperimentazione sugli esseri umani e scoperchiando il classico vaso di Pandora.

Ma per sviluppare un’arma biologica, spiega Boyle, è necessario lavorare su tre elementi:

- Un agente biologico dannoso

- Un vaccino da inoculare nelle truppe e nei civili in modo da proteggerli dal virus letale

- Un efficiente dispositivo o meccanismo per la diffusione dell’agente patogeno 

Studio del Prof. Kamran Afzal

In una guerra biologica, è importante, ad esempio, che l’agente patogeno possa essere somministrato per aerosol, quindi attraverso l’aria, tra le vittime designate[28].

In pratica, spiega Boyle, i ‘life-scientist’ sviluppano un nuovo agente biologico offensivo, poi, usando la tecnologia del gene- splicing, sviluppano un vaccino.

Il gene-splicing consente ai ricercatori di inserire nuovi geni in materiale genetico già esistente nel genoma di un organismo. 

Esempio sull'uso di gene spicing
Ad esempio il DNA di un virus può essere unito al genoma di un ceppo batterico innocuo. Quando i batteri hanno prodotto la proteina virale, questa può essere recuperata e siccome i ceppi batterici si moltiplicano con eccezionale rapidità, sarà possibile raccogliere grandi quantità di questa proteina e, dopo averla purificata, potrà essere utilizzata come vaccino attraverso una semplice iniezione che provocherà una risposta immunitaria nell’individuo che la riceve. Sembrano, quindi, superati gli ostacoli rilevati all’inizio del millennio riguardanti gli antidoti ad agenti biologici utilizzabili in azioni offensive. La diffusione su larga scala di agenti patogeni aerosolizzati e capaci di colpire popolazioni target a scopi offensivi non è nuova agli organismi internazionali[29].

Già negli anni 80 era ormai evidente che in molte università si stesse abusando della ricerca in campo genetico per produrre un agente patogeno, per creare un vaccino ‘difensivo’, per rendere l’agente somministrabile via aerosol, per testare che l’aerosol patogeno fosse capace di uccidere animali dalle caratteristiche simili a quelle degli esseri umani, come i maiali.

E oggi c’è anche l’antidoto: le nanotecnologie hanno trovato il modo per neutralizzare agenti biologici diffusi attraverso nuvole di aerosol[30]

Secondo Rifkin, i geni sono l’oro verde del secolo biotech e detenere un controllo su queste nuove tecnologie garantirebbe poteri praticamente assoluti nel mondo economico esattamente come durante l’era industriale l’accesso ai giacimenti dei combustibili fossili e dei metalli ha determinato il controllo sui mercati globali. Agricoltura e industria sono campi in cui ricombinare e manipolare i geni offre potenzialità di attacco  ed esercizio senza precedenti.

Da uno studio del Max Plank Institute
Più la tecnologia è in grado di espropriare e controllare le forze della natura e maggiore sarà il prezzo da pagare in termini di ecosistemi e sistemi sociali: “Con la tecnologia genetica noi assumiamo il controllo del nostro patrimonio ereditario naturale, ossia del nostro programma genetico – spiega Rifkin - Può una persona ragionevole pensare, anche solo per un momento, che un simile potere non comporti alcun rischio?”[31].

Eppure la ricerca prosegue all’insegna di cooperazioni transnazionali e alleanze improprie da un punto di vista delle attuali logiche della geografia politica. Il 16 novembre 2015 ‘Leonardo’,  il TG scientifico della RAI, TV di Stato italiana, riporta la notizia di un supervirus polmonare creato da pipistrelli e topi. 

La ricerca è firmata dai laboratori del Celeste Impero, riusciti ad innestare una proteina prelevata dai pipistrelli ‘dal naso a ferro di cavallo’, molto comuni in Cina, sul virus della SARS ricavato dai topi. Ne esce un supervirus che potrebbe colpire l’uomo attraverso la molecola SHC014 che permette al Coronavirus di attaccarsi alle nostre cellule scatenando la sindrome. Il virus così ingegnerizzato può passare direttamente dai pipistrelli all’uomo senza l’aiuto di specie 

intermedie come il topo. Già un anno prima (2014) una moratoria statunitense aveva fermato i finanziamenti alla ricerca in questione che aveva il chiaro proposito di rendere il virus più contagioso per l’uomo. Ma questo non ha fermato i laboratori cinesi. Lo studio in questione
[32] è guidato dal Prof. Ralph Baric[33] sul versante statunitense e dalla Prof.ssa Zhengli-Li Shi[34] per la Cina, è stato pubblicato su PubMed il 9 novembre 2015 ed è frutto di sforzi internazionali. Tra i ricercatori, anche Antonio Lanzavecchia, immunologo presso l’Istituto per la ricerca in biomedicina di Bellinzona. Alla ricerca ha collaborato anche l’istituto di ricerca medica dell’esercito degli Stati Uniti che ha fornito cellule Vero E6 su cui sono stati coltivati i virus SARS-CoV di tipo selvatico (Urbani), SARS-CoV adattato al topo (mouse adapted) MA15 e CoV chimerici simili alla SARS. Per gli esperimenti sono stati usati dei topi condotti in un laboratorio BSL3, dove sono stati lasciati ad acclimatarsi per una settimana prima di essere infettati per via nasale. Lo studio muove dall’idea secondo cui i virus SARS in circolazione tra le popolazioni di pipistrelli, potrebbero rappresentare una futura minaccia e che SARS-CoV è un agente selezionato.

“However, sequence data alone provides minimal insights to identify and prepare for future prepandemic viruses. Therefore, to examine the emergence potential (that is, the potential to infect humans) of circulating bat CoVs, we built a chimeric virus encoding a novel, zoonotic CoV spike protein—from the RsSHC014-CoV sequence that was isolated from Chinese horseshoe bats1—in the context of the SARS-CoV mouse-adapted backbone. The hybrid virus allowed us to evaluate the ability of the novel spike protein to cause disease independently of other necessary adaptive mutations in its natural backbone. Using this approach, we characterized CoV infection mediated by the SHC014 spike protein in primary human airway cells and in vivo, and tested the efficacy of available immune therapeutics against SHC014-CoV. Together, the strategy translates metagenomics data to help predict and prepare for future emergent viruses”[35].

Cioè: i soli dati relativi alle sequenze non forniscono informazioni sufficienti per identificare e prepararsi a futuri virus prepandemici. Pertanto, allo scopo di esaminare il potenziale emergenziale cioè fino a che punto i CoV in circolazione siano in grado di infettare gli esseri umani, i ricercatori affermano di aver costruito un virus chimerico che codifica una nuova proteina zoonotica dalla sequenza RsSHC014-CoV che è stata isolata dai pipistrelli dal naso a ferro di cavallo cinesi. Il virus ibrido ha permesso, così, di comprendere che la spike protein, la proteina di superficie chiamata SHC014 è in grado di causare malattie indipendentemente da altre mutazioni adattive. In pratica la proteina SHC014 è in grado di mediare l’infezione da CoV nelle cellule primarie delle vie aeree umane e in vivo.

Ulteriore pubblicazione riporta di un'influenza A derivata da un virus chimerico originato dai pipistrelli

Tuttavia rimanevano ancora dei limiti alla trasmissibilità della malattia all’uomo. In particolare viene notato che esistono differenze importanti nei 14 residui che legano l’ACE2, il recettore per SARS-CoV. Per cui la proteina spike SHC014 non è in grado di legare l’ACE2 umano. Quindi la ricerca è andata oltre arrivando a sintetizzare lo spike SHC014. Il CoV chimerico è stato così chiamato SHC014-MA15 ed è stato inserito in un topo con l’obiettivo di ‘massimizzare la patogenesi’ e avviare uno studio sui vaccini nei topi. 

La costruzione sintetica del mutante chimerico e dell'intera sequenza SHC014-CoV è stata approvata dal Comitato istituzionale per la biosicurezza dell'Università della Carolina del Nord e dal comitato Dual Use Research of Concern. Nella ricerca genetica, per ‘dual use’ o doppio uso, si intende una ricerca che può essere condotta sia per scopi pacifici (curativi) che per scopi offensivi. L’esperimento va a buon fine – secondo i propositi della ricerca - in quanto la creazione del virus chimerico in questione è effettivamente in grado di potenziare la patogenicità del virus. Per testare l’efficacia della spike SHC014, è stata esaminata la sensibilità delle cellule epiteliali delle vie respiratorie umane Calu-3 2B4 trovando conferma nella capacità dei virus con spike SHC014 di infettare le cellule delle vie aeree umane e ribadendo la potenziale minaccia di trasmissione di SHC014-CoV tra specie viventi diverse.

In un momento successivo si è cercato di determinare l’efficacia degli anticorpi monoclonali SARS-CoV contro l’infezione da SHC014-MA15. In particolare lo studio ritiene interessanti 4 anticorpi monoclonali umani neutralizzanti che mirano alla proteina spike SARS-CoV e già precedentemente segnalati come probabili reagenti per l’immunoterapia. Tuttavia gli anticorpi che risultano neutralizzanti contro SARS-CoV, possono avere solo un’efficacia marginale contro i ceppi di CoV simili alla SARS ed emergenti come SHC014. Ulteriori esperimenti contro SHC014-MA15 sono stati condotti con vaccini esistenti iniettati nei topi anziani infettati con SARS-CoV (DIV). Ma è stato trovato che il vaccino non è riuscito a proteggere i topi anziani. Al contrario: l’inoculazione del vaccino ha provocato una patologia immunitaria aumentata indicando la possibilità che il vaccino abbia ulteriormente danneggiato gli animali sottoposti a vaccinazione, particolarmente gli animali più anziani.

Gli esperimenti condotti dai ricercatori fanno più volte chiara menzione a sperimentazioni in vivo e a colture nelle vie aeree umane dove è stata notata una ‘robusta infezione’ dopo l’inoculazione di SARS-CoV con proteina spike SHC014.

Oggi in ambiente scientifico si ritiene che la SARS sia arrivata nella popolazione umana proprio attraverso i pipistrelli della specie dal naso a ferro di cavallo[36], gli stessi da cui sono partite le sperimentazioni dello studio della Professoressa Shi e del Prof. Baric e che hanno provocato infezioni in diverse aree della Cina dal 2005. 

In particolare in uno studio cinese durato 5 anni e pubblicato nel novembre del 2017 – anche questo condotto dalla Prof.ssa Shi - si spiega come, indipendentemente dalle diverse specie di pipistrello, la SARS-CoV e la SARSr-CoV[37] rilevate nei pipistrelli della Cina sud-occidentale, nelle provincie dello Yunnan, Guinzhou e Guangxi, mostravano maggiori elementi in comune rispetto a quelle rilevate nelle provincie sud-orientali, centrali e settentrionali come Hong Kong, Hubei e Shaanxi dove si notavano differenze filogenetiche maggiori rispetto ai SARS-CoV umani e dello zibetto[38]. In particolare lo studio racconta di una grotta dello Yunnan, in prossimità della città di Kunming in cui sono stati scoperti ceppi con elevata somiglianza genetica con SARS-CoV umani e in grado di utilizzare l’ACE2 umano come recettore per le cellule respiratorie primarie umane. La SARS è una sindrome respiratoria causata da un betacoronavirus ed è comparsa per la prima volta proprio in Cina, nel 2002, per poi diffondersi in tutto il mondo nel 2003 manifestandosi con alta mortalità caratterizzata da febbre, mal di testa e sintomi respiratori gravi.

Dall’aprile 2011 all’ottobre 2015 sono stati raccolti e testati 602 campioni biologici e sono stati trovati 15 ceppi di SARSr-CoV che presentavano una identità tra il 93,2% e il 96% con i SARS-CoV umani: valori significativamente superiori rispetto a quelli presenti in altre regioni della Cina (88-93%). La ricerca ha messo anche in luce il fatto che la differenza principale tra la SARS-CoV e la maggior parte di SARSr-CoV di pipistrello si trova nel gene S.

Una conferma alle ipotesi di Boyle il quale ipotizza che il laboratorio di Wuhan stesse conducendo ricerche sulla SARS potenziando il virus in modo da renderlo più letale. Che poi sia uscito deliberatamente o meno da quella struttura per infliggere un danno al proprio popolo è un altro discorso che richiederebbe di comprendere i motivi di un simile gesto. 

Hong Kong un anno fa durante la Rivoluzione degli Ombrelli
Al momento l’unico beneficio evidente per il dittatore cinese, scaturito dalla deflagrazione della tragedia sanitaria del Novel Coronavirus, riguarda l’interruzione dell’escalation di violenze generate dalla ‘rivoluzione degli ombrelli’ che stava indebolendo la figura di leader indiscusso del presidente cinese. Xi Jinping minaccia ritorsioni per l’ingerenza statunitense nelle faccende di Hong Kong e pretende sudditanza da chi, come l’Italia, si trova nei percorsi pensati dal mastodontico progetto della Via della Seta. 


Già durante i primi giorni di dicembre i rapporti diplomatici tra Italia e Cina hanno subito un irrigidimento in seguito all’invito in videoconferenza di uno degli studenti che hanno guidato la rivoluzione colorata di Hong Kong, Joshua Wong, da parte di alcuni parlamentari in maggioranza Radicali e Fratelli d’Italia. Un’intollerabile intromissione in questioni interne, per i vertici cinesi. Inefficace l’intervento delle più alte cariche dello Stato italiano[39].

Non una semplice questione di principio. Da un lato la Cina lancia accuse agli ingegneri sociali delle coloured revolution di finanziare i giovani rivoluzionari infiltrandosi nelle università cinesi attraverso la NED, National Endowment for Democracy, direttamente collegata alla CIA. 

Divide et impera, lo sapevano anche in antichità, offre indiscutibili vantaggi. Dall’altro l’Italia gode di una posizione privilegiata e contesa nel Mediterraneo, in particolare le regioni meridionali, storici avamposti militari NATO e statunitensi e rientranti in un progetto internazionale che le vede ‘hub’ energetico ricevente gas dai favolosi giacimenti recentemente scoperti da ENI e Kogas[40] l’omologa sudcoreana. Un progetto mastodontico di gasdotti che si riuniscono sulle coste pugliesi – in aggiunta ai gasdotti siciliani già esistenti – dovrebbero ricevere gas da Africa, Medio Oriente e Asia. Ma la Cina è anche interessata al porto di Taranto, strategico per il progetto della Via della Seta.

Dunque: è possibile che quella ‘epidemia di metafore’[41] non sia una semplice forzatura giornalistica? Un espediente su cui il media mainstream ha insistito allo scopo di creare pathos?

 



[1] Vineet D Menachery , Boyd L Yount, Jr , Kari Debbink , Sudhakar Agnihothram , Lisa E Gralinski , Jessica A Plante , Rachel L Graham , Trevor Scobey , Xing-Yi Ge , Eric F. Donaldson , Scott H Randell , Antonio Lanzavecchia , Wayne A Marasco , Zhengli-Li Shi , Ralph S Baric , ‘A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence’, Nat Med . 2015; 21 (12): 1508–1513; 9 novembre 2015 Doi:  10.1038 / nm.3985

[1] Dipartimento di Epidemiologia, School of Public Health, Università del North Carolina, Chapel Hill

[2] Gen. Fabio Mini, ‘L’epidemia di metafore nasconde che la ‘guerra’ al virus è lotta fratricida’,  LIMES n°4 – 2020 Il Vincolo Interno

[3] Gen. Fabio Mini, ‘L’epidemia di metafore nasconde che la ‘guerra’ al virus è lotta fratricida’,  LIMES n°4 – 2020 Il Vincolo Interno

[4] Beck lascia qui l’esempio del terrorismo islamico: l’importanza che i media di tutto il mondo attribuiscono al fenomeno, permette al fenomeno stesso di autoalimentarsi e potenziarsi. Senza il successo decretato dalla pubblicità dei media, i terroristi rimarrebbero un fenomeno limitato nello spazio e nel tempo.

[5] Beck Ulrich, ‘Conditio Humana. Il rischio nell’età globale’, 2007 Ed. Laterza

[6] Sen Amartya, “Lo sviluppo è libertà – perché non c’è crescita senza democrazia”, pg.155, Ed. Arnoldo Mondadori, Milano, 2000

[7] Beck Ulrich, ‘Conditio Humana. Il rischio nell’età globale’, pg. 37, Ed. Laterza 20070

[8] Rifkin Jeremy, ‘Il secolo biotech. Il commercio genetico e l’inizio di una nuova era’, Ed. Baldini&Castoldi, 1998

[9] Rifkin Jeremy, ‘Il secolo biotech. Il commercio genetico e l’inizio di una nuova era’, pg. 154, Ed. Baldini&Castoldi, 1998

[10] Rifkin Jeremy, ‘Il secolo biotech. Il commercio genetico e l’inizio di una nuova era’, pg. 157, Ed. Baldini&Castoldi, 1998

[12] Great Game India, ‘Dr. Francis Boyle Creator of BioWeapons Act Says Coronavirus Is Biological Warfare Weapon’, 3 febbraio 2020. In: https://greatgameindia.com/dr-francis-boyle-creator-of-bioweapons-act-says-coronavirus-is-biological-warfare-weapon/

[13] Abby Olena, ‘Researchers find 380 amino acid substitutions between 2019-nCoV and severe acute respiratory syndrome (SARS)-related coronaviruses’, 11 febbraio 2020; in: https://www.the-scientist.com/news-opinion/scientists-compare-novel-coronavirus-to-sars-and-mers-viruses-67088 basato sul seguente studio: A. Wu et al., “Genome composition and divergence of the novel coronavirus (2019-nCoV) originating in China,” Cell Host & Microbedoi:10.1016/j.chom.2020.02.001, 2020

[14] John Hopkins University, Bloomberg School of Public Health, ‘SARS-CoV-2 Genetics’, 16 aprile 2020. IN: https://www.centerforhealthsecurity.org/resources/COVID-19/COVID-19-fact-sheets/200128-nCoV-whitepaper.pdf

[15] Jaffar a. Al-Tawfiq, Ziad A Memish, Johns Hopkins Aramco Healthcare, Dhahran, Saudi Arabia; Indiana University School of Medicine, Indianapolis, IN, USA; Ministry of Health, Alfaisal University, Riyad, Saudi Arabia, ‘Middle East respiratory syndrome coronavirus: epidemiology and disease control measures’, 3 novembre 2014

[16] Jaffar a. Al-Tawfiq, Ziad A Memish, Johns Hopkins Aramco Healthcare, Dhahran, Saudi Arabia; Indiana University School of Medicine, Indianapolis, IN, USA; Ministry of Health, Alfaisal University, Riyad, Saudi Arabia, ‘Middle East respiratory syndrome coronavirus: epidemiology and disease control measures’, 3 novembre 2014

[18] Dichiarazione OMS del 23 aprile 2014: https://www.facebook.com/WHOEMRO/posts/650401965008625

[19] Il dott. Plummer è stato assassinato in Africa il 6 febbraio 2020 in circostanze non chiare.

[20] Great game India, ‘Coronavirus Bioweapon – How China Stole Coronavirus From canada and Weaponized It’, 26 gennaio 2020. In:- https://greatgameindia.com/coronavirus-bioweapon/

 

[21] Come è ormai noto il National Biosafety laboratory di Wuhan dista 20 miglia dal mercato del pesce accusato di essere l’epicentro dell’epidemia di Coronavirus.

[22] Great Game India, “Coronavirus Bioweapon – How China Stole Coronavirus From Canada and Weaponized it”, 26 gennaio 2020; https://greatgameindia.com/coronavirus-bioweapon/

[23] CRISPR è acronimo di Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats, sono una serie di segmenti di DNA contenenti una ripetizione di sequenze nei batteri. La versione CRISPR/Cas9 del sistema viene usata per modificare in maniera permanente i geni di diversi tipi di organismo. Tra le funzioni più importanti dell’enzima Cas9 vi è il riconoscimento della struttura estranea da tagliare. Questa struttura può essere il genoma di un patogeno che sta infettando il batterio. Modificando Cas9 è possibile ‘vaccinare’ il batterio contro un’infezione di batteriofagi. All’interno dei Crispr  possono essere presenti degli spaziatori, piccole sequenze di DNA che in passato hanno tentato di attaccare la cellula, fatto che ha suggerito un ruolo di immunità adattiva e riconoscimento degli attacchi di virus esogeni da parte del Crispr. L’ipotesi è stata confermata nel 2007. Con il sistema Crispr/Cas9 è possibile modificare anche cellule umane.

[24] Great Game India, “Coronavirus Bioweapon – How China Stole Coronavirus From Canada and Weaponized it”, 26 gennaio 2020; https://greatgameindia.com/coronavirus-bioweapon/

[25] Cmdr. Dean J. Wagner, ‘NAMRU-3 Moves to Sigonella, Italy’, 12 dicembre 2019, in: https://www.c6f.navy.mil/Press-Room/News/News-Display/Article/2051364/namru-3-moves-to-sigonella-italy/

[26] Steve Vanderweff, Defense Visual Information Distribution Service, ‘NAMRU-3 Change of Command’, 7 luglio 2019. In: https://www.dvidshub.net/news/332036/namru-3-change-command

[27] Rifkin Jeremy, ‘Il secolo biotech. Il commercio genetico e l’inizio di una nuova era’, pg. 158, Ed. Baldini&Castoldi, 1998

[28] Boyle Francis A., ‘Biowarfare and terrorism’, pg. 20. Clarity Press, 2005

[29] WHO, ‘Public health response to biological and chemical weapons – WHO guidance’, Defense Threat Reduction Agency, giugno 2016, in: https://www.who.int/csr/delibepidemics/annex3.pdf

[30] Grinshpun S.A., Adhikari A., Reponen T., Dreizin E., Schoenitz M., ‘Neutralization of Aerosolized Bio-agents by Filled Nanocomposite Materials through Thermal and Chemical Inactivation Mechanism’,

[31] Rifkin Jeremy, ‘Il secolo biotech. Il commercio genetico e l’inizio di una nuova era’, pg. 72, Ed. Baldini e Castoldi, 1998

[32] Vineet D Menachery , Boyd L Yount, Jr , Kari Debbink , Sudhakar Agnihothram , Lisa E Gralinski , Jessica A Plante , Rachel L Graham , Trevor Scobey , Xing-Yi Ge , Eric F. Donaldson , Scott H Randell , Antonio Lanzavecchia , Wayne A Marasco , Zhengli-Li Shi , Ralph S Baric , ‘A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence’, Nat Med . 2015; 21 (12): 1508–1513; 9 novembre 2015 Doi:  10.1038 / nm.3985

[33] Dipartimento di Epidemiologia, School of Public Health, Università del North Carolina, Chapel Hill

[34] Direttrice del Center for Emerging Infectious Diseases at the Wuhan Institute of Virology (WIV), BSL4, da dove si pensa sia uscito il virus che ha provocato la pandemia.

[35] Vineet D Menachery , Boyd L Yount, Jr , Kari Debbink , Sudhakar Agnihothram , Lisa E Gralinski , Jessica A Plante , Rachel L Graham , Trevor Scobey , Xing-Yi Ge , Eric F. Donaldson , Scott H Randell , Antonio Lanzavecchia , Wayne A Marasco , Zhengli-Li Shi , Ralph S Baric , ‘A SARS-like cluster of circulating bat coronaviruses shows potential for human emergence’, Nat Med . 2015; 21 (12): 1508–1513; 9 novembre 2015 Doi:  10.1038 / nm.3985

 

[36] Bedford T. , Richard N.,  Hadfield J., Hodcroft E.,  Muller N., Licisin M., ‘Narrative: Genomic analysis of nCoV spread. Situation report 2020-01-23’, 23 gennaio 2020 in: .https://nextstrain.org/narratives/ncov/sit-rep/2020-01-23

[37] SARSr-CoV significa SARS related Coronavirus del genere Betacoronavirus e sottogenere Sarbecovirus.

[38] Ben Hu , Lei-Ping Zeng , Xing-Lou Yang , Xing-Yi Ge, Wei Zhang, Bei Li, Jia-Zheng Xie, Xu-Rui Shen,, Yun-Zhi Zhang, Ning Wang, Dong-Sheng Luo, Xiao-Shuang Zheng, Mei-Niang Wang, Peter Daszak, Lin-Fa Wang, Jie Cui , Zheng-Li Shi, ‘Discovery of a rich gene pool of bat SARS-related coronaviruses provides new insights into the origin of SARS coronavirus’, 30 novembre 2017 in: https://journals.plos.org/plospathogens/article?id=10.1371/journal.ppat.1006698; https://doi.org/10.1371/journal.ppat.1006698

[39] https://www.liberoreporter.it/2019/12/in-evidenza/la-rivoluzione-degli-ombrelli-di-hong-kong-ora-infiamma-il-mondo.html

[40] Chiara Madaro, ‘Tutti i gasdotti portano in Salento’, 17 maggio 2019 in: https://pangea-ecosservatorio.blogspot.com/2019/05/tutti-i-gasdotti-portano-in-salento_11.html e “Salento hub - tutti i gasdotti portano al Tacco” 11 gennaio 2019 in: http://www.europeanconsumers.it/2019/01/10/salento-hub-tutti-i-gasdotti-portano-al-tacco/

[41] Gen. Fabio Mini, ‘L’epidemia di metafore nasconde che la ‘guerra’ al virus è lotta fratricida’,  LIMES n°4 – 2020 Il Vincolo Interno