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sabato 13 febbraio 2021

Il complesso militare industriale e la finanziarizzazione degli eventi meteorologici.

 


Chiara Madaro

In: https://www.academia.edu/44989325/Il_complesso_militare_industriale_e_la_finanziarizzazione_degli_eventi_meteorologici?email_work_card=title

 “Il tempo atmosferico non è solo un problema ambientale, è un importante fattore economico – nota  in una testimonianza al Congresso degli Stati Uniti del 1998, l'ex segretario al commercio William Daley - almeno 1 trilione di $ della nostra economia è sensibile alle intemperie”[1].

Una valutazione che si mantiene costante nei decenni. In tempi più vicini a noi il Dr. Blake Bextine, Program Manager di Insect Allies, un programma di ricerca DARPA dice: “La sicurezza nazionale può essere rapidamente messa a repentaglio da minacce naturali al sistema delle colture, inclusi agenti patogeni, siccità, inondazioni e gelo, ma soprattutto dalle minacce introdotte da attori statali o non statali”[2].

E’ per questo che negli anni 80 si è pensato di capitalizzare le conoscenze scientifiche riguardanti i sistemi di modificazione del clima allo scopo di raggiungere entro il 2025 la così detta ‘full spectrum dominance[3] e sconfiggere o reprimere gli avversari ‘owning the weather’, governando il tempo atmosferico[4]. Fondamentale il supporto di istituzioni filantropiche e finanziarie. Secondo il sociologo Steve Fuller[5] l’abbraccio militare-industriale di cui la Fondazione Rockefeller e DARPA costituiscono esempi di riferimento, hanno anche dato prova di una straordinaria capacità di lavorare secondo una logica interdisciplinare. Lo studioso parla a tal proposito di ‘tripla elica’ nella produzione di conoscenza scaturita da quello che già il presidente Eisenhower chiama il complesso militare-industriale. Una produzione ‘creativamente distruttiva’ capace di inibire la libertà della produzione accademica. La scoperta, diventa solo la versione high-tech dell’anamnesi di Platone, dove l’esito di una sperimentazione ricorda quanto già implicitamente sappiamo: un vero e proprio intenzionale attacco al metodo di ricerca accademico[6].

Il potenziale militare della modificazione artificiale del clima in quanto moltiplicatore delle forze necessarie al raggiungimento di un obiettivo militare è riconosciuto e dibattuto dagli anni 50: il presidente del comitato consultivo per il controllo sul clima parlò esplicitamente di queste tecniche, già in quegli anni, come maggiormente efficaci rispetto alla bomba atomica.

Convinzioni che si accompagnarono con i dubbi di quanti sollevavano controversie rispetto al tema della modificazione deliberata del clima. Il dibattito sfocia nel 1977 con una risoluzione adottata dalle Nazioni Unite e orientata alla proibizione dell’uso di tecniche di modificazione del clima a scopi ostili.  Ma in piena guerra fredda la ‘Convention on the Prohibition of Military or Any Other Hostile Use of Environmental Modification Technique (ENMOD)’, nulla poteva contro il potenziale mostrato delle tecnologie a disposizione. Per questo gli ambienti militari postulano la creazione entro il 2025 di scenari tali che la manipolazione del clima fosse perfino desiderabile invertendo, pertanto, la tendenza culturale e le sensibilità della pubblica opinione e seguendo una precisa tabella di marcia grazie al sostegno e al protagonismo dei settori finanziari e privati[7] più all’avanguardia.

“Da adesso al 2005 – si legge in un documento militare del 96 – i progressi tecnologici nella meteorologia e nella richiesta di informazioni meteo sempre più precise da parte del business globale condurrà ad indentificare e parametrare con successo le variabili più importanti che influiscono su clima (…) le perdite massive di vite e proprietà associate ai disastri naturali meteorologici sarà progressivamente sempre più inaccettabile” e dunque davanti a queste pressioni, i governi e le organizzazioni internazionali dovranno essere in grado di capitalizzare i progressi tecnologici. L’urgenza di ottenere benefici sarà, secondo le previsioni, di stimolo a leggi e trattati. Ovvie le implicazioni militari rispetto alla soppressione o intensificazione artificiale di eventi atmosferici. In casi estremi si pensava che sarebbe stato possibile modificare gli schemi meteo naturali portando la mano umana a determinare eventi su mesoscale, porzioni di terra sempre più vaste, e coprendo tempi di settimane o mesi, praticamente stagioni intere, compromettendo gravemente raccolti e produzioni. La natura ‘caotica’, non del tutto prevedibile, delle manifestazioni climatiche, costituiva, tuttavia, la sfida da governare. Per farlo si avvertiva la necessità di conoscere e gestire una mole di dati di varia natura in tutto il globo[8].


Trilioni di dati ambientali da inserire in data base e processare allo scopo di ottenere servizi di previsione il più possibile precisi e realistici. La conoscenza dei punti sensibili del nemico, i progressi nelle scienze del caos, la capacità di modellare sistemi complessi non lineari, nella visione militare degli anni 90, avrebbero costituito gli sforzi necessari durante i successivi 20 anni (arrivando ad oggi) in un campo i cui limiti sono determinati solo dall’immaginazione. 

Certamente, rammenta il documento su ‘owning the weather’, i trattati internazionali hanno limitato i margini di manovra di operazioni condotte ad ampio raggio  e dagli effetti durevoli e severi, ma la scienza ha fornito degli escamotage. Ad esempio è stato notato il potenziale di assorbimento della polvere di carbone in atmosfera, capace di provocare grandi quantità di calore (l’energia solare è attratta da terreni o superfici molto scure). “Esattamente come una superficie nera assorbe facilmente l’energia solare e conseguentemente irradia il calore durante un giorno soleggiato, il carbonio nero altrettanto rapidamente assorbe l’energia solare. Quando viene dispersa in forme microscopiche o ‘polveri’ o nell’aria al di sopra di un importante corpo d’acqua – si legge - il carbonio diventa bollente  e riscalda l’aria circostante, aumentando in tal modo il livello di evaporazione del corpo d’acqua sottostante. Una volta che l’aria si riscalda, le sue particelle saliranno e il vapore acqueo in esse contenuto, si condenserà fino a formare delle nuvole. Con il tempo le goccioline contenute nelle nuvole diventeranno più grandi in rapporto alla maggiore condensazione del vapore. A questo punto diventeranno troppo grandi e pesanti per rimanere sospese e cadranno sotto forma di pioggia o altri tipi di precipitazioni”. Esperimenti che possono riuscire in particolare in aree costiere o aree interne che dispongono di grandi corpi d’acqua. In effetti è lo schema che abbiamo visto realizzarsi con gli incendi devastanti che, a distanza di un mese l’uno dall’altro, lo scorso anno hanno devastato le foreste russe, sudamericane, africane, europee, asiatiche, fermati da solo da acquazzoni improvvisi, dato che in nessuno di questi casi sono stati usati canadair.

Le tecnologie e le sostanze chimiche a disposizione possono inoltre creare o disperdere nebbie talmente fitte da non consentire la visuale attraverso l’uso di microonde, laser e altre tecnologie radianti. Anche le tempeste hanno una forza distruttiva importante. Si calcola che una tempesta tropicale generi energia pari ad una bomba ad idrogeno da 10mila megatoni e provochi danni incalcolabili. Nel 92 l’uragano Andrew in Florida ha provocato l’evacuazione di mezzi militari, tra l’altro, e prodotto danni per 15.5 miliardi di dollari. Ulteriori esperimenti riguardano la modificazione della ionosfera, capace di avere una influenza dirompente sulle comunicazioni. In Brasile già negli anni 80 sono state eseguite ‘iniezioni’ chimiche in atmosfera ma esistono precedenti già negli anni 70 ad opera dei sovietici, molto più avanzati nella R&S militare. In particolare si distaccano le ricerche sugli specchi ionosferici di A.V. Gurevich che consentono di irradiare con un alto grado di precisione le radiazioni elettromagnetiche.

Questo tipo di radiazioni hanno il vantaggio di essere difficilmente distinguibili da quelle naturali e quindi non sono immediatamente percepite come un attacco ma possono rendere l’ambiente della ionosfera[9] inospitale per satelliti e altre strutture in uso nello spazio.

La possibilità di creare effetti atmosferici artificiali indipendentemente dalle condizioni preesistenti è anche inteso come un utile diversivo capace di far prendere decisioni errate all’avversario: la percezione rispetto ai valori dei parametri e delle immagini potrebbe differire dalla realtà. 


Questa differenza nella percezione, secondo le previsioni, porterebbe ‘l’utilizzatore finale’ a prendere decisioni operative erronee. Un aiuto arriva anche dalle nanotecnologie: “Una nuvola o varie nuvole di microscopiche particelle, tutte comunicanti tra loro e con un più ampio sistema di controllo possono fornire una capacità spaventosa. Interconnesse, galleggianti in atmosfera  e con una capacità di navigazione in tre dimensioni, queste nuvole possono essere disegnate allo scopo di ottenere una vasta gamma di proprietà”. 

Per la gestione di queste nuvole si usano tecniche applicate alla machine learning[10] capaci di realizzare pattern di connettività come tra i neuroni disponendoli in una ‘rete neurale convoluzionale’, e che possono avere applicazioni nel riconoscimento di immagini, ad esempio. Il potenziale rispetto alle operazioni psicologiche è molto importante e i costi di produzione relativamente bassi.

E’ possibile, a questo punto, affermare che la creazione di Convenzioni e accordi internazionali altro non è stato se non una dichiarazione di intenti e che, certo, non ha fermato la ricerca presso potenze geopolitiche dove il sistema è meno trasparente e la democrazia partecipata è vissuta come un intralcio. La Russia ma in particolare la Cina possiedono tecnologie e risorse capaci di provocare cambiamenti su larga scala. La Cina, secondo alcune analisi,  non ha mai fatto trapelare lo svolgimento di esperimenti ad ampio raggio, ma oggi fa sapere di essere in grado di competere e magari superare la capacità occidentale. In passato (2008) sono state indotte modificazioni del clima in modo da garantire giornate senza pioggia su Beijing durante le Olimpiadi di Pechino e in seguito con lo Sky River Project sono state usate queste tecnologie allo scopo di aumentare le risorse idriche nel Paese. Un sistema che viene monitorato attraverso un sistema di satelliti  meteorologici integrato alla disseminazione di particelle di ioduro di argento propagate da aerei o da artiglieria terrestre. Un progetto che, secondo le attese, si estende per 620mila miglia quadrate producendo fino a 10 miliardi di metri cubi di pioggia all’anno: il 7% del consumo annuale in Cina[11]. Ma si tratta di tecnologie intese a definire nuove forme di conflitto[12]. Secondo la Strategia sulla sicurezza nazionale statunitense 2018, dopo la fase dell’11 settembre, il disordine globale non è più caratterizzato dalla minaccia del terrorismo ma da conflitti di lungo corso strategici con altri Stati. In particolare la Cina sfida gli Stati Uniti dalla regione indo-pacifica e dal Mar Cinese Meridionale dove gli atolli naturali sono stati trasformati in avamposti militari. Il progetto cinese di dominio globale si basa sui progressi raggiunti nel campo dell’intelligenza artificiale, delle armi ipersoniche[13], su un fornito arsenale nucleare e sul volo spaziale.

Così le strategie della guerra perenne e la modificazione del clima hanno finito per diventare parte delle politiche per la sicurezza nazionale ad ogni livello[14]: dalle operazioni unilaterali alle operazioni NATO, dalle cooperazioni in seno alle Nazioni Unite, alla partecipazione a coalizioni portando guerra e conflitti su piani senza precedenti. Ma il progresso nel campo delle scienze e delle previsioni meteo è condotto nell’ottica della cooperazione internazionale e, a sua volta, la cooperazione internazionale nella scienza meteorologica è considerata un'opportunità unica per promuovere lo sviluppo sostenibile. Così la Scienza opera contemporaneamente e parallelamente favorendo relazioni pericolose. Il World Weather Research Program (WWRP), ad esempio, è il programma internazionale dell'OMM per il progresso e la promozione delle attività di ricerca sul tempo, le sue previsioni e il suo impatto sulla società. 

WWRP si basa su forti legami con esperti nelle scienze sociali e  su partenariati pubblico-privato con una forte componente orientale. Tra i più stretti collaboratori, figurano esperti formati presso la China University of Geosciences di Wuhan[15] che opera nel campo della Difesa[16].

Così, se l’uso integrato e avanzato di 5 aree riguardanti le tecniche di modellazione non lineare, capacità computazionali, trasmissione e raccolta di dati, una rete globale di sensori, tecniche di intervento sul clima, hanno costituito la sfida per mantenere il passo con la Cina, le collaborazioni scientifiche transnazionali hanno inevitabilmente trasferito know how strategico, per cui  oggi anche il gigante rosso-oro appare capace di modificare aree vastissime, dall’estensione pari ad una volta e mezzo l’India[17] e mantenendo salde le attenzioni dei maghi della finanza[18].

Infatti le forti e prolungate ondate di calore così come lo scioglimento dei ghiacciai, hanno certamente un impatto significativo sugli affari, per cui sono state create delle agenzie in grado di superare i danni procurati dai cambiamenti climatici trasformando gli eventi climatici in prodotti su cui fare accordi futures e derivati.

Ed è stato alla fine degli anni 90 che si iniziò a pensare ad indicizzare il tempo atmosferico, ‘impacchettarlo’ e scambiarlo come fosse una merce. Nel 97 è stato compiuto il primo trading di derivati meteo over-the-counter (OTC), in luoghi virtuali in cui acquirente e venditore negoziano un titolo. Sono trattative riservate condotte in mercati non regolamentati, quindi fuori borsa, e questo permette agli attori in gioco di stringere accordi molto rapidamente e senza che il prezzo di vendita, la merce venduta o l’operazione stessa, vengano resi pubblici.

Al contrario dell’assicurazione meteo che copre eventi ad alto rischio e bassa probabilità (uragani o incendi), i derivati meteo coprono eventi a basso rischio e alta probabilità.

Se un’azienda agricola o energetica pensa che la prossima invernata sarà mediamente più calda di 5°C rispetto alla media, (quindi un evento a basso rischio ma alta probabilità) e questo potrà danneggiare i propri guadagni, potrà decidere di usare un derivato meteo.

Nel 1999, sono stati introdotti anche i futures sul meteo. Questi vengono negoziati in borsa al Chicago Mercantile Exchange (CME), sono standardizzati e pubblici, secondo un meccanismo di trasparenza dei prezzi.

Per questo tipo di accordo sono stati creati indici specifici sulla base di temperature medie mensili e stagionali in 15 città statunitensi e 5 europee. Sono contratti giuridicamente vincolanti tra le due parti e vanno regolati in contanti. Negli Stati Uniti, il valore dell’indice mensile o stagionale viene determinato dall’Earth Satellite Corp o EarthSat, una società operante a livello internazionale orientata a fornire informazioni geografiche.

Sono interessati a partecipare a questo ‘gioco di società’ soprattutto i servizi pubblici e le compagnie assicurative in quanto costi e ricavi spesso dipendono da mutamenti climatici improvvisi e devastanti[19] ma la maggior parte dei contratti ha riguardato storicamente corporazioni del settore energetico.

Da un punto di vista finanziario, le forti siccità possono provocare importanti perdite nella produttività agricola ma anche inverni miti possono costituire un problema in quanto riducono i margini di profitto delle società che offrono servizi finanziari relativamente alle materie prime agricole, ad esempio. Inoltre inverni non particolarmente freddi o prolungati provocano un eccesso di petrolio e gas rimanente nei depositi delle compagnie in quanto i consumi domestici saranno inferiori. Le estati fredde, invece, determineranno una crisi nel settore turistico e alberghiero ma, anche qui, minori consumi energetici.

Applicare aggiustamenti sui prezzi, non sarà, comunque, sufficiente a colmare le perdite. E, d’altra parte, le assicurazioni entrano con i risarcimenti solo in caso di eventi catastrofici e acuti come terremoti o cicloni.

Per ammortizzare questi rischi, sempre più aziende ricorrono ai derivati meteorologici, in crescita del 20% solo tra il 2010 e il 2011 rispetto all’anno precedente. Il bilancio 2015 stima un giro d’affari pari a 90 milioni di Euro[20]: maggiori i danni, maggiori i profitti. Secondo il US National Center for Environmental Information, solo i primi mesi del 2017 hanno prodotto 15 disastri meteo e climatici solo negli Stati Uniti e ognuno ha realizzato danni superiori al miliardo di $. Roghi, uragani, gelate, tornado. Sono tra le maggiori cause di perdite economiche[21].

Ma per chi specula in derivati sono manna dal cielo. Si chiamano così in quanto derivano il proprio valore dalle oscillazioni del prezzo di un’attività sottostante. In pratica si effettua un pagamento a società che si assumono rischi finanziari al posto delle aziende. Le società che si assumono il rischio pagano all’acquirente del derivato un importo prestabilito che corrisponde alla perdita o all’aumento dei costi causato da meteo instabile.

A livello globale i contratti derivati dal prodotto ‘meteo’ possono essere molteplici: si va dai prodotti agricoli, al settore energetico, a quello dei metalli per arrivare alle attività finanziarie riguardanti gli indici azionari e i tassi di interesse.

Attraverso questi contratti, i produttori di beni agricoli, metalli o energia ma anche chi investe nei mercati finanziari, possono gestire con maggior sicurezza il rischio.

I contratti più comuni sono gli Heating and Cooling Degree Day, HDD e CDD, ovvero giorni dei gradi di riscaldamento e raffreddamento del clima. Il pagamento o payoff di questi contratti avviene calcolando la differenza tra le temperature giornaliere rispetto a 18°C in Europa e a 65°F negli States. Questa temperatura, che rappresenta lo Zenith, è stata scelta in quanto, secondo il settore energetico, al di sotto o al di sopra di essa, nelle case si è più o meno propensi ad usare dispositivi per il raffrescamento o il riscaldamento degli ambienti. In pratica, chi acquista un contratto HDD o CDD, guadagna quando la differenza della temperature cumulativa risulta essere rispettivamente inferiore o superiore rispetto ad un livello concordato. Ad esempio, abbiamo detto che, negli Stati Uniti, i valori si calcolano in gradi Fareneith. Il valore HDD della temperatura media di un giorno deve essere inferiore a 65°F. Ma se, ad esempio, in quel giorno si verifica che le temperature scendano a 40°F, questo, comporterebbe un valore acquisito di 25 (65-40). Ma se le temperature superano in 65°F, il valore di HDD è nullo e questo perché non è necessario accendere il riscaldamento.


Figura
1 - Tabella riepilogativa delle medie giornaliere e del corrispondente HDD e relativo impatto sul contratto

 

E quindi, con la stessa logica invertita, un valore CDD è pari al numero di gradi in cui una temperatura giornaliera media supera i 65°F. Con 80°F il valore del CDD è 15 perché 80-65=15. Se la temperatura fosse inferiore a 65°F, il valore di CDD sarebbe nullo perché non ci sarebbe bisogno dell’aria condizionata. Come si vede, la logica delle regole del gioco, riguarda direttamente il settore energetico e dei consumi.

E’ possibile realizzare un calcolo anche nell’arco di in un mese, sommando i valori degli HDD registrati. Ad esempio, se si ragiona sul mese di novembre e i valori di HDD che si verificano a novembre sono 25,15, 20, 25,18,22,20,19,21,23, il valore di HDD del mese, tutto sommando è pari a 208.

Un contratto future si determina moltiplicando il valore mensile di HDD o CDD per 20$. Quindi, stando all’esempio precedentemente esplicato, 208x20$=4.160$.

Attualmente i maggiori giocatori sono compagnie operanti nel settore energetico ma si sta diffondendo anche in altri settori profittevoli e delicati, come quello agricolo. Si calcola che, solo nel 2003 si sia registrata un’impennata del volume degli scambi rispetto all’anno precedente per un valore di 1,6MLD$[22].

Il complesso militare industriale coinvolge d’altra parte anche la multinazionale Monsanto, specialista nella produzione di agrotossici e nella produzione di sementi modificate geneticamente (Gates, già citato in quanto garantisce con Microsoft una rete operativa a società appaltate nel campo militare, è socio azionario di Monsanto). Monsanto il 2 ottobre 2013 ha acquisito Climate Corp per 930 milioni di $[24]. Climate Corp è una società fondata nel 2006 da informatici e analisti provenienti da Google e che nasce con il proposito di vendere polizze assicurative. “E’ la distribuzione probabilistica delle cose che potrebbero accadere che ci permette di comprendere quale prezzo addebitare per l’assicurazione che stiamo vendendo”, dice David Friedberg, CEO di The Climate Corporation[25]. L’obiettivo dichiarato consiste nel vendere più dati e servizi agli agricoltori. Il sistema funziona in modo che i clienti possano accedere al sito descrivendo per quali temperature o eventi climatici desiderino maggiore protezione. Il programma è in grado anche di rilevare l’esatta posizione dell’utente. Informazioni strategiche importantissime. Conoscere le criticità molteplici nei vari settori produttivi e in ogni angolo del mondo, è, potenzialmente, una miniera infinita di fonti di profitto. Il settore delle tecnologie agricole smuove cifre paragonabili a quelle della biotecnologia, del settore farmaceutico, delle comunicazioni.

Non in pochi hanno, quindi, iniziato a riflettere sull’ipotesi che davvero il meteo possa influire su Wall Street. Se l’è chiesto la Case Western Reserve University a Cleveland nel 2014 con uno studio intitolato "Weather-Induced Mood, Institutional Investors, and Stock Returns", concludendo che nei giorni nuvolosi si verificavano dei sovrapprezzi. La particolare branca della Finanza Comportamentale, ad esempio, nota che nei giorni nuvolosi si rallenta la capacità decisionale delle persone e quindi, in effetti, il clima può alterare i movimenti di Wall Street. Tuttavia studi precedenti (le indagini sono iniziate per la prima volta negli anni 80, arrivavano, invece, a conclusioni di segno contrario. La motivazione consisteva nell’osservazione secondo cui, diversamente dai test fisici, dove le variabili possono essere isolate, sul meteo non è possibile replicare la medesima misurabilità e predittività: nessuno può controllare l’ecosistema in quanto le variabili sono estremamente complesse e numerose. Dunque, secondo queste analisi, non è possibile lavorare seriamente su un rapporto di causalità tra finanza ed ecosistema. Il massimo della concessione in merito al fatto che clima e finanza possano essere collegati, veniva attribuito alla constatazione secondo cui mal tempo o eventi climatici avversi possano interrompere rapporti aziendali, trasporti ecc..

Dunque, per la maggior parte dei ‘giocatori’ scommettere sul meteo costituirebbe un vero e proprio azzardo: il settore degli investimenti finanziari, infatti, attraverso la psicologia finanziaria, parla lo stesso linguaggio delle dipendenze e, quanto agli investitori, i comportamenti sono i medesimi di chi cade nella spirale del gioco d’azzardo: feedback positivo o negativo, pregiudizio, comportamento irrazionale, sono alla base del comportamentismo finanziario. Un gioco che si alimenta con il gusto del rischio. Un gioco in cui c’è chi gioca su tutti i tavoli.

E.L. Rothschild è un ufficio di investimento della famiglia Rothschild. Fondato nel 2003 da Sir Evelyn e Lynn Forester de Rotschild, la compagnia, tradizionalmente legata al settore bancario, attualmente investe nel campo dei media, settore benessere, infrastrutture, aste immobiliari, beni di consumo, agricoltura e vanta stabilimenti quasi in ogni continente: Regno Unito, Stati Uniti, Europa, Africa e India[26] sotto la bandiera del Capitalismo Inclusivo.

Nel 2011 la famiglia Rothschild ha acquisito una partecipazione al 70% in Weather Central[27], una società privata, principale fornitore mondiale di servizi di grafica e dati meteo interattivi creati per la TV, il web e la mobilità[28]. Tra gli acquirenti dei servizi forniti figurano assicuratori, commercianti di materie prime, società energetiche e a chi gestisce i ‘mercati emergenti’, come la Cina, che tratta i dati meteo come fossero segreti di stato militari[29].  I dettagli finanziari sull’accordo non sono stati resi pubblici ma, secondo il Financial Times, l’accordo arriva tre anni dopo che Weather Channel è stata acquistata per 3,2 MLD$ da Bain Capital, Blackstone e NBC Universal, tra le più quotate agenzie finanziarie esistenti al mondo. Un investimento su cui Lady Rothschild in persona ripone grande fiducia davanti all’evidenza dei danni causati da manifestazioni climatiche estreme: ‘Quali che siano le politiche in merito alle cause, è chiaro che il tempo atmosferico sta diventando un fattore sempre più importante per le materie prime, per le aziende e per gli individui”[30].

Per alcuni, una commistione pubblico/privato impropria, oltre che dannosa e che si perpetua in un saldo abbraccio dagli anni 70. Critico Miles Parker, ex vice consigliere capo scientifico del Dipartimento per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali (Defra), Visiting Research Fellow presso il Center for Science and Policy dell’Università di Cambridge, ci restituisce una visione a posteriori del rapporto redatto nel 1971 da Lord Victor Rothschild sulla organizzazione e gestione del settore Ricerca e Sviluppo da parte del governo statunitense. La proposta – ardita ma accolta – riguardava l’opportunità di trasformare il Governo in un ‘cliente/appaltatore’ e il trasferimento dei fondi da destinarsi alla scienza applicata, dai Consigli di ricerca ai dipartimenti governativi. Il governo accoglie le proposte contenute nel rapporto già nel 1972 e le implementa nel successivo biennio. Un framework che è ancora alla base di importanti e controversi rapporti con il settore scientifico e che, nella visione di Parker, influenzano negativamente l’accesso del Governo a ricercatori e consulenti indipendenti. Una realtà cui il Prof. Parker ha assistito sia in qualità di ricercatore che di funzionario Defra. Tra gli anni 70 e 80, spiega, diventa chiaro che la sovrapproduzione agricola era diventata un problema e iniziano ad emergere nuovi obiettivi[31]. Negli stessi anni è anche Rockefeller a proporre un simile programma relativamente alle politiche orientate alle relazioni internazionali. E’ il 1977 quando la Fondazione Rockefeller propone tre aree di intervento: energia mondiale, cibo e agricoltura mondiale e risoluzione di conflitti e sicurezza regionali partendo da un preambolo significativo: mancano istituzioni capaci di anticipare e risolvere i più importanti conflitti economici e politici in un momento storico di rapidi cambiamenti. Un elemento su cui il Rapporto si sofferma è, ancora una volta, la produzione e distribuzione alimentare, capace, secondo le previsioni, di aggravare la incipiente crisi politica. Nella visione di Rockefeller, però, la questione riguardava la riduzione (non l’eccesso, come pochi anni prima analizzava Rothschild) delle derrate alimentari. Un trend che si immaginava dovesse proseguire in negativo a causa dei cambiamenti climatici, una questione di vita o di morte per migliaia di persone. Non è scopo di questo studio analizzare la contraddizione tra le due opposte visioni quanto, invece, evidenziare che questa seconda analisi costituisce il motore che condurrà alla ristrutturazione delle economie e delle relazioni internazionali economiche. Il magnate offriva per questo assistenza e capacità di produrre elementi di analisi di portata transnazionale e capaci di valorizzare necessità e aspirazioni del pubblico/privato in virtù del ruolo privilegiato che la Fondazione occupava nei contesti più disparati. A fronte di una possibile escalation di violenze, per ridurre il rischio di conflitti armati su scala globale, Rockefeller suggerisce il coinvolgimento di organizzazioni, organismi accademici,  che potessero riflettere interessi e opinioni differenti inerenti i problemi contemporanei. Fondamentale, secondo questo rapporto, uscire dalla ristretta visione governativa cui è imposto di ragionare nel rispetto dei limiti giurisdizionali dei territori nazionali. E questa opera di mediazione poteva essere svolta efficacemente solo da un’entità privata con la storia e le relazioni vantate dalla Fondazione Rockefeller, appunto.

Il carattere improprio di mediazioni e relazioni di questo tipo era, però già stato rilevato alcuni decenni prima, all’alba del secondo conflitto mondiale. Durante un discorso tenuto il 31 ottobre 1936 per la campagna presidenziale presso il Madison Square Garden, Franklin Delano Roosvelt, 32mo presidente degli Stati Uniti e autore del New Deal,  punta l’indice contro ‘amici troppo zelanti’ e dice: “(…) Abbiamo dovuto lottare con i vecchi nemici della pace: monopolio commerciale e finanziario, speculazione, attività bancarie sconsiderate, antagonismo di classe, campanilismo, profitto di guerra. Avevano cominciato a considerare il Governo degli Stati Uniti come una mera appendice dei loro affari. Ora sappiamo che il governo del denaro organizzato è pericoloso tanto quanto il governo delle folle organizzate. (…) Oggi il popolo americano sa che esiste un solo ingresso alla Casa Bianca: dalla porta principale”.

Ma la realtà odierna ci restituisce l’immagine di una breccia in quella porta. Il tema delle tecniche di modificazione del clima a scopo militare offrono uno spaccato esemplare sulle commistioni tra settori militari dello Stato e imprese transnazionali private che operano nel campo finanziario.

Secondo i più attenti osservatori, è un modo per ‘coprire le tracce’: gestire e controllare quello che arriva al pubblico riguardo alle previsioni climatiche, è un modo per coprire le attività di modificazione del clima attraverso le ENMOD, Environmental Modification Techniques, sviluppate in seno al programma HAARP, High Frequency Active Auroral Research Program, un progetto militare di difesa per la guerra elettromagnetica e il controllo della ionosfera, la cosiddetta ‘Full Spectrum Dominance’, che dovrebbe essere raggiunta entro il 2020. Non sono in pochi a sospettare che HAARP possa anche avere la capacità di controllare il clima e provocare varie catastrofi naturali attraverso le onde prodotte da antenne capaci di emanare onde a banda bassa (da 2,8 a 7 MgHz) e banda alta (da 7 a 10 MgHz). Secondo gli esperti, è possibile, in questo modo, avviare una corrente naturale di elettricità che va da 100mila a 1milione di MW e utilizzando il vento solare, può essere possibile danneggiare satelliti e installazioni missilistiche avversarie. Ma le stesse tecnologie possono servire anche per provocare terremoti, siccità, uragani, inondazioni e altri disastri, indirizzando il raggio verso il nucleo della Terra, con conseguente modificazione del magnetismo terrestre, ma anche indirizzandolo verso la ionosfera.

SAG, Stratospheric Aerosol Geoengineering e SRM, Solar Radiation Management, sono sistemi per il controllo degli aerosol stratosferici e delle radiazioni solari e necessitano di una sofisticata rete di strutture e programmi.

Nell’ambito della Geoingegneria, ha una funzione leader la Raytheon Company, specialista nel settore della difesa, civile e delle soluzioni per la cybersecurity, terzo produttore mondiale di armi e partner di HAARP. Fondata nel 1922, ha sede a Waltham nel Massachussets.

Il 9 giugno 2019, Raytheon e United Technologies hanno stretto un accordo riguardante il settore aerospaziale, della R&D e della difesa. Il ritorno atteso in termini di capitale si aggira tra i 18 e i 20 miliardi di dollari entro i 36 mesi successivi al completamento del merger[32].

L’obiettivo è entrare in due business che verranno chiamati Intelligence, Space & Airborne Systems e Integrated Defense & Missile Systems.

All’appello della campagna acquisti per gli advisor hanno risposto Citigroup Global Market Inc. nelle vesti di advisor finanziario per Raytheon, Shearman&Sterling LLP per il settore legale, Morgan Stanley & Co. LLC, Evercore e Goldman Sachs & Co. LLC sono, invece, gli advisor finanziari per United Technologies che godrà anche del supporto tecnico legale di Wachtell, Lipton, Rosen&Katz[33].

Obiettivi dichiarati delle tecnologie missilistiche e satellitari, di intercettori e sistemi di comando e controllo a distanza, di radar, riguardano i temi della sicurezza anche per gli alleati in modo da rendere il mondo un posto più sicuro. Il tutto, in cooperazione con il Giappone allo scopo di migliorare l’efficacia dei missili balistici e di altri congegni pensati per la difesa e le operazioni di intelligence. In Europa, Raytheon è stanziata nel Regno Unito, in Germania e in Polonia. Ma vanta installazioni anche in Arabia Saudita, Canada, Australia. Si tratta, quindi di una corporazione indirizzata alle più sofisticate e terribili tecnologie orientate alla difesa e ai sistemi di intelligence ed esegue anche tutti i modelli di ‘previsione’ meteo per il National Weather Service e il NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration, un comitato di ricerca e modificazione delle condizioni climatiche, ed ha venduto le proprie funzioni di segnalazione meteo a Raytheon. Questa, gestisce le funzioni di NOAA con il nome di Advanced Weather Information Processing System. Tutti gruppi di ricerca che hanno sviluppato sistemi di ‘mitigazione del riscaldamento globale’ attraverso l’uso di alcune sostanze chimiche e metalliche che vengono disperse in ambiente con l’ausilio di speciali veicoli capaci di volare in autonomia per 72 ore, senza mai atterrare o doversi rifornire di carburante, con un carico di oltre 20mila libbre e prodotti da General Dynamics Robotics. In questo gruppo, Lockheed Martin[34], un’impresa statunitense attiva nei settori dell’ingegneria aerospaziale e della difesa, collabora con la FAA, Federal Aviation Administration[35].

In ogni caso, si tratta di compagnie in grado di modificare le condizioni meteorologiche, per cui è possibile affermare che le ‘previsioni’ del meteo riescano ad avere, ormai, poco di incognito e molto di programmato. Evidente, in questa ricostruzione, il conflitto di interessi, anche perché chi fa le previsioni meteo è anche in grado di modificare le condizioni del tempo e di comunicarle.

Nel quadro che si compone, compare anche DARPA. Defence Advanced Research Program Association, un programma di ricerca scientifica orientato alla difesa. DARPA in questi anni ha concentrato le attività sulla guerra biologica su terra, acque e città usufruendo dell’appoggio di appaltatori operanti nel campo della difesa come BAE Systems, proprietario della struttura HAARP e Raytheon, proprietario del brevetto HAARP, ma anche della Marina Militare, dell’Aeronautica Militare e della NATO, che hanno svolto test aerei disperdendo tossine nocive nell’aria tentando poi di eradicarle attraverso l’uso di sostanze chimiche o armi a radiazione a microonde montate sui jet. A questo si aggiunga che i software e gli hardware di Lockheed, Martin e Boeing si sono unite in un contratto B2B[36] con BAE e Raytheon sono ospitati da Microsoft (Bill Gates), in modo che il loro mercato nel campo della difesa possa essere gestito in rete in modo coerente e wireless, senza che i programmi in atto siano mai interrotti dalla distanza, dal tempo o da situazioni in essere.

Che la grafica sugli eventi climatici futuri venga gestita da chi controlla gli eventi meteorologici ha una funzione sociale e psicologica fondamentale in quanto se la gente comune vede graficamente delle anticipazioni su quanto, effettivamente, si verificherà il giorno dopo o nei giorni successivi, questo renderà più accettabile il fenomeno meteo, soprattutto se ne viene plausibilmente spiegato il motivo. Per quanto straordinario sia l’evento meteo, la gente tenderà ad accettarlo.

E’ il caso dei nevicamenti a temperature molto al di sopra di quelle che le leggi della fisica ci hanno sempre spiegato. Dunque, o sono cambiate le leggi della fisica, o qualcuno ha trovato il modo di far nevicare anche ad alte temperature. In effetti la NASA ha brevettato una scoperta di due scienziati cinesi risalente agli anni 70 con il titolo di Ice Nucleation For Weather Modification[37]. La tecnica di nucleazione artificiale del ghiaccio, consente di creare tempeste di neve artificiale. Il risultato è quella che viene definita ‘neve bagnata pesante’[38]. Questi eventi di raffreddamento dell’aria, si ottengono attraverso l’uso di sostanze chimiche[39] irrorate in atmosfera e quindi possono avvenire anche in assenza di scontri di fronti di venti gelidi o in assenza di montagne.

Ma è praticamente impossibile riconoscere o provare il dolo rispetto ai danni subiti dalle popolazioni. Dopo decenni di negazione netta sull’esistenza di un nesso di causalità tra lo sfruttamento del territorio, la produzione industriale pesante, il ciclo della raccolta e della lavorazione del petrolio e la sofferenza di ambienti naturali e clima, oggi, nessuno nega più l’esistenza dei mutamenti in atto a fronte di un’escalation di eventi meteo senza precedenti: dallo scioglimento dei ghiacciai agli incendi furiosi, dalle raffiche di vento capaci di spezzare foreste di alberi robustissimi come fossero stecchini alle nevicate estive, tutto viene giustificato attraverso la, ormai sdoganata, lente dei cambiamenti climatici.

Attraverso questa lente, osserviamo un sistema la cui esistenza è giustificata da necessarie e inevitabili attività realizzate allo scopo di mantenere la pace nel mondo e combattere i cambiamenti climatici o difendere le coltivazioni dagli improvvisi mutamenti genetici di funghi e batteri sempre più aggressivi ai danni delle produzioni agricole. Si verifica, finalmente, quanto progettato nel secolo scorso e riportato al principio di questo studio: a fronte dei disastri naturali in atto, la modificazione artificiale del clima diventa una tecnologia desiderabile.

La guerra globale è già iniziata ed ha assunto nuove modalità, afferma il Generale Fabio Mini che prevede: “(…) le nuove guerre saranno identitarie, per le risorse, privatizzate negli scopi e nella condotta, e asimmetriche. (…)Dovremo affrontare le guerre e le crisi di sistema al buio, senza avere una risposta alle domande più semplici della guerra: siamo stati attaccati? Da chi? Quando è iniziato? Che danni abbiamo subito? L’attacco è finito? Come recuperiamo? Come rispondiamo?”[40].

Lecito chiedersi fin a che punto siamo al ‘cigno nero’.

 



[3] Ian Shaw, ‘Predator Empire: Drone Warfare and Full Spectrum Dominance’, 2016, Ed. University of Minnesota Pr

[4] Col. Tamzy J.House, Lt Col James B.Near, Jr, LTC William B. Shields (USA), Maj Ronald J. Celentano, Maj David M. Husband, Maj Ann E. Mercer, Maj James E. Pugh, ‘Weather as a force multiplier: Owning the Weather in 2025’, August 1996, Air Force 2025

[5] Steve Fuller, ‘The Military-Industrial Route to Interdisciplinarity’, in: https://www.academia.edu/33847499/The_Military_Industrial_Route_to_Interdisciplinarity

[6] Steve Fuller, ‘The Military-Industrial Route to Interdisciplinarity’, in: https://www.academia.edu/33847499/The_Military_Industrial_Route_to_Interdisciplinarity

[7]https://www.lockheedmartin.com/en-us/capabilities/directed-energy/laser-weapon-systems.html?fbclid=IwAR2C5kmNpZv74KVcnf1u3-kmcoFR7FGfNxtRfKOr85klu5Kn_NrWV38BGNs

[8] Col. Tamzy J.House, Lt Col James B.Near, Jr, LTC William B. Shields (USA), Maj Ronald J. Celentano, Maj David M. Husband, Maj Ann E. Mercer, Maj James E. Pugh, ‘Weather as a force multiplier: Owning the Weather in 2025’, August 1996, Air Force 2025

[9] La ionosfera è parte dell’atmosfera terrestre  e inizia ad un’altitudine di circa 30 miglia estendendosi per oltre 1200 miglia. Questa regione si caratterizza da strati di particelle libere che si caricano elettricamente e trasmettono, riflettono onde radio consentendo a queste onde di essere trasmesse a grandi distanze intorno alla Terra. L’interazione tra la ionosfera e la radiazione elettromagnetica dipende da proprietà dello strato ionosferico, la geometria delle trasmissioni  e la frequenza delle radiazioni.

[10] Baran, Á., Lerch, S., El Ayari, M. et al. Machine learning for total cloud cover prediction. Neural Comput & Applic (2020). https://doi.org/10.1007/s00521-020-05139-4

[11] Trevor Nace, “China is launching weather-control machines across an area the size of Alaska”, 10 maggio 2018,  https://www.forbes.com/sites/trevornace/2018/05/10/china-is-launching-a-massive-weather-control-machine-the-size-of-alaska/

[12] Nolan Peterson, ‘Super soldiers, weather control, and artificial intelligence – China’s craziest technological advances in 2020’, 11 dicembre 2020, https://coffeeordie.com/china-technology/

[13] Nolan Peterson, ‘Pentagon taps Elon Musk’s spacex to build satellites to track hypersonic weapons’, 6 ottobre 2020, https://coffeeordie.com/spacex-satellites/

[14] World Weather Research Program (WWRP) https://community.wmo.int/activity-areas/wwrp. Il Secretariat Team è composto da Wenchao Cao, con un background in Scienze della terra presso l’Università di Sydney in Australia e in Geoscienze presso la China University of Geosciences di Wuhan, da Nenette Lomarda, presentatrice meteo per la TV di stato filippina, ha studi in Meteorologia e Oceanografia presso il Naval Institute e il Philippine Met Service (Pegasa) e da Estelle de Coning, sudafricana, ha lavorato presso il South African Weather Service.

[15] https://unitracker.aspi.org.au/universities/china-university-of-geosciences-wuhan/

[16] Recentemente la China University of Geoscience (Wuhan) è stata coinvolta in questioni riguardanti i nuovi requisiti che gli articoli riguardanti il Coronavirus Sars-Cov-2 devono avere prima di ottenere il placet del governo e del Ministero della Scienza e della Tecnologia (MOST). In: Stephanie Kirchgaessner, Emma Graham-Harrison, Lily Kuo, ‘China clamping down on coronavirus research, delelted pages suggest’, 11 aprile 2020, https://www.theguardian.com/world/2020/apr/11/china-clamping-down-on-coronavirus-research-deleted-pages-suggest. La China University of Geosciences ha collaborazioni internazionali nel campo delle scienze computazionali applicate alle scienze geologiche; dalla saudita Aramco al MIT, dall’UC Berkeley all’università di Toronto, la Scienza opera al di sopra della prudenza suggerita dalla Geografia politica : http://www.keaipublishing.com/en/journals/artificial-intelligence-in-geosciences/editorial-board/

[17] https://www.theguardian.com/world/2020/dec/03/china-vows-to-boost-weather-modification-capabilities

[18] https://www.businessinsider.com/china-expanding-weather-modification-program-artificial-rain-snow-2025-2020-12?IR=T

[23] Le città statunitensi da cui si rilevano le medie delle temperature sono quelle elencate nell’immagine mentre Londra ed Amsterdam sono le città europee. Fonte: https://www.danielstrading.com/2018/03/01/hedging-risk-financial-risk-weather-derivatives

[25] John Roach, ‘Insuring against extreme weather’, 21 maggio 2011 in: https://web.archive.org/web/20111015143413/http://futureoftech.msnbc.msn.com/_news/2011/10/13/8306533-insuring-against-extreme-weather

[27] https://www.weathercentral.com/weather/us/index.html

[29] Andrew Edgecliffe-Kohnson, Financial Times, ‘EL Rothschild buys stake in Weather Central’, 1 febbraio 2011, in: https://www.ft.com/content/67ee5828-2d8d-11e0-8f53-00144feab49a

[30] https://www.ft.com/content/67ee5828-2d8d-11e0-8f53-00144feab49a

[31] Miles Parker, ‘The Rothschild report (1971) and the purpose of government-funded R&D – a personal account’, 2 agosto 2016, Palmgrave Communications – Humanities-Social Sciences-Business, DOI: 10.1057/palcomms.2016.53, palgrave-journals.com/palcomms

[36] Business to Business, si tratta di contratti tra imprese

[38] Fukuta, Paik, “A Supersonoc Expansion Method of Ice Nuclei Generation for Weather Modification”, Journal of Applied Technologies, Denver Reasearch Institure, 18 febbraio 1976, in:https://www.geoengineeringwatch.org/documents/artificial-snow-creation-method.pdf

[39] Secondo il Prof, Zhao Nan, ingegnere pechinese, il cloruro che viene utilizzato insieme ad altre sostanze per provocare eventi atmosferici di questo tipo, non reca disturbo solo ai voli o al commercio ma anche agli edifici. In Cina si sono verificati vari esperimenti di questo tipo.  In una nevicata artificiale occorsa il 10 novembre 2009, si calcola che siano state disperse in aria 5500T di cloruro e il cloruro è erosivo, dunque potrebbe indebolire le anime degli edifici. Inoltre nel 2005 un agente chimico usato per sciogliere la neve ha ucciso oltre 10mila alberi a pechino e 200mila metriQ di prati. Liberare la città dalla neve ha coinvolto 15mila lavoratori e alcune strade di collegamento tra città sono state chiuse.   In: https://www.news.com.au/technology/chinese-scientists-create-second-artificial-snowstorm-in-beijing/news-story/9287187638172f4b566215bfdc661340#ixzz2B3oFtI2K

[40] Fabio Mini, ‘La guerra spiegata a…’. pg 131, Ed Einaudi, 2013