FEBRAIO
2017
Key
words: transgenici – pesticidi – corporazioni transnazionali - leggi
incostituzionali – sovranità
|
Syngenta,
Bayer Crop Science, Basf, Dow agroScience, Monsanto, DuPont. Sono le sei
imprese transnazionali per metà statunitensi e per metà tedesche che
governano il mercato agricolo mondiale attraverso l’ingegneria genetica e i
pesticidi. Il ‘fanatismo religioso’ dell’economia e del profitto, proprio di
una visione meccanicistica e riduzionista di Scienza e Legge, ha dato spazio
ad armi di distruzione di massa entrate nella nostra alimentazione mentre
vengono totalmente ignorati i più basilari protocolli di sicurezza alimentare
e sanitaria. Malformazioni congenite, malattie neurodegenerative, linfomi,
declino delle capacità cognitive, le conseguenze epidemiche. Un Golem che sta
sfuggendo ad ogni controllo, che divarica la forbice delle persone in stato
di bisogno e dipendenza. Un tema costituzionale di estremo rilievo da
affrontare tempestivamente e con risolutezza per proteggere quanto rimane
della sovranità nazionale dei Paesi che hanno affidato la propria capacità
produttiva nelle mani di un pugno di imprese private straniere il cui
obiettivo dichiarato è quello del profitto privato, non certo il bene dei
popoli.
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La
‘Crematistica’, è, per Aristotele, la capacità di produrre ricchezza al fine di
migliorare le condizioni di vita della famiglia. Egli pone in essere la
questione della legittimità della compravendita di beni indispensabili alla
sopravvivenza, notando che è la natura ad offrire all’uomo i mezzi necessari al
proprio sostentamento. Dopo oltre 2mila anni Vandana Shiva, una delle
personalità più prestigiose che oggi si battono per la giustizia ambientale,
afferma che: “Concepire il pianeta come una grande comunità e come un bene
comune inalienabile a tutte le forme di vita che lo popolano, significa porre
in correlazione il particolare e l’universale, le diversità specifiche e gli
aspetti comuni, le dimensioni del locale e del globale, richiamandosi a quella
che in India viene descritta come vasudhaiva kutumbkham, la ‘famiglia
terrestre’, l’insieme di tutti gli esseri viventi che traggono sostentamento
dal nostro pianeta”[1].
Tuttavia
oggi il profitto, la creazione di ricchezza, non la ricchezza in sé, diventato
un fine, ha condotto alcune imprese transnazionali ad esperimenti che stanno
impoverendo la capacità della natura di riprodursi e dell’uomo di vivere con
dignità la propria esistenza, senza alcun controllo da parte degli Stati in
nome di una supposta superiorità della tecnologia, espressione della capacità
dell’Uomo di piegare a suo piacimento la natura. E’ così? Possiamo piegare la
natura senza risultare, noi stessi, vittime? A questi interrogativi la scienza
‘degna’ risponde negativamente tentando di comunicare con la politica al fine
di fermarne la tendenza ad assecondare le attività lucrose delle imprese
transnazionali nella convinzione che questo faciliti le esportazioni e, dunque,
sia di beneficio allo Stato stesso. Tuttavia proprio l’assenza di vigilanza e
prevenzione, il deragliamento dai principi delle Costituzioni, hanno favorito
l’insorgenza di patologie da cui è difficile poter tornare indietro, causate da
contaminanti capaci di colpire il patrimonio genetico e, dunque, trasferiti
alle nuove generazioni, il sistema nervoso ed endocrino talmente dilaganti che,
per la prima volta nella storia, si parla di epidemia in riferimento a malattie
non infettive, ledendo i diritti fondamentali sanciti da ogni democrazia e la
stessa sovranità degli Stati costretti a gestire economicamente e politicamente
emergenze sanitarie che non hanno precedenti[2].
E’ il
caso dell’ingegneria genetica applicata alla produzione agricola, in tempi di
crisi sdoganata anche sui tavoli europei mentre paesi che ‘vantano’
un’esperienza, ormai, decennale, si attivano per contrastare gli OGM e il
conseguente e massiccio uso di agro tossici[3].
L’esperienza di Argentina e Brasile[4]
è, in questo, emblematica e potrebbe evitare al Vecchio Continente di
perseverare su sentieri fallimentari e dannosi.
Malgrado la reputazione di attenzione e cura verso i diritti e la
sicurezza dei suoi abitanti, la Comunità Europea ha, infatti, consentito un
innalzamento del Massimo livello residuo (MRL) per il Glifosato nella soia di
200 volte, da 0,1 mg/kg a 20 mg/kg. Il via libera risale al 1997, dopo che la
Soia Roundup Ready geneticamente manipolata è stata commercializzata in Europa.
Il Glifosato è un principio attivo prodotto dalla Monsanto Corporation per la
realizzazione dell’erbicida più usato in agricoltura. Conosciuto anche con il
nome commerciale di Round Up, il Glifosato è stato brevettato da Monsanto negli
anni ’70, ben prima che gli OGM fossero commercializzati, come erbicida a
largo spettro. In genere viene spruzzato e assorbito attraverso le foglie o
usato come erbicida forestale e contiene additivi chimici sconosciuti che la
compagnia rifiuta di divulgare per motivi di ‘segreto industriale’.
A partire dal 2005, l’87% di tutti i campi statunitensi di soia sono stati
coltivati con varietà resistenti al glifosato e spruzzati con il Roundup. Dato
che i semi di soia Ogm Monsanto Roundup Ready (resistenti al Roundup) o altre
coltivazioni sono state manipolate unicamente per essere rese resistenti
all’erbicida Roundup mentre il resto della vita vegetale che si trova nei
dintorni viene distrutta dal Roundup, gli agricoltori che usano semi Roundup
Ready devono acquistare anche l’erbicida Roundup rendendo il mercato
prigioniero sia nel campo dei semi che dei prodotti chimici. Il
problema di questa comoda organizzazione, a parte il fatto che le ‘super-erbacce’
resistenti al Roundup stanno emergendo come una nuova catastrofe biologica, è
che è stato dimostrato come il Glifosato possa essere collegato ai difetti alla
nascita come una delle sostanze più tossiche utilizzate in agricoltura e capace
di generare gravi forme di teratogenesi.
Un
team scientifico internazionale condotto dal Prof. Andrés Carrasco, capo del
Laboratorio di Embriologia Molecolare presso l’Università di Medicina di Buenos
Aires e membro del Consiglio nazionale argentino sulla ricerca tecnica e
scientifica, ha riscontrato malformazioni in embrioni in cui erano stati
iniettati 2,03 mg/kg di glifosato, l’ingrediente maggiormente attivo nel
Roundup, l’erbicida più diffuso in commercio. Attualmente la soia destinata al
consumo umano può, generalmente, contenere residui di glifosato fino a 17mg/kg.

1 - La
diffusione di notizie riguardanti le malformazioni umane è iniziata in
Argentina all’inizio del 2002, due anni dopo l’inizio delle fumigazioni aeree
del Roundup e della piantagione di Soia RR.
Scomparso
nel 2014, Carrasco ha presentato le scoperte del suo gruppo durante la Sesta
Conferenza Europea delle Regioni OGM Free presso il Parlamento Europeo di
Brussels. Risultati di cui non si è tenuto conto. Dunque accade che,
mentre nei grandi paesi sudamericani team scientifici raccolgono dati a livello
epidemiologico allo scopo di dimostrare la corrispondenza tra l’uso di
agrotossici e OGM e l’incidenza
epidemica di alcune malattie degenerative, teratogeniche e genetiche[5],
l’Europa cade preda dell’agronegozio, malgrado il 61% dei paesi Europei si
dichiari contrario all’idea che gli OGM siano innocui e meno di 1/3 pensa che
siano utili all’economia. Cosa è successo? In ragione del sistema di voto
della ‘minoranza di blocco’[6]
e del fatto che, per gli Stati, non sia possibile confliggere con il parere di
Efsa[7],
qualora essa stabilisca l’innocuità di un prodotto destinato al consumo umano
diretto o indiretto, in Europa si è dato il via libera a 19 nuovi prodotti OGM[8]
che si aggiungono ai 58 già esistenti, malgrado il coro di pareri negativi.
L’esecutivo dell’Ue, inoltre, propone che siano i singoli Stati a legiferare in
materia evitando di prendere posizioni di valore comunitario[9].
Non sono in pochi gli esperti che vedono in questa proposta un modo per
facilitare la firma dell’accordo trans-atlantico per il commercio e gli
investimenti con gli Usa (TTIP), un accordo in via di definizione che ricorda
molto il Nafta il quale determina accordi di libero scambio tra in Nord e il
Centro America e che ha sollevato ipotesi di lesa sovranità nazionale ad opera
di imprese transnazionali statunitensi le quali, di fatto, hanno generato una
condizione di dipendenza degli Stati da un oligopolio di imprese transnazionali
straniere (Monsanto, Dupont, Syngenta, Bayer, Dow e Basf) in tema di
produzione agraria.
Le
imprese appena citate, tre statunitensi, due tedesche e una svizzera, hanno
tutte interessi convergenti nei campi strategici della produzione di prodotti
farmaceutici, di pesticidi e di ogm. Salute e alimentazione transitano, così,
dallo status di diritto fondamentale a quello di business miliardario a
vantaggio di pochi. Esemplare il caso di Bayer, impresa farmaceutica nata nella Germania nazista, la quale si occupa
anche della produzione dei più comuni pesticidi ad uso non solo agricolo ma
anche da giardinaggio ed è a base di glifosato. Bayer è, oggi, protagonista
della più costosa fusione degli ultimi tempi con l’acquisizione di Monsanto,
uno dei maggiori colossi commerciali americani produttori di sementi
geneticamente modificate e pesticidi procedendo alla costruzione del più
importante merger finanziario esistente al mondo con interessi sempre più
interconnessi e ramificazioni nei settori nevralgici degli Stati che vanno dal
welfare alla produzione agricola.
L’operazione,
costata 66 milioni di $, si aggiunge alla fusione dell’americana Dow Chemical e
Dupont, seconda a Monsanto nella produzione di semi geneticamente modificati e
della produzione di prodotti chimici. Un ‘matrimonio riparatore’ che andrebbe a
tamponare la possibile unione di Chem China e Sinochem, colossi privati
controllati dallo Stato cinese che insieme muoverebbero un patrimonio di 100
mld di dollari nei settori petrolifero e chimico (pesticidi) interessato a
inglobare nella propria sfera di interessi anche la svizzera Syngenta, tra i
maggiori produttori mondiali di sementi geneticamente modificate e
pesticidi. Operazioni, dunque, che oltre
ad avere un valore strettamente borsistico e finanziario, investono
direttamente il settore geopolitico e muovono in totale cifre che si aggirano
intorno ai 250 miliardi di $. Una enormità se si pensa che la Germania, lo
Stato europeo finanziariamente più forte in Europa, registra un Pil pari a 3,363,446.82$,
il Brasile, stella sudamericana, di 1,774,724.82$ e gli Stati Uniti, il paese
che registra il Pil mondiale maggiore, di 18,036,648.00$[10]. Una novità
assoluta nel campo finanziario con evidenti ricadute a livello sociologico e
geopolitico e su cui si dovrà pronunciare l’antitrust europeo. Curioso che
nelle preoccupazioni comunitarie rientrino considerazioni di tipo meramente
commerciale (nelle 800 pagine già pervenute ai mega merger sui rischi di tali
fusioni, si parla di rischio di ‘impoverimento di R&D’ (Research and
Development), certamente importanti, ma non si fa menzione ai rischi ugualmente
importanti di tipo sociale se non quando si esprime preoccupazione in merito a
possibili disordini causati da un diffuso dissenso da parte dell’opinione
pubblica rispetto alla creazione di colossi finanziari capaci di muovere cifre
di gran lunga superiori a quelle degli Stati più potenti. Le valutazioni in
campo, mostrano, dunque, una sottomissione politica e un punto di vista
distante se non opposto rispetto a quello dei diritti sociali e politici dei popoli
che la giurisprudenza dovrebbe poter garantire.
D’altra
parte gli stessi organi di controllo mostrano connessioni improprie nella
stessa Europa, a lungo guardata come ambita meta rispetto agli obiettivi di
democrazia e trasparenza, di rispetto dei diritti di cittadinanza, cui ogni
popolo dovrebbe aspirare; il Rapporto Efsa 2007 sui pesticidi negli alimenti
non sembra riconoscere il problema della relazione tra la chimica presente
negli alimenti geneticamente modificati e i problemi di ordine sanitario che ne
derivano. Marcello Buiatti[11],
genetista molecolare riconosciuto in campo internazionale, evidenzia, a tal
proposito, carenze organizzative e regolatorie alquanto preoccupanti e dimostra
come controlli e verifiche in Europa siano gravemente lacunosi. Nel caso in cui
una corporazione elabori un nuovo brevetto da commercializzare destinato
all’alimentazione, infatti, questa è tenuta ad inviare ad Efsa un dossier
tecnico. A quel punto Efsa, allo scopo di garantire imparzialità e correttezza,
nomina dei tecnici che valuteranno quel dossier ed evidenzieranno elementi di
dubbio rispetto alla sicurezza del brevetto che si intende commercializzare. In
un normale protocollo orientato a valutare un rischio, dovrebbe, a questo
punto, partire una sperimentazione, una verifica, da parte di laboratori
specializzati e indipendenti. Ciò che, invece, accade è che Efsa restituisce
alla corporation la relazione con le note elaborate dai tecnici chiedendo di
appurare che il brevetto non costituisca un danno immediato o a lunga scadenza.
Si viene, dunque, a configurare la condizione per cui il controllore è il
controllato e la responsabilità sulla sicurezza e commercializzazione su larga
scala dei brevetti che entreranno nella nostra catena alimentare continua a
risiedere unicamente nelle multinazionali private. E’ in questo modo che decine
di brevetti nel campo dell’ingegneria genetica e dei pesticidi sono stati
liberati in Europa dagli anni 90 ad oggi. Efsa, dunque, non possiede alcun
laboratorio né consente ai laboratori indipendenti di accedere ad un percorso
di ricerca alternativo rispetto a quello delle corporation. Tutto ciò in
seguito a linee guida elaborate da una passata dirigente la quale, subito dopo,
rassegna le proprie dimissioni per entrare nel settore marketing di una delle
tre più potenti corporation esistenti al mondo nel campo degli Ogm[12].
Una realtà che, malgrado le richieste avanzate da parte di numerosi laboratori
indipendenti, non ha subito modifiche, ad oggi[13]. Anche la “DIRETTIVA UE 2015/412 del
Parlamento Europeo e del Consiglio dell'11 marzo 2015” è, su questo punto, estremamente
carente. Salutata in maniera entusiastica dalla propaganda italiana come un
mezzo di difesa per la protezione della capacità produttiva di specificità
regionali e autoctone riconosciute in tutto il mondo, che fanno del ‘Made in
Italy’ un marchio di pregio, il documento in realtà recita: (5) “Quando un OGM
è autorizzato ai fini della coltivazione conformemente al quadro normativo
dell'Unione sugli OGM e soddisfa, per quanto concerne la varietà da immettere
in commercio, le prescrizioni del diritto dell'Unione sulla commercializzazione
delle sementi e dei materiali di moltiplicazione delle piante, gli Stati membri
non sono autorizzati a vietare, limitare o ostacolare la sua libera
circolazione nel loro territorio, salvo che alle condizioni definite dal
diritto dell'Unione”. Condizioni che, come è già stato delineato in precedenza,
continuano a non tener conto della vasta letteratura scientifica esistente in
merito agli effetti avversi degli interferenti endocrini e di quelle molecole
mai osservate in natura e derivate da ingegneria genetica e pesticidi[14].
Di fatto, la Direttiva UE 2015/412, costituisce una limitazione al volere degli
Stati e alle richieste della società. Si noti che nella Direttiva si parla non
solo di prodotti già maturati sulla pianta o realizzati da prodotti Ogm, ma
anche di sementi. Questo implica che chiunque possa coltivare semi Ogm
(considerati innocui dalle politiche europee ma non dalla cosiddetta ‘scienza
degna’) che andrebbero a contaminare campi vicini attraverso la volatilità dei
pollini. In un quadro carente di una corretta campagna informativa, in cui i
laboratori indipendenti non hanno accesso alle informazioni necessarie e di
leggi capaci di garantire la sicurezza dei popoli, privati, di fatto, del
diritto naturale all’autoconservazione, la Direttiva costituisce un modo per
diffondere la piaga degli Ogm anche nei paesi che, formalmente, vi si
oppongono.
Alle
incoerenze del Vecchio Mondo, fa da contraltare l’esperienza di Brasile e
Argentina, due colossi nel campo della produzione agricola. Nonostante tutti
gli impedimenti del caso originati dal ‘lato oscuro del progresso’, in cui il
sistema legale asseconda e protegge le necessità generate dall’accumulo di
capitale piuttosto che quello dei popoli[15], i grandi paesi
sudamericani si trovano in una fase di maturità rispetto al tema dei diritti e
della perdita di sovranità e indipendenza finanziaria degli Stati e, a livello
giurisprudenziale, scientifico, sanitario, sociale, finanziario, stanno
generando un florilegio documentale ed epidemiologico di grande interesse[16],
altrove assente. In Brasile, ad esempio, la giovane Costituzione dell’88
celebra il diritto dei cittadini secondo una visione giusnaturalista in cui
l’Uomo è integrato nell’ambiente in cui vive e non ne è mero predatore. La
logica estrattiva lascia, quindi, il passo a quella generativa.
Una
Costituzione che aspetta ancora, per molti versi, di essere positivizzata
attraverso un corpus legislativo adeguato ma che si nutre del fertile terreno intellettuale
e sociale brasiliano da cui è stata aperta una ‘Mesa de Controversias’[17]
sui transgenici chiamando la Presidenza della Repubblica a prendere decisioni
responsabili e definitive in merito a leggi incostituzionali.
Incostituzionali
perché, sebbene alcuni segmenti della scienza dichiarino l’innocuità degli Ogm,
in realtà essi ci espongono a un duplice ordine di pericoli derivanti dall’uso
in agricoltura di armi di distruzione di massa rivendute come pesticidi ed
erbicidi[18].
L’attivista e scienziata Vandana Shiva afferma in merito: “Con
l’industrializzazione e la globalizzazione degli alimenti, il problema della
sicurezza alimentare diventa sempre più allarmante. Su scala globale,
assistiamo al diffondersi di nuove epidemie e alla mutazione di patologie che
diventano più virulente. Negli ultimi decenni si sono avvicendate due
generazioni di nuove tecnologie connesse alla produzione alimentare. La prima
grande trasformazione comporta l’impiego di prodotti chimici in agricoltura
propagandato con il nome di ‘Rivoluzione verde’. I veleni chimici utilizzati in
guerra vengono riciclati in tempi di pace e distribuiti come fertilizzanti
sintetici e pesticidi. L’agricoltura e la produzione alimentare si trovano così
a dipendere da armi di distruzione di massa”[19]. L’Encefalopatia
bovina spongiforme con la sua variante umana (morbo di Creutzfeld-Jacob),
febbre suina, encefalopatie non mortali ma gravemente invalidanti, aviaria,
sono alcuni esempi di mutazioni di virus che dagli animali passano all’uomo
generando morti e malattie degenerative gravi. La cattiva informazione –
tendenziosamente il tema dell’ingegneria genetica viene dipinto come un falso
problema alimentato da credenze e sensibilità soggettive – lede, di fatto, uno
dei capisaldi nelle Costituzioni democratiche: il diritto ad essere informati e
ad accedere ad informazioni certe, il diritto di tutelare sé stessi, la propria
famiglia, la propria comunità, il diritto ad una vita dignitosa. Diritti
universali ribaditi nei ‘Millennium Goals’. Un terreno in cui la legalità si
perde nella carenza di informazioni attualmente disponibili in campo genetico.
Malgrado i progressi della scienza, infatti, non conosciamo la mappatura genica
di tutte le specie viventi esistenti, non conosciamo il ruolo di tutti i geni
già mappati, non conosciamo l’interazione tra geni della stessa specie e tra
specie diverse. La funzione del Dna è ancora sconosciuta. In particolare è
sconosciuto il rapporto fra i geni e anche il rapporto di ogni parte con
l’intera molecola. Pertanto è molto rischioso modificare il Dna introducendo un
gene, perché non si ha cognizione di cosa questo possa provocare. E’ possibile
che provochi l’attivazione di un altro gene con produzione di sostanze
indesiderate (fenomeni allergici sull’uomo) o la produzione di segmenti
imprevisti sconosciuti in natura [20].
Motivo per cui si contesta il principio di ‘soglia minima di tolleranza’
affermando che si tratta, di fatto, di un raggiro per i consumatori. Un raggiro
di cui siamo già vittime in quanto, senza saperlo, già consumiamo prodotti Ogm
da decenni in ogni luogo del mondo. In tale contesto, il principio di
precauzione dovrebbe guidare l’agenda politica e legislativa degli Stati la
quale è, al contrario, indotta a scalare pareti sconosciute le cui crepe
vengono nascoste proprio da alcuni settori della scienza i quali elaborano
affermazioni definite senza mezzi termini, fraudolente, da prestigiosi
esponenti del panorama scientifico mondiale[21]. “Quello che mi
hanno insegnato i filosofi, dice in proposito il genetista Rubens Onofre
Nodari, è che lo scienziato non ha il diritto di disconoscere ciò che è
sconosciuto. Occorre una ricerca capace di contestualizzare e che tenga conto
della società, il contrario della visione riduzionista che, oggi, predomina”.
Infatti
la disinvoltura dimostrata dall’ingegneria genetica in questi decenni sta
inoltrandosi, sventatamente, in nuovi campi e sperimentando le varie specie
viventi passando dal regno dei vegetali a quello animale grazie a politiche
complici. Ne è tragico esempio il caso della Aedes Aegypty, o zanzara tigre,
l’insetto vettore della Dengue e di altre malattie infettive mortali che stanno
devastando le aree rurali del Brasile. Un problema talmente serio da richiedere
un robusto coinvolgimento della spesa pubblica brasiliana attraverso
l’intervento dell’esercito coinvolto in un programma di lotta alla Aedes. E
proprio il contrasto alla malattia è sospettato di essere causa delle numerose
malformazioni neonatali che affiggono le stesse aree del Brasile da alcuni anni. Ma le responsabilità non risiedono negli
insetti, non solo. Il Dr. Luke Alphey, allevato ad Oxford e fondatore di Oxitec[22],
agenzia britannica specializzata in biotecnologia, è autore di un programma di
lotta alle malattie infettive che già da alcuni anni stanno mietendo vittime
nelle aree rurali del Brasile e di cui la Aedes è insetto vettore. L'idea
consiste nell'allevare e modificare geneticamente i maschi delle zanzare in
modo che, al momento dell'accoppiamento, le femmine producano uova sterili o
incapaci di vivere tanto a lungo da potersi a loro volta riprodurre, causando
l'estinzione della specie. Queste zanzare di nuova generazione sono state
chiamate con il nome di OX513A. Il progetto prevedeva anche un sistema di
controllo in modo che gli insetti, una volta terminato l'effetto 'Dengue',
potessero tornare a riprodursi normalmente. Come? Rendendo questi insetti
resistenti ad una molecola, la tetraciclina, vero e proprio antidoto. Ma
uno studio[23]
evidenziò già nel 2013, dunque prima che
le malformazioni fossero messe in relazione con la puntura di Aedes, che la
tetraciclina è un antibiotico estremamente diffuso nelle aree rurali perchè
utilizzato in agricoltura.
E',
per questo, certo che in alcuni luoghi, ogni ambiente, compreso il grembo
materno, sia contaminato in una certa misura da questa molecola. Numerosi studi
provano, inoltre, che l'interazione delle tetracicline con il rame, altro
elemento chimico utilizzato in agricoltura, generi significativi danni al DNA.
Dunque, cosa è accaduto? Contrariamente a quanto dichiarato, la maggior parte di queste zanzare sopravvive ed è in grado di riprodursi svariate volte nell'arco della propria vita. Non è chiaro ciò che la puntura dell'insetto, così modificato, possa provocare. Secondo questo studio, la Oxitec ha liberato svariate migliaia di insetti modificati geneticamente e non esiste un monitoraggio riguardo agli effetti sulla salute. Una questione fondamentale risiede proprio nella tetraciclina, descritto come 'interruttore' in presenza del quale gli insetti tornano a riprodursi regolarmente. Nel caso di ambienti contaminati da tetraciclina, come quelli rurali, le zanzare sviluppano una resistenza maggiore a quella prevista. Uno studio confidenziale di Oxitec[24], divulgato attraverso alcune ONG, rivela che le larve di insetti geneticamente modificati alimentate con escrementi di gatto contaminati da tetraciclina, sviluppano una resistenza del 15%. Queste informazioni sono state occultate da Oxytec con il pretesto che si trattava di informazioni commerciali riservate.
Dunque, cosa è accaduto? Contrariamente a quanto dichiarato, la maggior parte di queste zanzare sopravvive ed è in grado di riprodursi svariate volte nell'arco della propria vita. Non è chiaro ciò che la puntura dell'insetto, così modificato, possa provocare. Secondo questo studio, la Oxitec ha liberato svariate migliaia di insetti modificati geneticamente e non esiste un monitoraggio riguardo agli effetti sulla salute. Una questione fondamentale risiede proprio nella tetraciclina, descritto come 'interruttore' in presenza del quale gli insetti tornano a riprodursi regolarmente. Nel caso di ambienti contaminati da tetraciclina, come quelli rurali, le zanzare sviluppano una resistenza maggiore a quella prevista. Uno studio confidenziale di Oxitec[24], divulgato attraverso alcune ONG, rivela che le larve di insetti geneticamente modificati alimentate con escrementi di gatto contaminati da tetraciclina, sviluppano una resistenza del 15%. Queste informazioni sono state occultate da Oxytec con il pretesto che si trattava di informazioni commerciali riservate.
La
resistenza di queste zanzare e la loro capacità di riprodursi, inoltre, fa si
che si creino in forma naturale nuove generazioni di insetti femmina (che
pungono per potersi riprodurre) geneticamente modificati. La giustificazione di
Oxitec secondo cui questi esperimenti non sono dannosi per gli esseri umani in
quanto gli insetti liberati sono maschi e non pungono è, dunque, estremamente
lacunosa e priva di quella necessaria capacità, caratteristica della scienza,
di prevedere possibili scenari e trovare un valido antidoto prima di avviare un
esperimento di tali proporzioni. Secondo il già citato studio, poi, la proteina
sintetica tTA si trova in ogni cellula degli insetti geneticamente modificati e
può essere presente nella saliva delle femmine. La tTA serve a fare in modo che
il sistema responsabile dello sviluppo cellulare dell'insetto entri in collasso
impedendogli di entrare nella fase adulta. Oxitec afferma che la tTA non
si trova nella saliva degli insetti che sopravvivono ma non ha pubblicato
alcuna prova o dato che comprovi tale affermazione. Potrebbe essere questa la
causa delle malformazioni dei feti umani? Di fatto una malformazione è
generata, appunto, da un sistema che entra in collasso e non produce affatto o
produce in eccesso cellule.
Un
ulteriore fattore di rischio e preoccupazione risiede anche nel fatto che,
oltre agli esseri umani, le zanzare tigre possono colpire anche gli animali o
essere consumati da altre specie come pesci e insetti acquatici, provocando un
effetto domino incontrollabile rispetto al tema della mutazione genetica.
In questa vicenda sono stati violati tutti i principi espressi nel Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza e nella Convenzione sulla Diversità Biologica. Prima di essere avviata in Brasile, la mutazione genetica della Aedes aveva avuto una prima fase sperimentale alle Cayman che, oltre ad essere un paradiso fiscale, non prevedono alcun controllo e non hanno una legge sulla biosicurezza.
Un caso emblematico nel panorama dell'alterazione del sistema genetico delle specie viventi (animali e vegetali) che, ancora una volta, vede protagonista l’incapacità della Giurisprudenza e degli Stati di proteggere il popolo dagli interessi privati delle corporazioni transnazionali. Esperimenti che Oxitec ha inteso reiterare anche in Spagna, nella regione della Catalogna, con la liberazione in ambiente di 5mila mosche olearie geneticamente modificate alla settimana. Una proposta, al momento, in stand-by in seguito alle proteste sollevate dalla società civile.
In questa vicenda sono stati violati tutti i principi espressi nel Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza e nella Convenzione sulla Diversità Biologica. Prima di essere avviata in Brasile, la mutazione genetica della Aedes aveva avuto una prima fase sperimentale alle Cayman che, oltre ad essere un paradiso fiscale, non prevedono alcun controllo e non hanno una legge sulla biosicurezza.
Un caso emblematico nel panorama dell'alterazione del sistema genetico delle specie viventi (animali e vegetali) che, ancora una volta, vede protagonista l’incapacità della Giurisprudenza e degli Stati di proteggere il popolo dagli interessi privati delle corporazioni transnazionali. Esperimenti che Oxitec ha inteso reiterare anche in Spagna, nella regione della Catalogna, con la liberazione in ambiente di 5mila mosche olearie geneticamente modificate alla settimana. Una proposta, al momento, in stand-by in seguito alle proteste sollevate dalla società civile.
Questioni
che assumono proporzioni sempre più preoccupanti. In agricoltura i terreni
destinati alla coltivazione Ogm si moltiplicano in maniera esponenziale cedendo
il passo ad una ‘visione atomizzatrice’ della natura, della biosfera e dei
sistemi agricoli[25]
e delle necessarie implicazioni con la salute umana. Mentre nel campo delle
specie animali geneticamente modificate, si è avviata una partita pericolosa.
Un errore, secondo il genetista Rubens Onofre Nodari[26], perchè ciò che è
grande e delimitato è facile da controllare ma non ciò che è piccolo e
dinamico, ed esistono circa 500 tipi di insetto resistenti ai pesticidi. Le
mutazioni genetiche che alcuni scienziati stanno imponendo alle specie vegetali
e animali e l’utilizzo di pesticidi ha aperto la strada ad effetti a breve e
lungo termine del tutto sconosciuti, anche perché i dati disponibili non sono
condivisi con i ricercatori indipendenti e vengono pubblicati solo da imprese
private che operano nel settore: dunque, potrebbero essere superati dalla
realtà. Solo in Brasile si parla di 37 milioni di ettari destinati alle
piantagioni di soia, mais e cotone, circa la metà delle estensioni agricole
destinate annualmente alla coltivazione nel Paese.
Il
Relatório Final della Mesa de Controvérsias sobre Transgênicos realizzato da
Consea, Consiglio Nazionale sulla Sicurezza Alimentare e Nutrizionale (2014)[27],
afferma che la crescente presenza di queste sementi nelle piantagioni
brasiliane, è stata allo stesso tempo causa e conseguenza di un mercato sempre
più controllato da poche imprese multinazionali e in espansione senza
limiti. L’industria del settore dà
priorità senza riserve al settore transgenico. Oltre alla vendita di semi, le
imprese guadagnano anche dalle royalty. Secondo Consea, dopo 10 anni
dall’inizio dell’uso dell’ingegneria genetica in agricoltura, diventa
necessario fare un bilancio riguardo a questo processo e chiedersi se le
promesse che hanno liberato queste metodologie siano state mantenute o meno, se
si sia verificata una riduzione nell’uso di agro tossici e se le sementi siano
più sicure e produttive.
Ci si
chiede anche se i cambiamenti maturati con l’uso di queste nuove tecniche, e i
relativi impatti su uomo e ambiente abbiano ricevuto i necessari controlli da
parte dello Stato, se sia stata garantita la sicurezza di queste nuove
piantagioni e se esista la capacità di adottare misure preventive o mitigatrici
di tali impatti, se siano stati rispettati i più fondamentali diritti
all’alimentazione e, infine, se siano state oltrepassate questioni riguardanti
la sovranità nazionale. Consea riflette, infatti, sulla realtà per cui
l’adozione in scala di una potente tecnologia la cui spinta propellente è
attribuita da forti interessi economici non dovrebbe prescindere, così come di
fatto è stato, dal ruolo regolatore dello Stato. Anche Vandana Shiva dichiara a
tal proposito che lo Stato, anziché garantire i cittadini ed avviare protocolli
di controllo nei confronti delle grandi imprese, “le lascia libere di agire e
impone restrizioni ai piccoli produttori e alle culture locali fino a sancirne
l’illegalità”[28].
Denunce reiterate anche dalla Comissão Internacional de Juristas (Cij), la
quale, riferendosi all’esperienza brasiliana, denuncia l’impossibilità di
accesso diretto alla giustizia attraverso udienze pubbliche, da parte della
società civile e individua due ostacoli principali al raggiungimento di questo
diritto: il potere economico delle imprese da un lato e le affinità di queste
ultime con il Governo dall’altro. Un potere che si sostanzia – continua Cij –
con la capacità di tali imprese di pubblicizzare e comprovare i vantaggi della
propria ‘offerta’ rendendo arduo il riconoscimento dei danni causati dagli
alimenti transgenici e, quindi, delle responsabilità delle imprese stesse
rispetto a questi danni. Un quadro aggravato da un “allineamento tra governo e
imprese”, quella che informalmente viene chiamata “privatizzazione della difesa
del governo”, realtà giudiziaria che si configura quando nel corso di una causa
giudiziaria le imprese si candidano a prendere parte nella disputa in qualità
di assistenti tecnici dell’Unione Federale brasiliana, mentre la Comissão
Técnica Nacional de Biossegurança – CTNBio, non godendo della condizione di
persona giuridica, non può intervenire.[29]
Un
sistema di ‘globalizzazione dell’irregolarità regolatoria’[30] che, malgrado le
speranze degli osservatori e dei critici dell’ingegneria genetica, ha trovato
terreno fertile anche in Europa, appunto, non esente rispetto al tema della
corruzione di alcuni segmenti di scienza e politica da parte delle pressioni
esercitate dalle lobby.
Questi
elementi indicano l’urgenza di un intervento deciso degli organi dello Stato in
modo da isolare gli interessi privati mantenendo distanti le varie dinamiche e
decisioni fin qui prese in merito all’uso delle bio tecnologie. Tecnologie che,
pur non avendo mantenuto le promesse assicurate neanche in campo economico,
continuano ad investire in campagne di disinformazione ottenendo i necessari
appoggi politici.
Inoltre,
secondo il già citato studio di Consea la soia convenzionale ha fornito una
rendita maggiore rispetto a quella transgenica nelle regioni produttrici del
Mato Grosso e il mais transgenico ‘Herculex’, viene attaccato da bruchi per cui
doveva dimostrare resistenza. Per non parlare delle specie di erbe che dal ‘96
al 2005 hanno sviluppato tolleranza nei confronti del glifosato. Questi
fattori, tutti prevedibili, hanno provocato perdite economiche sempre maggiori
per il produttore. Nel 2001 il Forum Mondiale sulla Sovranità Alimentare[31]
ha affermato il principio per cui la sovranità alimentare favorisce la
sovranità economica, politica e culturale dei popoli. Una visione sostenuta nel giugno 2014 nella ‘Carta abierta de
científicos de todo el mundo a todos los gobiernos en relación con los
organismos genéticamente modificados (OGM)’, firmata da 815 scienziati
appartenenti a 82 Paesi e contenente una ferma istanza indirizzata alla fine –
non alla riduzione - dell’uso degli agro tossici e ad un serio sostegno alla
ricerca scientifica, capace di svelare e quantificare i danni fin qui
realizzati da cieche logiche di mercato e loro conseguenze sanitarie, sociali,
ambientali ed economiche per un prossimo futuro.
Inoltre
la letteratura scientifica dimostra un interesse sempre crescente nei confronti
delle conseguenze sulla salute umana provocata dalle piantagioni e dall’uso di
transgenici. Il problema è stato per anni sottostimato e i protocolli
utilizzati per individuare i rischi si sono dimostrati del tutto insufficienti:
in concentrazioni basse, di molto inferiori a quelle già liberalizzate, queste
sostanze inducono gravi conseguenze[32]. Conseguenze che
hanno evidenti ricadute in campo sanitario, di proporzioni tali da generare
costi insostenibili per lo Stato e per le famiglie. Un recente studio europeo
dimostra come, nella sola Unione, sia possibile risparmiare 31 miliardi di euro
all’anno semplicemente riducendo l’esposizione ai Distruttori Endocrini[33],
quelle sostanze derivate da attività produttive umane (ftalati, parabeni, pesticidi,
BPA,….), che sono responsabili della dilagante diffusione di malattie
provenienti dall’alterazione del corretto funzionamento del sistema endocrino:
malformazioni congenite, diabete, autismo, ADHD (deficit dell’attenzione e
iperattività), cancro, infertilità, ecc…[34] La discrepanza tra
teoria e pratica evidenzia le grosse falle tecnologiche esistenti ma anche la
voragine che si è creata negli ultimi decenni nel campo della giurisprudenza.
Come
già affermato in precedenza, l’esperienza ultraventennale del Brasile, offre un
interessante e prezioso quadro rispetto ad ogni campo intersecante il tema in
oggetto e mostra le vie di fuga percorribili da parte delle società moderne: i
principi della giovane e lungimirante Carta dell’88 sono stati violati del tutto
in questa avventura biochimica in cui poche imprese transnazionali che stanno
dettando legge in questo settore in barba all’Art.173 §4 della Costituzione
brasiliana sull’abuso del potere economico mirante a dominare il mercato mentre
si valuta il già citato Roundup come ‘relativamente poco tossico e privo di
effetti carcinogenici o teratogenici’. Anche negli Stati Uniti il Governo
si basa notoriamente sui dati forniti dai test dell’industria dell’agribusiness
per realizzare regole sulla sicurezza, in base alla dottrina della ‘Sostanziale
Equivalenza’ la quale asserisce che i semi OGM sono ‘sostanzialmente
equivalenti’ ai normali semi e con ciò non sono necessari test sulla salute o
sulla sicurezza. Il fatto che l’industria agro-alimentare influenzi gran parte
delle politiche governative, ha assicurato, ad oggi, un trattamento
maggiormente benevolo nei confronti del Roundup e non solo.
Si
configura l’illegittimità dell’ingegneria genetica anche rispetto ad un tema
molto dibattuto in contesti internazionali legati alla Eco ’92 e al Protocollo
di Kyoto: il bene immateriale, l’immenso patrimonio culturale brasiliano delle
sementi, un patrimonio sul quale ricade il legittimo interesse pubblico e, per
questo, tutelato dalla Costituzione dell’88 come bene giuridico oggetto di
preservazione[35]
(Art.216 della Costituzione brasiliana), capace di preservare la sopravvivenza
storica e culturale di un popolo attraverso tecniche di conservazione e
adattamento al clima.
In linea
con i dettami costituzionali, lo Stato del Rio Grande do Sul, una delle regioni
brasiliane più sviluppate e che ha conosciuto per prima l’uso e l’abuso della
tecnologia OGM già nel 1982 (prima della Carta dell’88[36]) aveva pubblicato
la Legge n°7.747 del 22 dicembre 1982 o ‘Lei Gaùcha’ che emette disposizioni in
merito al controllo di agro tossici e altri biocidi. Ma è stata annullata dalla
Legge federale n°7.082 dell’11 luglio 1989, la quale fornisce indicazioni molto
più blande, negligenti[37] rispetto alla complessità insita nell’uso di
sostanze tossiche lasciando il campo libero in tutto il Paese rispetto alla
diffusione della bioingegneria e al mercato degli agro tossici. Eppure la
compatibilità di una norma con la Costituzione può essere posta all’attenzione
della Suprema Corte Federale attraverso l’Azione Diretta di Incostituzionalità
(ADI), uno strumento che consente il controllo diretto della costituzionalità
di norme e leggi in seno al Supremo Tribunale Federale brasiliano[38].
Cionostante, solo il 5% dei ricorsi arrivano sui tavoli ADI mentre 64 ADI
versano sull’Art.225 della Costituzione brasiliana il quale decreta il bene
ambientale come bene comune[39].
Abbiamo
intrapreso una strada senza vie d’uscita? O è ancora possibile rideterminare i
nostri diritti in senso giusnaturalista? L’esperienza di trans genia e agro
tossici, dà, sostanzialmente, ragione alle teorie che nel XVII secolo, Hobbes
sviluppa nel ‘Leviatano’ allo scopo di realizzare una società pacifica e
ordinata suggerendo la necessità di una maggiore presenza dello Stato e introducendo
una distinzione tra il diritto di natura e la natura del diritto ovvero tra la
mancanza di impedimenti che di fatto intercorre tra l’uomo e la conservazione
della propria natura e sicurezza, in sostanza il buon senso, orientato dalla
ragione, in base al quale non sia possibile ragionevolmente operare in modo da
insidiare la propria sicurezza, appunto. Sono i principi cui si aggrappano le
corporazioni transnazionali le quali godono dei diritti della personalità
giuridica. Un problema diffuso su larga scala ovunque e da tempo. La garanzia
dello status di ‘persona giuridica’ attribuito alle corporazioni transnazionali
è nato in età moderna e lascia ad esse
la libertà di muoversi indisturbate attraverso le giurisdizioni allo scopo di
fare affari ovunque esse trovino le migliori opportunità di massimizzare il
proprio valore. Di fatto queste imprese private godono di vantaggi legali[40]
che consentono loro di evitare legittimamente conseguenze a lungo termine,
evadendo facilmente le proprie responsabilità civili, vanificando i più
imponenti sforzi indirizzati a mutare una realtà che vede attori economici
privati agire rispondendo ad un diritto ‘naturale’ al fine di espandere i
propri affari[41]
ma a scapito del bene comune e, infine, del diritto naturale di molti. Un’utopia,
al momento, anche a causa dell’assenza di strumenti normativi e penali
internazionali in materia ambientale, almeno fino al settembre del 2016[42],
data in cui il Tribunale Penale Internazionale ha annunciato di voler
attribuire diritto di priorità ai reati ambientali come lo sfruttamento
illegale di risorse naturali estendendone le connessioni ai crimini contro
l’umanità e di genocidio. In tale ottica, il Procuratore annuncia di prendere
in considerazione ogni denuncia che arriverà sul suo tavolo sia su istanza di
associazioni che di individui[43].
Un grande passo avanti che attribuisce alle società il ruolo di organo di
controllo degli Stati ma che necessita di una spinta consapevole e informata dal
basso. Le nostre società sono pervase da visioni meccanicistiche in tema
scientifico e giurisprudenziale e questo ha significativamente determinato
alcune convinzioni rispetto alle priorità della politica, favorendo quella
mentalità estrattiva che sta conducendo il pianeta al collasso e proponendo il
diritto dei beni comuni (la salute, ad esempio) come una concessione e non come
un diritto naturale[44].
Una crisi sistemica, dunque, cui è necessario rispondere in maniera sistemica.
[1] Vandana Shiva, ‘Il bene comune
della terra’, 2005, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano
[2] Diabete, malattie
neurodegenerative, linfomi, sono malattie in rapida crescita che caratterizzano
i paesi maggiormente sviluppati. La quantità di ammalati è tale che il WHO
parla di epidemia in relazione a queste patologie. Per maggiori
informazioni: www.who.int
[3] Le varietà transgeniche sono
progettate per resistere agli erbicidi e fungicidi. Tuttavia le specie
infestanti sviluppano nel tempo resistenza a questi veleni per cui se ne devono
utilizzare quantità sempre superiori.
[4] Il Brasile è
secondo solo agli Stati Uniti nel consumo di agro tossici, abitudine che ha
iniziato a portare alla luce molti guasti in un paese che basa la propria
economia sulla produzione agricola in mancanza di norme precise e di una
Riforma Agraria. Attualmente si fa riferimento alla Riforma Agraria nel
Capitolo III della Costituzione brasiliana dove si riconosce alla terra una
funzione sociale.
[5] In Argentina il Dott. Damiàn
Verzeñassi sta conducendo insieme ad un team medico-scientifico uno studio
epidemiologico presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Rosario, Buenos
Aires. Lo studio ha seguito la salute di più di 80.000 persone e di 25 comunità
della Pampa argentina dal 2010. Il 40% delle persone studiate soffre di
problemi respiratori, un’incidenza largamente superiore rispetto alle aree
maggiormente urbanizzate delle vicine megalopoli. Lo studio ha, inoltre,
evidenziato un aumento delle patologie cancerose, ipotiroidismo e malformazioni
che va dal 4.5 al 7% in più rispetto al primo quinquennio del periodo studiato
di uso di agrotossici. Nell’ottobre del 2016, il Dott. Verzeñassi ha deposto
come testimone presso il Tribunale Internazionale Monsanto, iniziativa avviata
dalla società civile internazionale allo scopo di esaminare le responsabilità
per violazione dei diritti umani, crimini contro l’umanità ed ecocidio di cui
la multinazionale è accusata.
[6] Il sistema della ‘minoranza di
blocco’ implica che l’adozione di un atto venga bloccata in fase di voto se un
gruppo di minoranza esprime contrarietà. Uno modo per superare l’ostacolo
risiede nei diversi pesi politici e decisionali attribuiti agli Stati europei
che fanno parte dell’Unione: se si creano le condizioni per la formazione di
una ‘maggioranza qualificata’ (55% degli stati membri EU corrispondenti almeno
al 65% dei cittadini EU), salta il veto della ‘minoranza di blocco’. Ma nel
2010 l’astensione della Germania rispetto al tema Ogm, non ha permesso
l’attivazione della maggioranza qualificata. Attualmente non è, praticamente,
possibile impedire la libera circolazione di prodotti Ogm considerati innocui
da EFSA, Autorità Europea per la sicurezza alimentare. La posizione della
Germania è, oggi, controversa: la grande maggioranza dei tedeschi si oppone
all’uso di chimica e Ogm in agricoltura, tuttavia sono tedesche due delle
maggiori multinazionali che muovono ingentissimi capitali a livello mondiale
nei campi finanziariamente strategici di farmaceutica e chimica (Basf e Bayer).
Per ulteriori approfondimenti:
[7] Efsa, Autorità europea per la
sicurezza alimentare. Ha sede a Parma, in Italia.
[8] Ad Aprile 2015, Bruxelles approva
la commercializzazione di 17 prodotti ogm per il consumo umano e 2 garofani.
[9] http://ec.europa.eu/food/plant/gmo/index_en.htm
[11] Marcello Buiatti è Ordinario di
Genetica presso l’Università di Firenze.
[12] “Il progresso agronomico sono davvero gli OGM?”, Prof.
Marcello Buiatti, Pubblicato il 24 nov 2013, incontro con Marcello Buiatti, Prof. di Genetica (Univ. di Firenze)
organizzato all'interno del ciclo: "Perchè no agli OGM" da ISDE FVG,
AIAB; Legambiente, Aprobio, WWF,con il supporto di Annadana e CommuNetAction, e con il patrocinio e contributo della
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Su: https://www.youtube.com/watch?v=vgFr9VqaJoE
[13] Il cosiddetto ‘sistema delle
porte girevoli’ esistente tra Efsa e le maggiori multinazionali nel campo
dell’agribusiness è noto. Hanno fatto parlare i casi di Suzy Renckens (Efsa -
Syngenta), Laura Mille (CocaCola, Kraft/Unilever/Danone/McDonald – Efsa), Mella
Frewen (Monsanto – Efsa) i quali hanno messo in luce un problema di conflitto
di interessi esistente nell’osservatorio europeo per la sicurezza alimentare
tale da generare un pericolo per la salute pubblica dei cittadini europei e per
le economie degli Stati. Questi casi sono stati oggetto di valutazione da parte
del Difensore civico europeo già nel 2003 (https://www.ombudsman.europa.eu/en/cases/summary.faces/en/50377/html.bookmark). https://corporateeurope.org/revolvingdoorwatch/cases
[14] Theo Colborn, Dianne Dumanoski,
John Peterson Myers, “Our Stolen Future”, Ed. Plume, Penguin, Harmondsworth,
New England, 1997.
[15] F. Capra, U. Mattei, “The Ecology
of Law. Toard a Legale System in Tune with Nature and Community”,
Berrett-Koehler Publishers, Oakland, 2015
[16]
G. Ferment, L. Melgarejo, G. Bianconi Fernandes, J.M. Ferraz, “Lavouras
Transgênicas, Riscos e incertezas – Mais de 750 estudos desprezados pelos
órgãos reguladores de OGMs”, Ministério do Desenvolvimento Agrário, Brasilia,
2015
[17]
CONSEA, Conselho Nacional de Segurança Alimentar e Nutricional, “Relatório
Final. Mesa de Controvérsias sobre Transgênicos”, Brasília, Presidência da
República, 2014.
[19] Vandana Shiva, “Il bene comune
della terra”, p.169, 2005, Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano
[20] Istituto Biologico Italiano,
“Alimenti geneticamente modificati”, 2000
[21]
Richard Horton, “ Offl ine: What is medicine’s 5 sigma?” ,
www.thelancet.com, Vol 385, April 11, 2015 ; su: http://thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736%2815%2960696-1.pdf
[22] Non è
di secondaria importanza rammentare che per la Oxitec lavorano esperti che
vantano una lunga esperienza in Syngenta e Bayer, colossi tedeschi che lavorano
contemporaneamente, appunto, nel campo dei pesticidi e dell’ingegneria
genetica.
[23] Helen Wallace, “Mosquitos Geneticamente
Modificados: Preocupações Atuais”,
TWN, Third World Network,
Penang, Malásia; Heinrich Böll Stiftung, Brasil, 2013.
[24]idem
[25]
José Renato De Oliveira Barcelos, “A tutela jurídica da sementes. A proteção da
diversidade e da integridade do patrimônio genético e cultural brasileiro à luz
do principio da proibição de retrocesso ambiental”, Ed. Verbo Jurídico, Porto
Alegre 2011.
[26] “Intervista a Rubens Onofre Nodari - il
futuro è nell'agro-ecologia”, di Chiara Madaro, su http://amandaje.blogspot.it/. Il Prof. Nodari
è titolare del Programma di Dottorato in Risorse Genetiche Vegetali dell’Università
di Santa Catarina, UFSC, Florianopoli, Brasile.
[27]
CONSEA, Conselho Nacional de Segurança Alimentar e Nutricional, “Mesa de
Controvérsias. Impactos dos Agrotòxicos na Soberania e Segurança Alimentar e
Nutricional e no Direito Humano à Alimentação Adequada – Relatório Final.”,
Brasília, Presidença da República 2014.
[28] Vandana Shiva, ‘Il bene comune
della terra’, 2005, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano
[29] Comissão Internacional de Juristas, “Acesso à
Justiça: Violações de Direitos Humanos por Empresas”, Genebra, Suíça, 2011
[30] Steven M. Druker, “Altered genes,
twisted truth. How the venture to genetically engineer our food has subverted
science, corrupted government, and sistematically declive the public”, Clear
River Press, Salt Lake City, 2015
[31]
Forum Mondiale sulla Sovranità Alimentare, Villaggio di Nyéléni, Mali,
23-27 Febbraio 2007. Il tema della Sovranità alimentare è stato posto nel 1996
a Roma dalla Via Campesina, organizzazione rurale molto attiva in Brasile.
http://www.nyeleni.org/
[32] L.Paganelli,
A.,Gnazzo, V.,Acosta, H., López, S.L.,Carrasco, A:E:, 2010. Glyphosate-based herbicides produce terato-genic
effects on vertebrates by impairing retinoico acid signaling. Chem.Res.Toxicol.,
August9. http://doi/abs/10.1021/tx1001749
[33] La Dott.ssa Theo Colborn,
recentemente scomparsa, presidente di TEDX, The Endo Disruption Exchange, Prof.
Emerito di Zoologia presso l’Università della Florida, ha dedicato la propria
vita allo studio e alla divulgazione scientifica rispetto alle malattie
Neurodegenerative provocate dall’esposizione agli interferenti endocrini e
afferma: “(…)sono state accumulate prove schiaccianti
indicanti che la presenza di quantità infinitesimali di alcune sostanze
chimiche che si accumulano nell’organismo nel corso delle continue fasi di
sviluppo che si alternano prima della nascita, possono alterare il fenotipo
ereditato come, ad esempio, la capacità di apprendere, amare, di elaborare
informazioni, riprodursi e anche mantenere un peso corporeo normale. Poiché
queste sostanze chimiche interferiscono con lo sviluppo attraverso un’azione di
disturbo del sistema endocrino, sono chiamati distruttori endocrini.
L’equilibrio del sistema endocrino è così finemente bilanciato che l’ambiente
del grembo materno dipende da cambiamenti delle concentrazioni di ormoni
equivalenti ad un trilione di grammo. In termini temporali, questa quantità
equivale ad un secondo in 3.169 secoli”. http://www.endocrinedisruption.com
[34] HEAL, Health and Environment Alliance: “Health costs in the European
Union. How much is related to EDCS?” June 2014, su
www.env-health.org
[35] José Renato De Oliveira
Barcelos, “A tutela jurídica da sementes. A proteção da diversidade e da
integridade do patrimônio genético e cultural brasileiro à luz do principio da
proibição de retrocesso ambiental”, Ed. Verbo
Jurídico, Porto Alegre 2011.
[36] Art. 225. Tutti hanno diritto a un ambiente ecologicamente
equilibrato, e in quanto bene di uso comune del popolo, indispensabile per una
sana qualità di vita; si impone all’autorità pubblica e alla collettività il
dovere di difenderlo e preservarlo per le generazioni presenti e future. § 1º Per garantire l’effettività di
questo diritto, è compito del Governo: I. preservare e restaurare i processi
ecologici essenziali e provvedere alla gestione ecologica delle specie e
ecosistemi; II. preservare la diversità e l’integrazione del patrimonio
genetico del Paese e controllare gli enti dedicati alla ricerca e manipolazione
di materiale genetico; (…)IV. esigere, secondo quanto previsto dalla legge, per
l’installazione di opere o attività potenzialmente portatrici di significativo
degrado ambientale, uno studio preventivo di impatto ambientale, a cui verrà
dato ampio risalto; V. controllare la produzione, la commercializzazione e
l’impiego di tecniche, metodi e sostanze che comportano rischi per la vita, la
qualità di vita e l’ambiente; (…)VII. proteggere la fauna e la flora, con il
divieto, nella forma di legge, di compiere azioni che mettano in pericolo la
loro funzione ecologica, provochino l’estinzione di specie o sottopongano gli
animali a crudeltà.
[37] Art. 24. “Compete all’Unione, agli Stati e al Distretto Federale il
legiferare in concorso su: (…)VIII. responsabilità per danni all’ambiente, al
consumatore, a beni e diritti di valore artistico, estetico, storico, turistico
e paesaggistico; § 3° In
caso di mancanza di legge federale sulle norme generali, gli Stati
eserciteranno la piena competenza legislativa, per soddisfare le loro esigenze
peculiari. § 4° La sopravvenienza di legge federale sulle norme generali
sospende l’efficacia della legge statale, su quanto espresso in contrario”.
[38]
La Costituzione Federale stabilisce all’Art 103 i proponenti ‘legittimi’
dell’Azione Diretta di Incostituzionalità: il Presidente della Repubblica, il
Senato Federale, la Camera dei Deputati, l’Assemblea Legislativa o la Camera
Legislativa del Distretto Federale, il Governatore dello Stato o del Distretto
Federale (contro la legge federale o statale di altro Stato laddove si comprovi
l’interesse del proprio Stato), il Procuratore della Repubblica, il Consiglio
Federale dell’Ordine degli Avvocati del Brasile, partiti politici con
rappresentazione presso il Congresso Nazionale, confederazioni sindacali o
entità di classe di livello nazionale che abbiano associati in almeno 9 Stati
della Confederazione.
[39] Ilton Norberto Robl Filho,
“Dialoghi di Diritto Costituzionale Comparato. Alla Ricerca dei Beni Comuni, il
Ruolo delle Costituzioni”, Università del Salento/Università Regionale di
Blumenau - FURB, Summer School 6-10 Luglio 2015
[40] Fritjof Capra, Ugo Mattei, “The
ecology of law. Toward a legal system in tune with nature and community”,pg.
82-83, 2015, Berrett-Koehler Publishers,
Inc., Oakland
Nel testo gli autori raccontano in
che modo si sia arrivati a questa realtà ripercorrendo la vicenda occorsa
nell’Italia Rinascimentale e riguardante la Dutch East India Company e il suo
avvocato Grozio il quale, con il suo genio, ha consentito alla compagnia di
ottenere un vantaggio senza precedenti sugli Stati. Secondo la visione di
Grozio, il mare è un bene comune e per questo non può essere soggetto a
proprietà privata. Per questo rimane aperto a tutti. Grozio ricorre, dunque, al
principio secondo il quale la legge naturale ha valore sopra ogni altro diritto
e che per una ‘persona legale’, l’accesso a questo bene a fini di lucro, è di
vitale importanza per la propria sopravvivenza. Nel suo ragionamento, poi, una
‘persona legale’ può resistere con ogni mezzo, anche ricorrendo alla violenza,
per difendere questo principio, nel caso in cui la propria sicurezza e
sopravvivenza fossero messe a repentaglio. Con ciò dimostrò il proprio diritto
ad agire senza ostacolo alcuno. Successivamente avanzò il pretesto della legge
naturale in merito al diritto della Compagnia di acquisire una proprietà
privata se res nullius, ossia non
utilizzata da alcuno, anche se trovata in una giurisdizione straniera. Gli
autori notano, quindi, che oggi la World Trade Organization avanza le stesse
pretese proponendo le medesime argomentazioni.
[41] Fritjof Capra, Ugo Mattei, “The
ecology of law. Toward a legal system in tune with nature and community”,pg. 9,
2015, Berrett-Koehler Publishers, Inc.,
Oakland
[42] Alessandra Lehmenn, “Julgamento de crimes
ambientais pelo TPI é marco histórico no Direito Ambiental”, Ott 2016, su: http://www.conjur.com.br/2016-out-16/julgamento-crimes-ambientais-tpi-marco-historico
[43] International Criminal Court,
Office of The Prosecutor, “Policy Paper on Case Selection and Priorization”, 15
september 2016
[44]Fritjof Capra, Ugo Mattei, “The
ecology of law. Toward a legal system in tune with nature and community”,pg. 3,
2015, Berrett-Koehler Publishers, Inc.,
Oakland
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