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venerdì 17 maggio 2019

Diritto di Natura e Natura del Diritto .- Ingegneria Genetica, Corporations, Sovranità



 chiara madaro
FEBRAIO 2017
  


Key words: transgenici – pesticidi – corporazioni transnazionali - leggi incostituzionali  – sovranità
Syngenta, Bayer Crop Science, Basf, Dow agroScience, Monsanto, DuPont. Sono le sei imprese transnazionali per metà statunitensi e per metà tedesche che governano il mercato agricolo mondiale attraverso l’ingegneria genetica e i pesticidi. Il ‘fanatismo religioso’ dell’economia e del profitto, proprio di una visione meccanicistica e riduzionista di Scienza e Legge, ha dato spazio ad armi di distruzione di massa entrate nella nostra alimentazione mentre vengono totalmente ignorati i più basilari protocolli di sicurezza alimentare e sanitaria. Malformazioni congenite, malattie neurodegenerative, linfomi, declino delle capacità cognitive, le conseguenze epidemiche. Un Golem che sta sfuggendo ad ogni controllo, che divarica la forbice delle persone in stato di bisogno e dipendenza. Un tema costituzionale di estremo rilievo da affrontare tempestivamente e con risolutezza per proteggere quanto rimane della sovranità nazionale dei Paesi che hanno affidato la propria capacità produttiva nelle mani di un pugno di imprese private straniere il cui obiettivo dichiarato è quello del profitto privato, non certo il bene dei popoli.

La ‘Crematistica’, è, per Aristotele, la capacità di produrre ricchezza al fine di migliorare le condizioni di vita della famiglia. Egli pone in essere la questione della legittimità della compravendita di beni indispensabili alla sopravvivenza, notando che è la natura ad offrire all’uomo i mezzi necessari al proprio sostentamento. Dopo oltre 2mila anni Vandana Shiva, una delle personalità più prestigiose che oggi si battono per la giustizia ambientale, afferma che: “Concepire il pianeta come una grande comunità e come un bene comune inalienabile a tutte le forme di vita che lo popolano, significa porre in correlazione il particolare e l’universale, le diversità specifiche e gli aspetti comuni, le dimensioni del locale e del globale, richiamandosi a quella che in India viene descritta come vasudhaiva kutumbkham, la ‘famiglia terrestre’, l’insieme di tutti gli esseri viventi che traggono sostentamento dal nostro pianeta”[1].
Tuttavia oggi il profitto, la creazione di ricchezza, non la ricchezza in sé, diventato un fine, ha condotto alcune imprese transnazionali ad esperimenti che stanno impoverendo la capacità della natura di riprodursi e dell’uomo di vivere con dignità la propria esistenza, senza alcun controllo da parte degli Stati in nome di una supposta superiorità della tecnologia, espressione della capacità dell’Uomo di piegare a suo piacimento la natura. E’ così? Possiamo piegare la natura senza risultare, noi stessi, vittime? A questi interrogativi la scienza ‘degna’ risponde negativamente tentando di comunicare con la politica al fine di fermarne la tendenza ad assecondare le attività lucrose delle imprese transnazionali nella convinzione che questo faciliti le esportazioni e, dunque, sia di beneficio allo Stato stesso. Tuttavia proprio l’assenza di vigilanza e prevenzione, il deragliamento dai principi delle Costituzioni, hanno favorito l’insorgenza di patologie da cui è difficile poter tornare indietro, causate da contaminanti capaci di colpire il patrimonio genetico e, dunque, trasferiti alle nuove generazioni, il sistema nervoso ed endocrino talmente dilaganti che, per la prima volta nella storia, si parla di epidemia in riferimento a malattie non infettive, ledendo i diritti fondamentali sanciti da ogni democrazia e la stessa sovranità degli Stati costretti a gestire economicamente e politicamente emergenze sanitarie che non hanno precedenti[2].
E’ il caso dell’ingegneria genetica applicata alla produzione agricola, in tempi di crisi sdoganata anche sui tavoli europei mentre paesi che ‘vantano’ un’esperienza, ormai, decennale, si attivano per contrastare gli OGM e il conseguente e massiccio uso di agro tossici[3]. L’esperienza di Argentina e Brasile[4] è, in questo, emblematica e potrebbe evitare al Vecchio Continente di perseverare su sentieri fallimentari e dannosi.  Malgrado la reputazione di attenzione e cura verso i diritti e la sicurezza dei suoi abitanti, la Comunità Europea ha, infatti, consentito un innalzamento del Massimo livello residuo (MRL) per il Glifosato nella soia di 200 volte, da 0,1 mg/kg a 20 mg/kg. Il via libera risale al 1997, dopo che la Soia Roundup Ready geneticamente manipolata è stata commercializzata in Europa. Il Glifosato è un principio attivo prodotto dalla Monsanto Corporation per la realizzazione dell’erbicida più usato in agricoltura. Conosciuto anche con il nome commerciale di Round Up, il Glifosato è stato brevettato da Monsanto negli anni  ’70, ben prima che gli OGM fossero commercializzati, come erbicida a largo spettro. In genere viene spruzzato e assorbito attraverso le foglie o usato come erbicida forestale e contiene additivi chimici sconosciuti che la compagnia rifiuta di divulgare per motivi  di ‘segreto industriale’.  A partire dal 2005, l’87% di tutti i campi statunitensi di soia sono stati coltivati con varietà resistenti al glifosato e spruzzati con il Roundup. Dato che i semi di soia Ogm Monsanto Roundup Ready (resistenti al Roundup) o altre coltivazioni sono state manipolate unicamente per essere rese resistenti all’erbicida Roundup mentre il resto della vita vegetale che si trova nei dintorni viene distrutta dal Roundup, gli agricoltori che usano semi Roundup Ready devono acquistare anche l’erbicida Roundup rendendo il mercato prigioniero sia nel campo dei semi che dei prodotti chimici.  Il problema di questa comoda organizzazione, a parte il fatto che le ‘super-erbacce’ resistenti al Roundup stanno emergendo come una nuova catastrofe biologica, è che è stato dimostrato come il Glifosato possa essere collegato ai difetti alla nascita come una delle sostanze più tossiche utilizzate in agricoltura e capace di generare gravi forme di teratogenesi.
Un team scientifico internazionale condotto dal Prof. Andrés Carrasco, capo del Laboratorio di Embriologia Molecolare presso l’Università di Medicina di Buenos Aires e membro del Consiglio nazionale argentino sulla ricerca tecnica e scientifica, ha riscontrato malformazioni in embrioni in cui erano stati iniettati 2,03 mg/kg di glifosato, l’ingrediente maggiormente attivo nel Roundup, l’erbicida più diffuso in commercio. Attualmente la soia destinata al consumo umano può, generalmente, contenere residui di glifosato fino a 17mg/kg.
1 - La diffusione di notizie riguardanti le malformazioni umane è iniziata in Argentina all’inizio del 2002, due anni dopo l’inizio delle fumigazioni aeree del Roundup e della piantagione di Soia RR.

Scomparso nel 2014, Carrasco ha presentato le scoperte del suo gruppo durante la Sesta Conferenza Europea delle Regioni OGM Free presso il Parlamento Europeo di Brussels. Risultati di cui non si è tenuto conto. Dunque accade che, mentre nei grandi paesi sudamericani team scientifici raccolgono dati a livello epidemiologico allo scopo di dimostrare la corrispondenza tra l’uso di agrotossici e  OGM e l’incidenza epidemica di alcune malattie degenerative, teratogeniche e genetiche[5], l’Europa cade preda dell’agronegozio, malgrado il 61% dei paesi Europei si dichiari contrario all’idea che gli OGM siano innocui e meno di 1/3 pensa che siano utili all’economia. Cosa è successo? In ragione del sistema di voto della ‘minoranza di blocco’[6] e del fatto che, per gli Stati, non sia possibile confliggere con il parere di Efsa[7], qualora essa stabilisca l’innocuità di un prodotto destinato al consumo umano diretto o indiretto, in Europa si è dato il via libera a 19 nuovi prodotti OGM[8] che si aggiungono ai 58 già esistenti, malgrado il coro di pareri negativi. L’esecutivo dell’Ue, inoltre, propone che siano i singoli Stati a legiferare in materia evitando di prendere posizioni di valore comunitario[9]. Non sono in pochi gli esperti che vedono in questa proposta un modo per facilitare la firma dell’accordo trans-atlantico per il commercio e gli investimenti con gli Usa (TTIP), un accordo in via di definizione che ricorda molto il Nafta il quale determina accordi di libero scambio tra in Nord e il Centro America e che ha sollevato ipotesi di lesa sovranità nazionale ad opera di imprese transnazionali statunitensi le quali, di fatto, hanno generato una condizione di dipendenza degli Stati da un oligopolio di imprese transnazionali straniere (Mon­santo, Dupont, Syn­genta, Bayer, Dow e Basf) in tema di produzione agraria.
Le imprese appena citate, tre statunitensi, due tedesche e una svizzera, hanno tutte interessi convergenti nei campi strategici della produzione di prodotti farmaceutici, di pesticidi e di ogm. Salute e alimentazione transitano, così, dallo status di diritto fondamentale a quello di business miliardario a vantaggio di pochi. Esemplare il caso di Bayer, impresa farmaceutica nata  nella Germania nazista, la quale si occupa anche della produzione dei più comuni pesticidi ad uso non solo agricolo ma anche da giardinaggio ed è a base di glifosato. Bayer è, oggi, protagonista della più costosa fusione degli ultimi tempi con l’acquisizione di Monsanto, uno dei maggiori colossi commerciali americani produttori di sementi geneticamente modificate e pesticidi procedendo alla costruzione del più importante merger finanziario esistente al mondo con interessi sempre più interconnessi e ramificazioni nei settori nevralgici degli Stati che vanno dal welfare alla produzione agricola.
L’operazione, costata 66 milioni di $, si aggiunge alla fusione dell’americana Dow Chemical e Dupont, seconda a Monsanto nella produzione di semi geneticamente modificati e della produzione di prodotti chimici. Un ‘matrimonio riparatore’ che andrebbe a tamponare la possibile unione di Chem China e Sinochem, colossi privati controllati dallo Stato cinese che insieme muoverebbero un patrimonio di 100 mld di dollari nei settori petrolifero e chimico (pesticidi) interessato a inglobare nella propria sfera di interessi anche la svizzera Syngenta, tra i maggiori produttori mondiali di sementi geneticamente modificate e pesticidi.  Operazioni, dunque, che oltre ad avere un valore strettamente borsistico e finanziario, investono direttamente il settore geopolitico e muovono in totale cifre che si aggirano intorno ai 250 miliardi di $. Una enormità se si pensa che la Germania, lo Stato europeo finanziariamente più forte in Europa, registra un Pil pari a 3,363,446.82$, il Brasile, stella sudamericana, di 1,774,724.82$ e gli Stati Uniti, il paese che registra il Pil mondiale maggiore, di 18,036,648.00$[10]. Una novità assoluta nel campo finanziario con evidenti ricadute a livello sociologico e geopolitico e su cui si dovrà pronunciare l’antitrust europeo. Curioso che nelle preoccupazioni comunitarie rientrino considerazioni di tipo meramente commerciale (nelle 800 pagine già pervenute ai mega merger sui rischi di tali fusioni, si parla di rischio di ‘impoverimento di R&D’ (Research and Development), certamente importanti, ma non si fa menzione ai rischi ugualmente importanti di tipo sociale se non quando si esprime preoccupazione in merito a possibili disordini causati da un diffuso dissenso da parte dell’opinione pubblica rispetto alla creazione di colossi finanziari capaci di muovere cifre di gran lunga superiori a quelle degli Stati più potenti. Le valutazioni in campo, mostrano, dunque, una sottomissione politica e un punto di vista distante se non opposto rispetto a quello dei diritti sociali e politici dei popoli che la giurisprudenza dovrebbe poter garantire.
D’altra parte gli stessi organi di controllo mostrano connessioni improprie nella stessa Europa, a lungo guardata come ambita meta rispetto agli obiettivi di democrazia e trasparenza, di rispetto dei diritti di cittadinanza, cui ogni popolo dovrebbe aspirare; il Rapporto Efsa 2007 sui pesticidi negli alimenti non sembra riconoscere il problema della relazione tra la chimica presente negli alimenti geneticamente modificati e i problemi di ordine sanitario che ne derivano. Marcello Buiatti[11], genetista molecolare riconosciuto in campo internazionale, evidenzia, a tal proposito, carenze organizzative e regolatorie alquanto preoccupanti e dimostra come controlli e verifiche in Europa siano gravemente lacunosi. Nel caso in cui una corporazione elabori un nuovo brevetto da commercializzare destinato all’alimentazione, infatti, questa è tenuta ad inviare ad Efsa un dossier tecnico. A quel punto Efsa, allo scopo di garantire imparzialità e correttezza, nomina dei tecnici che valuteranno quel dossier ed evidenzieranno elementi di dubbio rispetto alla sicurezza del brevetto che si intende commercializzare. In un normale protocollo orientato a valutare un rischio, dovrebbe, a questo punto, partire una sperimentazione, una verifica, da parte di laboratori specializzati e indipendenti. Ciò che, invece, accade è che Efsa restituisce alla corporation la relazione con le note elaborate dai tecnici chiedendo di appurare che il brevetto non costituisca un danno immediato o a lunga scadenza. Si viene, dunque, a configurare la condizione per cui il controllore è il controllato e la responsabilità sulla sicurezza e commercializzazione su larga scala dei brevetti che entreranno nella nostra catena alimentare continua a risiedere unicamente nelle multinazionali private. E’ in questo modo che decine di brevetti nel campo dell’ingegneria genetica e dei pesticidi sono stati liberati in Europa dagli anni 90 ad oggi. Efsa, dunque, non possiede alcun laboratorio né consente ai laboratori indipendenti di accedere ad un percorso di ricerca alternativo rispetto a quello delle corporation. Tutto ciò in seguito a linee guida elaborate da una passata dirigente la quale, subito dopo, rassegna le proprie dimissioni per entrare nel settore marketing di una delle tre più potenti corporation esistenti al mondo nel campo degli Ogm[12]. Una realtà che, malgrado le richieste avanzate da parte di numerosi laboratori indipendenti, non ha subito modifiche, ad oggi[13].  Anche la “DIRETTIVA UE 2015/412 del Parlamento Europeo e del Consiglio dell'11 marzo 2015” è, su questo punto, estremamente carente. Salutata in maniera entusiastica dalla propaganda italiana come un mezzo di difesa per la protezione della capacità produttiva di specificità regionali e autoctone riconosciute in tutto il mondo, che fanno del ‘Made in Italy’ un marchio di pregio, il documento in realtà recita: (5) “Quando un OGM è autorizzato ai fini della coltivazione conformemente al quadro normativo dell'Unione sugli OGM e soddisfa, per quanto concerne la varietà da immettere in commercio, le prescrizioni del diritto dell'Unione sulla commercializzazione delle sementi e dei materiali di moltiplicazione delle piante, gli Stati membri non sono autorizzati a vietare, limitare o ostacolare la sua libera circolazione nel loro territorio, salvo che alle condizioni definite dal diritto dell'Unione”. Condizioni che, come è già stato delineato in precedenza, continuano a non tener conto della vasta letteratura scientifica esistente in merito agli effetti avversi degli interferenti endocrini e di quelle molecole mai osservate in natura e derivate da ingegneria genetica e pesticidi[14]. Di fatto, la Direttiva UE 2015/412, costituisce una limitazione al volere degli Stati e alle richieste della società. Si noti che nella Direttiva si parla non solo di prodotti già maturati sulla pianta o realizzati da prodotti Ogm, ma anche di sementi. Questo implica che chiunque possa coltivare semi Ogm (considerati innocui dalle politiche europee ma non dalla cosiddetta ‘scienza degna’) che andrebbero a contaminare campi vicini attraverso la volatilità dei pollini. In un quadro carente di una corretta campagna informativa, in cui i laboratori indipendenti non hanno accesso alle informazioni necessarie e di leggi capaci di garantire la sicurezza dei popoli, privati, di fatto, del diritto naturale all’autoconservazione, la Direttiva costituisce un modo per diffondere la piaga degli Ogm anche nei paesi che, formalmente, vi si oppongono.
Alle incoerenze del Vecchio Mondo, fa da contraltare l’esperienza di Brasile e Argentina, due colossi nel campo della produzione agricola. Nonostante tutti gli impedimenti del caso originati dal ‘lato oscuro del progresso’, in cui il sistema legale asseconda e protegge le necessità generate dall’accumulo di capitale piuttosto che quello dei popoli[15], i grandi paesi sudamericani si trovano in una fase di maturità rispetto al tema dei diritti e della perdita di sovranità e indipendenza finanziaria degli Stati e, a livello giurisprudenziale, scientifico, sanitario, sociale, finanziario, stanno generando un florilegio documentale ed epidemiologico di grande interesse[16], altrove assente. In Brasile, ad esempio, la giovane Costituzione dell’88 celebra il diritto dei cittadini secondo una visione giusnaturalista in cui l’Uomo è integrato nell’ambiente in cui vive e non ne è mero predatore. La logica estrattiva lascia, quindi, il passo a quella generativa.
Una Costituzione che aspetta ancora, per molti versi, di essere positivizzata attraverso un corpus legislativo adeguato ma che si nutre del fertile terreno intellettuale e sociale brasiliano da cui è stata aperta una ‘Mesa de Controversias’[17] sui transgenici chiamando la Presidenza della Repubblica a prendere decisioni responsabili e definitive in merito a leggi incostituzionali.
Incostituzionali perché, sebbene alcuni segmenti della scienza dichiarino l’innocuità degli Ogm, in realtà essi ci espongono a un duplice ordine di pericoli derivanti dall’uso in agricoltura di armi di distruzione di massa rivendute come pesticidi ed erbicidi[18]. L’attivista e scienziata Vandana Shiva afferma in merito: “Con l’industrializzazione e la globalizzazione degli alimenti, il problema della sicurezza alimentare diventa sempre più allarmante. Su scala globale, assistiamo al diffondersi di nuove epidemie e alla mutazione di patologie che diventano più virulente. Negli ultimi decenni si sono avvicendate due generazioni di nuove tecnologie connesse alla produzione alimentare. La prima grande trasformazione comporta l’impiego di prodotti chimici in agricoltura propagandato con il nome di ‘Rivoluzione verde’. I veleni chimici utilizzati in guerra vengono riciclati in tempi di pace e distribuiti come fertilizzanti sintetici e pesticidi. L’agricoltura e la produzione alimentare si trovano così a dipendere da armi di distruzione di massa”[19]. L’Encefalopatia bovina spongiforme con la sua variante umana (morbo di Creutzfeld-Jacob), febbre suina, encefalopatie non mortali ma gravemente invalidanti, aviaria, sono alcuni esempi di mutazioni di virus che dagli animali passano all’uomo generando morti e malattie degenerative gravi. La cattiva informazione – tendenziosamente il tema dell’ingegneria genetica viene dipinto come un falso problema alimentato da credenze e sensibilità soggettive – lede, di fatto, uno dei capisaldi nelle Costituzioni democratiche: il diritto ad essere informati e ad accedere ad informazioni certe, il diritto di tutelare sé stessi, la propria famiglia, la propria comunità, il diritto ad una vita dignitosa. Diritti universali ribaditi nei ‘Millennium Goals’. Un terreno in cui la legalità si perde nella carenza di informazioni attualmente disponibili in campo genetico. Malgrado i progressi della scienza, infatti, non conosciamo la mappatura genica di tutte le specie viventi esistenti, non conosciamo il ruolo di tutti i geni già mappati, non conosciamo l’interazione tra geni della stessa specie e tra specie diverse. La funzione del Dna è ancora sconosciuta. In particolare è sconosciuto il rapporto fra i geni e anche il rapporto di ogni parte con l’intera molecola. Pertanto è molto rischioso modificare il Dna introducendo un gene, perché non si ha cognizione di cosa questo possa provocare. E’ possibile che provochi l’attivazione di un altro gene con produzione di sostanze indesiderate (fenomeni allergici sull’uomo) o la produzione di segmenti imprevisti sconosciuti in natura [20]. Motivo per cui si contesta il principio di ‘soglia minima di tolleranza’ affermando che si tratta, di fatto, di un raggiro per i consumatori. Un raggiro di cui siamo già vittime in quanto, senza saperlo, già consumiamo prodotti Ogm da decenni in ogni luogo del mondo. In tale contesto, il principio di precauzione dovrebbe guidare l’agenda politica e legislativa degli Stati la quale è, al contrario, indotta a scalare pareti sconosciute le cui crepe vengono nascoste proprio da alcuni settori della scienza i quali elaborano affermazioni definite senza mezzi termini, fraudolente, da prestigiosi esponenti del panorama scientifico mondiale[21]. “Quello che mi hanno insegnato i filosofi, dice in proposito il genetista Rubens Onofre Nodari, è che lo scienziato non ha il diritto di disconoscere ciò che è sconosciuto. Occorre una ricerca capace di contestualizzare e che tenga conto della società, il contrario della visione riduzionista che, oggi, predomina”.
Infatti la disinvoltura dimostrata dall’ingegneria genetica in questi decenni sta inoltrandosi, sventatamente, in nuovi campi e sperimentando le varie specie viventi passando dal regno dei vegetali a quello animale grazie a politiche complici. Ne è tragico esempio il caso della Aedes Aegypty, o zanzara tigre, l’insetto vettore della Dengue e di altre malattie infettive mortali che stanno devastando le aree rurali del Brasile. Un problema talmente serio da richiedere un robusto coinvolgimento della spesa pubblica brasiliana attraverso l’intervento dell’esercito coinvolto in un programma di lotta alla Aedes. E proprio il contrasto alla malattia è sospettato di essere causa delle numerose malformazioni neonatali che affiggono le stesse aree del Brasile da alcuni anni.  Ma le responsabilità non risiedono negli insetti, non solo. Il Dr. Luke Alphey, allevato ad Oxford e fondatore di Oxitec[22], agenzia britannica specializzata in biotecnologia, è autore di un programma di lotta alle malattie infettive che già da alcuni anni stanno mietendo vittime nelle aree rurali del Brasile e di cui la Aedes è insetto vettore. L'idea consiste nell'allevare e modificare geneticamente i maschi delle zanzare in modo che, al momento dell'accoppiamento, le femmine producano uova sterili o incapaci di vivere tanto a lungo da potersi a loro volta riprodurre, causando l'estinzione della specie. Queste zanzare di nuova generazione sono state chiamate con il nome di OX513A. Il progetto prevedeva anche un sistema di controllo in modo che gli insetti, una volta terminato l'effetto 'Dengue', potessero tornare a riprodursi normalmente. Come? Rendendo questi insetti resistenti ad una molecola, la tetraciclina, vero e proprio antidoto. Ma uno studio[23] evidenziò  già nel 2013, dunque prima che le malformazioni fossero messe in relazione con la puntura di Aedes, che la tetraciclina è un antibiotico estremamente diffuso nelle aree rurali perchè utilizzato in agricoltura.
 E', per questo, certo che in alcuni luoghi, ogni ambiente, compreso il grembo materno, sia contaminato in una certa misura da questa molecola. Numerosi studi provano, inoltre, che l'interazione delle tetracicline con il rame, altro elemento chimico utilizzato in agricoltura, generi significativi danni al DNA.
Dunque, cosa è accaduto? Contrariamente a quanto dichiarato, la maggior parte di queste zanzare sopravvive ed è in grado di riprodursi svariate volte nell'arco della propria vita. Non è chiaro ciò che la puntura dell'insetto, così modificato, possa provocare. Secondo questo studio, la Oxitec ha liberato svariate migliaia di insetti modificati geneticamente e non esiste un monitoraggio riguardo agli effetti sulla salute. Una questione fondamentale risiede proprio nella tetraciclina, descritto come 'interruttore' in presenza del quale gli insetti tornano a riprodursi regolarmente. Nel caso di ambienti contaminati da tetraciclina, come quelli rurali, le zanzare sviluppano una resistenza maggiore a quella prevista. Uno studio confidenziale di Oxitec[24], divulgato attraverso alcune ONG, rivela che le larve di insetti geneticamente modificati alimentate con escrementi di gatto contaminati da tetraciclina, sviluppano una resistenza del 15%. Queste informazioni sono state occultate da Oxytec con il pretesto che si trattava di informazioni commerciali riservate.
La resistenza di queste zanzare e la loro capacità di riprodursi, inoltre, fa si che si creino in forma naturale nuove generazioni di insetti femmina (che pungono per potersi riprodurre) geneticamente modificati. La giustificazione di Oxitec secondo cui questi esperimenti non sono dannosi per gli esseri umani in quanto gli insetti liberati sono maschi e non pungono è, dunque, estremamente lacunosa e priva di quella necessaria capacità, caratteristica della scienza, di prevedere possibili scenari e trovare un valido antidoto prima di avviare un esperimento di tali proporzioni. Secondo il già citato studio, poi, la proteina sintetica tTA si trova in ogni cellula degli insetti geneticamente modificati e può essere presente nella saliva delle femmine. La tTA serve a fare in modo che il sistema responsabile dello sviluppo cellulare dell'insetto entri in collasso impedendogli di entrare nella fase adulta.  Oxitec afferma che la tTA non si trova nella saliva degli insetti che sopravvivono ma non ha pubblicato alcuna prova o dato che comprovi tale affermazione. Potrebbe essere questa la causa delle malformazioni dei feti umani? Di fatto una malformazione è generata, appunto, da un sistema che entra in collasso e non produce affatto o produce in eccesso cellule.
Un ulteriore fattore di rischio e preoccupazione risiede anche nel fatto che, oltre agli esseri umani, le zanzare tigre possono colpire anche gli animali o essere consumati da altre specie come pesci e insetti acquatici, provocando un effetto domino incontrollabile rispetto al tema della mutazione genetica.
In questa vicenda sono stati violati tutti i principi espressi nel Protocollo di Cartagena sulla Biosicurezza e nella Convenzione sulla Diversità Biologica. Prima di essere avviata in Brasile, la mutazione genetica della Aedes aveva avuto una prima fase sperimentale alle Cayman che, oltre ad essere un paradiso fiscale, non prevedono alcun controllo e non hanno una legge sulla biosicurezza.
Un caso emblematico nel panorama dell'alterazione del sistema genetico delle specie viventi (animali e vegetali) che, ancora una volta, vede protagonista l’incapacità della Giurisprudenza e degli Stati di proteggere il popolo dagli interessi privati delle corporazioni transnazionali. Esperimenti che Oxitec ha inteso reiterare anche in Spagna, nella regione della Catalogna, con la liberazione in ambiente di 5mila mosche olearie geneticamente modificate alla settimana. Una proposta, al momento, in stand-by in seguito alle proteste sollevate dalla società civile.
Questioni che assumono proporzioni sempre più preoccupanti. In agricoltura i terreni destinati alla coltivazione Ogm si moltiplicano in maniera esponenziale cedendo il passo ad una ‘visione atomizzatrice’ della natura, della biosfera e dei sistemi agricoli[25] e delle necessarie implicazioni con la salute umana. Mentre nel campo delle specie animali geneticamente modificate, si è avviata una partita pericolosa. Un errore, secondo il genetista Rubens Onofre Nodari[26], perchè ciò che è grande e delimitato è facile da controllare ma non ciò che è piccolo e dinamico, ed esistono circa 500 tipi di insetto resistenti ai pesticidi. Le mutazioni genetiche che alcuni scienziati stanno imponendo alle specie vegetali e animali e l’utilizzo di pesticidi ha aperto la strada ad effetti a breve e lungo termine del tutto sconosciuti, anche perché i dati disponibili non sono condivisi con i ricercatori indipendenti e vengono pubblicati solo da imprese private che operano nel settore: dunque, potrebbero essere superati dalla realtà. Solo in Brasile si parla di 37 milioni di ettari destinati alle piantagioni di soia, mais e cotone, circa la metà delle estensioni agricole destinate annualmente alla coltivazione nel Paese.
Il Relatório Final della Mesa de Controvérsias sobre Transgênicos realizzato da Consea, Consiglio Nazionale sulla Sicurezza Alimentare e Nutrizionale (2014)[27], afferma che la crescente presenza di queste sementi nelle piantagioni brasiliane, è stata allo stesso tempo causa e conseguenza di un mercato sempre più controllato da poche imprese multinazionali e in espansione senza limiti.  L’industria del settore dà priorità senza riserve al settore transgenico. Oltre alla vendita di semi, le imprese guadagnano anche dalle royalty. Secondo Consea, dopo 10 anni dall’inizio dell’uso dell’ingegneria genetica in agricoltura, diventa necessario fare un bilancio riguardo a questo processo e chiedersi se le promesse che hanno liberato queste metodologie siano state mantenute o meno, se si sia verificata una riduzione nell’uso di agro tossici e se le sementi siano più sicure e produttive.
Ci si chiede anche se i cambiamenti maturati con l’uso di queste nuove tecniche, e i relativi impatti su uomo e ambiente abbiano ricevuto i necessari controlli da parte dello Stato, se sia stata garantita la sicurezza di queste nuove piantagioni e se esista la capacità di adottare misure preventive o mitigatrici di tali impatti, se siano stati rispettati i più fondamentali diritti all’alimentazione e, infine, se siano state oltrepassate questioni riguardanti la sovranità nazionale. Consea riflette, infatti, sulla realtà per cui l’adozione in scala di una potente tecnologia la cui spinta propellente è attribuita da forti interessi economici non dovrebbe prescindere, così come di fatto è stato, dal ruolo regolatore dello Stato. Anche Vandana Shiva dichiara a tal proposito che lo Stato, anziché garantire i cittadini ed avviare protocolli di controllo nei confronti delle grandi imprese, “le lascia libere di agire e impone restrizioni ai piccoli produttori e alle culture locali fino a sancirne l’illegalità”[28]. Denunce reiterate anche dalla Comissão Internacional de Juristas (Cij), la quale, riferendosi all’esperienza brasiliana, denuncia l’impossibilità di accesso diretto alla giustizia attraverso udienze pubbliche, da parte della società civile e individua due ostacoli principali al raggiungimento di questo diritto: il potere economico delle imprese da un lato e le affinità di queste ultime con il Governo dall’altro. Un potere che si sostanzia – continua Cij – con la capacità di tali imprese di pubblicizzare e comprovare i vantaggi della propria ‘offerta’ rendendo arduo il riconoscimento dei danni causati dagli alimenti transgenici e, quindi, delle responsabilità delle imprese stesse rispetto a questi danni. Un quadro aggravato da un “allineamento tra governo e imprese”, quella che informalmente viene chiamata “privatizzazione della difesa del governo”, realtà giudiziaria che si configura quando nel corso di una causa giudiziaria le imprese si candidano a prendere parte nella disputa in qualità di assistenti tecnici dell’Unione Federale brasiliana, mentre la Comissão Técnica Nacional de Biossegurança – CTNBio, non godendo della condizione di persona giuridica, non può intervenire.[29]
Un sistema di ‘globalizzazione dell’irregolarità regolatoria’[30] che, malgrado le speranze degli osservatori e dei critici dell’ingegneria genetica, ha trovato terreno fertile anche in Europa, appunto, non esente rispetto al tema della corruzione di alcuni segmenti di scienza e politica da parte delle pressioni esercitate dalle lobby.
Questi elementi indicano l’urgenza di un intervento deciso degli organi dello Stato in modo da isolare gli interessi privati mantenendo distanti le varie dinamiche e decisioni fin qui prese in merito all’uso delle bio tecnologie. Tecnologie che, pur non avendo mantenuto le promesse assicurate neanche in campo economico, continuano ad investire in campagne di disinformazione ottenendo i necessari appoggi politici.
Inoltre, secondo il già citato studio di Consea la soia convenzionale ha fornito una rendita maggiore rispetto a quella transgenica nelle regioni produttrici del Mato Grosso e il mais transgenico ‘Herculex’, viene attaccato da bruchi per cui doveva dimostrare resistenza. Per non parlare delle specie di erbe che dal ‘96 al 2005 hanno sviluppato tolleranza nei confronti del glifosato. Questi fattori, tutti prevedibili, hanno provocato perdite economiche sempre maggiori per il produttore. Nel 2001 il Forum Mondiale sulla Sovranità Alimentare[31] ha affermato il principio per cui la sovranità alimentare favorisce la sovranità economica, politica e culturale dei popoli.  Una visione sostenuta  nel giugno 2014 nella ‘Carta abierta de científicos de todo el mundo a todos los gobiernos en relación con los organismos genéticamente modificados (OGM)’, firmata da 815 scienziati appartenenti a 82 Paesi e contenente una ferma istanza indirizzata alla fine – non alla riduzione - dell’uso degli agro tossici e ad un serio sostegno alla ricerca scientifica, capace di svelare e quantificare i danni fin qui realizzati da cieche logiche di mercato e loro conseguenze sanitarie, sociali, ambientali ed economiche per un prossimo futuro.
Inoltre la letteratura scientifica dimostra un interesse sempre crescente nei confronti delle conseguenze sulla salute umana provocata dalle piantagioni e dall’uso di transgenici. Il problema è stato per anni sottostimato e i protocolli utilizzati per individuare i rischi si sono dimostrati del tutto insufficienti: in concentrazioni basse, di molto inferiori a quelle già liberalizzate, queste sostanze inducono gravi conseguenze[32]. Conseguenze che hanno evidenti ricadute in campo sanitario, di proporzioni tali da generare costi insostenibili per lo Stato e per le famiglie. Un recente studio europeo dimostra come, nella sola Unione, sia possibile risparmiare 31 miliardi di euro all’anno semplicemente riducendo l’esposizione ai Distruttori Endocrini[33], quelle sostanze derivate da attività produttive umane (ftalati, parabeni, pesticidi, BPA,….), che sono responsabili della dilagante diffusione di malattie provenienti dall’alterazione del corretto funzionamento del sistema endocrino: malformazioni congenite, diabete, autismo, ADHD (deficit dell’attenzione e iperattività), cancro, infertilità, ecc…[34] La discrepanza tra teoria e pratica evidenzia le grosse falle tecnologiche esistenti ma anche la voragine che si è creata negli ultimi decenni nel campo della giurisprudenza.
Come già affermato in precedenza, l’esperienza ultraventennale del Brasile, offre un interessante e prezioso quadro rispetto ad ogni campo intersecante il tema in oggetto e mostra le vie di fuga percorribili da parte delle società moderne: i principi della giovane e lungimirante Carta dell’88 sono stati violati del tutto in questa avventura biochimica in cui poche imprese transnazionali che stanno dettando legge in questo settore in barba all’Art.173 §4 della Costituzione brasiliana sull’abuso del potere economico mirante a dominare il mercato mentre si valuta il già citato Roundup come ‘relativamente poco tossico e privo di effetti carcinogenici o teratogenici’.  Anche negli Stati Uniti il Governo si basa notoriamente sui dati forniti dai test dell’industria dell’agribusiness per realizzare regole sulla sicurezza, in base alla dottrina della ‘Sostanziale Equivalenza’  la quale asserisce che i semi OGM sono ‘sostanzialmente equivalenti’ ai normali semi e con ciò non sono necessari test sulla salute o sulla sicurezza. Il fatto che l’industria agro-alimentare influenzi gran parte delle politiche governative, ha assicurato, ad oggi, un trattamento maggiormente benevolo nei confronti del Roundup e non solo.  
Si configura l’illegittimità dell’ingegneria genetica anche rispetto ad un tema molto dibattuto in contesti internazionali legati alla Eco ’92 e al Protocollo di Kyoto: il bene immateriale, l’immenso patrimonio culturale brasiliano delle sementi, un patrimonio sul quale ricade il legittimo interesse pubblico e, per questo, tutelato dalla Costituzione dell’88 come bene giuridico oggetto di preservazione[35] (Art.216 della Costituzione brasiliana), capace di preservare la sopravvivenza storica e culturale di un popolo attraverso tecniche di conservazione e adattamento al clima.
In linea con i dettami costituzionali, lo Stato del Rio Grande do Sul, una delle regioni brasiliane più sviluppate e che ha conosciuto per prima l’uso e l’abuso della tecnologia OGM già nel 1982 (prima della Carta dell’88[36]) aveva pubblicato la Legge n°7.747 del 22 dicembre 1982 o ‘Lei Gaùcha’ che emette disposizioni in merito al controllo di agro tossici e altri biocidi. Ma è stata annullata dalla Legge federale n°7.082 dell’11 luglio 1989, la quale fornisce indicazioni molto più blande, negligenti[37]  rispetto alla complessità insita nell’uso di sostanze tossiche lasciando il campo libero in tutto il Paese rispetto alla diffusione della bioingegneria e al mercato degli agro tossici. Eppure la compatibilità di una norma con la Costituzione può essere posta all’attenzione della Suprema Corte Federale attraverso l’Azione Diretta di Incostituzionalità (ADI), uno strumento che consente il controllo diretto della costituzionalità di norme e leggi in seno al Supremo Tribunale Federale brasiliano[38]. Cionostante, solo il 5% dei ricorsi arrivano sui tavoli ADI mentre 64 ADI versano sull’Art.225 della Costituzione brasiliana il quale decreta il bene ambientale come bene comune[39].
Abbiamo intrapreso una strada senza vie d’uscita? O è ancora possibile rideterminare i nostri diritti in senso giusnaturalista? L’esperienza di trans genia e agro tossici, dà, sostanzialmente, ragione alle teorie che nel XVII secolo, Hobbes sviluppa nel ‘Leviatano’ allo scopo di realizzare una società pacifica e ordinata suggerendo la necessità di una maggiore presenza dello Stato e introducendo una distinzione tra il diritto di natura e la natura del diritto ovvero tra la mancanza di impedimenti che di fatto intercorre tra l’uomo e la conservazione della propria natura e sicurezza, in sostanza il buon senso, orientato dalla ragione, in base al quale non sia possibile ragionevolmente operare in modo da insidiare la propria sicurezza, appunto. Sono i principi cui si aggrappano le corporazioni transnazionali le quali godono dei diritti della personalità giuridica. Un problema diffuso su larga scala ovunque e da tempo. La garanzia dello status di ‘persona giuridica’ attribuito alle corporazioni transnazionali è nato in età moderna e lascia  ad esse la libertà di muoversi indisturbate attraverso le giurisdizioni allo scopo di fare affari ovunque esse trovino le migliori opportunità di massimizzare il proprio valore. Di fatto queste imprese private godono di vantaggi legali[40] che consentono loro di evitare legittimamente conseguenze a lungo termine, evadendo facilmente le proprie responsabilità civili, vanificando i più imponenti sforzi indirizzati a mutare una realtà che vede attori economici privati agire rispondendo ad un diritto ‘naturale’ al fine di espandere i propri affari[41] ma a scapito del bene comune e, infine, del diritto naturale di molti. Un’utopia, al momento, anche a causa dell’assenza di strumenti normativi e penali internazionali in materia ambientale, almeno fino al settembre del 2016[42], data in cui il Tribunale Penale Internazionale ha annunciato di voler attribuire diritto di priorità ai reati ambientali come lo sfruttamento illegale di risorse naturali estendendone le connessioni ai crimini contro l’umanità e di genocidio. In tale ottica, il Procuratore annuncia di prendere in considerazione ogni denuncia che arriverà sul suo tavolo sia su istanza di associazioni che di individui[43]. Un grande passo avanti che attribuisce alle società il ruolo di organo di controllo degli Stati ma che necessita di una spinta consapevole e informata dal basso. Le nostre società sono pervase da visioni meccanicistiche in tema scientifico e giurisprudenziale e questo ha significativamente determinato alcune convinzioni rispetto alle priorità della politica, favorendo quella mentalità estrattiva che sta conducendo il pianeta al collasso e proponendo il diritto dei beni comuni (la salute, ad esempio) come una concessione e non come un diritto naturale[44]. Una crisi sistemica, dunque, cui è necessario rispondere in maniera sistemica.






[1] Vandana Shiva, ‘Il bene comune della terra’, 2005, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano
[2] Diabete, malattie neurodegenerative, linfomi, sono malattie in rapida crescita che caratterizzano i paesi maggiormente sviluppati. La quantità di ammalati è tale che il WHO parla di epidemia in relazione a queste patologie. Per maggiori informazioni:  www.who.int
[3] Le varietà transgeniche sono progettate per resistere agli erbicidi e fungicidi. Tuttavia le specie infestanti sviluppano nel tempo resistenza a questi veleni per cui se ne devono utilizzare quantità sempre superiori.
[4] Il Brasile è secondo solo agli Stati Uniti nel consumo di agro tossici, abitudine che ha iniziato a portare alla luce molti guasti in un paese che basa la propria economia sulla produzione agricola in mancanza di norme precise e di una Riforma Agraria. Attualmente si fa riferimento alla Riforma Agraria nel Capitolo III della Costituzione brasiliana dove si riconosce alla terra una funzione sociale.
[5] In Argentina il Dott. Damiàn Verzeñassi sta conducendo insieme ad un team medico-scientifico uno studio epidemiologico presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Rosario, Buenos Aires. Lo studio ha seguito la salute di più di 80.000 persone e di 25 comunità della Pampa argentina dal 2010. Il 40% delle persone studiate soffre di problemi respiratori, un’incidenza largamente superiore rispetto alle aree maggiormente urbanizzate delle vicine megalopoli. Lo studio ha, inoltre, evidenziato un aumento delle patologie cancerose, ipotiroidismo e malformazioni che va dal 4.5 al 7% in più rispetto al primo quinquennio del periodo studiato di uso di agrotossici. Nell’ottobre del 2016, il Dott. Verzeñassi ha deposto come testimone presso il Tribunale Internazionale Monsanto, iniziativa avviata dalla società civile internazionale allo scopo di esaminare le responsabilità per violazione dei diritti umani, crimini contro l’umanità ed ecocidio di cui la multinazionale è accusata.
[6] Il sistema della ‘minoranza di blocco’ implica che l’adozione di un atto venga bloccata in fase di voto se un gruppo di minoranza esprime contrarietà. Uno modo per superare l’ostacolo risiede nei diversi pesi politici e decisionali attribuiti agli Stati europei che fanno parte dell’Unione: se si creano le condizioni per la formazione di una ‘maggioranza qualificata’ (55% degli stati membri EU corrispondenti almeno al 65% dei cittadini EU), salta il veto della ‘minoranza di blocco’. Ma nel 2010 l’astensione della Germania rispetto al tema Ogm, non ha permesso l’attivazione della maggioranza qualificata. Attualmente non è, praticamente, possibile impedire la libera circolazione di prodotti Ogm considerati innocui da EFSA, Autorità Europea per la sicurezza alimentare. La posizione della Germania è, oggi, controversa: la grande maggioranza dei tedeschi si oppone all’uso di chimica e Ogm in agricoltura, tuttavia sono tedesche due delle maggiori multinazionali che muovono ingentissimi capitali a livello mondiale nei campi finanziariamente strategici di farmaceutica e chimica (Basf e Bayer). Per ulteriori approfondimenti:
[7] Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare. Ha sede a Parma, in Italia.
[8] Ad Aprile 2015, Bruxelles approva la commercializzazione di 17 prodotti ogm per il consumo umano e 2 garofani.
[9] http://ec.europa.eu/food/plant/gmo/index_en.htm
[11] Marcello Buiatti è Ordinario di Genetica presso l’Università di Firenze.
[12]Il progresso agronomico sono davvero gli OGM?”, Prof. Marcello Buiatti, Pubblicato il 24 nov 2013, incontro con Marcello Buiatti, Prof. di Genetica (Univ. di Firenze) organizzato all'interno del ciclo: "Perchè no agli OGM" da ISDE FVG, AIAB; Legambiente, Aprobio, WWF,con il supporto di Annadana e CommuNetAction, e con il patrocinio e contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.  Su:  https://www.youtube.com/watch?v=vgFr9VqaJoE
[13] Il cosiddetto ‘sistema delle porte girevoli’ esistente tra Efsa e le maggiori multinazionali nel campo dell’agribusiness è noto. Hanno fatto parlare i casi di Suzy Renckens (Efsa - Syngenta), Laura Mille (CocaCola, Kraft/Unilever/Danone/McDonald – Efsa), Mella Frewen (Monsanto – Efsa) i quali hanno messo in luce un problema di conflitto di interessi esistente nell’osservatorio europeo per la sicurezza alimentare tale da generare un pericolo per la salute pubblica dei cittadini europei e per le economie degli Stati. Questi casi sono stati oggetto di valutazione da parte del Difensore civico europeo già nel 2003 (https://www.ombudsman.europa.eu/en/cases/summary.faces/en/50377/html.bookmark). https://corporateeurope.org/revolvingdoorwatch/cases
[14] Theo Colborn, Dianne Dumanoski, John Peterson Myers, “Our Stolen Future”, Ed. Plume, Penguin, Harmondsworth, New England, 1997.
[15] F. Capra, U. Mattei, “The Ecology of Law. Toard a Legale System in Tune with Nature and Community”, Berrett-Koehler Publishers, Oakland, 2015
[16] G. Ferment, L. Melgarejo, G. Bianconi Fernandes, J.M. Ferraz, “Lavouras Transgênicas, Riscos e incertezas – Mais de 750 estudos desprezados pelos órgãos reguladores de OGMs”, Ministério do Desenvolvimento Agrário, Brasilia, 2015
[17] CONSEA, Conselho Nacional de Segurança Alimentar e Nutricional, “Relatório Final. Mesa de Controvérsias sobre Transgênicos”, Brasília, Presidência da República, 2014.
[18] Marie-Monique Robin, “Il veleno nel piatto”, 2012, Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano
[19] Vandana Shiva, “Il bene comune della terra”, p.169, 2005, Giangiacomo Feltrinelli editore, Milano
[20] Istituto Biologico Italiano, “Alimenti geneticamente modificati”, 2000
[21]  Richard Horton, “ Offl ine: What is medicine’s 5 sigma?” , www.thelancet.com,  Vol 385,  April 11, 2015 ; su: http://thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736%2815%2960696-1.pdf
[22] Non è di secondaria importanza rammentare che per la Oxitec lavorano esperti che vantano una lunga esperienza in Syngenta e Bayer, colossi tedeschi che lavorano contemporaneamente, appunto, nel campo dei pesticidi e dell’ingegneria genetica.
[23] Helen Wallace, “Mosquitos Geneticamente Modificados: Preocupações Atuais”, TWN, Third World Network, Penang, Malásia; Heinrich Böll Stiftung, Brasil, 2013.
[24]idem
[25] José Renato De Oliveira Barcelos, “A tutela jurídica da sementes. A proteção da diversidade e da integridade do patrimônio genético e cultural brasileiro à luz do principio da proibição de retrocesso ambiental”, Ed. Verbo Jurídico, Porto Alegre 2011.
[26]  “Intervista a Rubens Onofre Nodari - il futuro è nell'agro-ecologia”, di Chiara Madaro, su http://amandaje.blogspot.it/. Il Prof. Nodari è titolare del Programma di Dottorato in Risorse Genetiche Vegetali dell’Università di Santa Catarina, UFSC, Florianopoli, Brasile.
[27] CONSEA, Conselho Nacional de Segurança Alimentar e Nutricional, “Mesa de Controvérsias. Impactos dos Agrotòxicos na Soberania e Segurança Alimentar e Nutricional e no Direito Humano à Alimentação Adequada – Relatório Final.”, Brasília, Presidença da República 2014.
[28] Vandana Shiva, ‘Il bene comune della terra’, 2005, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano
[29]  Comissão Internacional de Juristas, “Acesso à Justiça: Violações de Direitos Humanos por Empresas”, Genebra, Suíça, 2011
[30] Steven M. Druker, “Altered genes, twisted truth. How the venture to genetically engineer our food has subverted science, corrupted government, and sistematically declive the public”, Clear River Press, Salt Lake City, 2015
[31]  Forum Mondiale sulla Sovranità Alimentare, Villaggio di Nyéléni, Mali, 23-27 Febbraio 2007. Il tema della Sovranità alimentare è stato posto nel 1996 a Roma dalla Via Campesina, organizzazione rurale molto attiva in Brasile. http://www.nyeleni.org/
[32] L.Paganelli, A.,Gnazzo, V.,Acosta, H., López, S.L.,Carrasco, A:E:, 2010. Glyphosate-based herbicides produce terato-genic effects on vertebrates by impairing retinoico acid signaling. Chem.Res.Toxicol., August9. http://doi/abs/10.1021/tx1001749
[33] La Dott.ssa Theo Colborn, recentemente scomparsa, presidente di TEDX, The Endo Disruption Exchange, Prof. Emerito di Zoologia presso l’Università della Florida, ha dedicato la propria vita allo studio e alla divulgazione scientifica rispetto alle malattie Neurodegenerative provocate dall’esposizione agli interferenti endocrini e afferma: “(…)sono state accumulate prove schiaccianti indicanti che la presenza di quantità infinitesimali di alcune sostanze chimiche che si accumulano nell’organismo nel corso delle continue fasi di sviluppo che si alternano prima della nascita, possono alterare il fenotipo ereditato come, ad esempio, la capacità di apprendere, amare, di elaborare informazioni, riprodursi e anche mantenere un peso corporeo normale. Poiché queste sostanze chimiche interferiscono con lo sviluppo attraverso un’azione di disturbo del sistema endocrino, sono chiamati distruttori endocrini. L’equilibrio del sistema endocrino è così finemente bilanciato che l’ambiente del grembo materno dipende da cambiamenti delle concentrazioni di ormoni equivalenti ad un trilione di grammo. In termini temporali, questa quantità equivale ad un secondo in 3.169 secoli”.  http://www.endocrinedisruption.com
[34] HEAL, Health and Environment Alliance: “Health costs in the European Union. How much is related to EDCS?  June 2014, su www.env-health.org

[35] José Renato De Oliveira Barcelos, “A tutela jurídica da sementes. A proteção da diversidade e da integridade do patrimônio genético e cultural brasileiro à luz do principio da proibição de retrocesso ambiental”, Ed. Verbo Jurídico, Porto Alegre 2011.
[36] Art. 225. Tutti hanno diritto a un ambiente ecologicamente equilibrato, e in quanto bene di uso comune del popolo, indispensabile per una sana qualità di vita; si impone all’autorità pubblica e alla collettività il dovere di difenderlo e preservarlo per le generazioni presenti e future. § 1º Per garantire l’effettività di questo diritto, è compito del Governo: I. preservare e restaurare i processi ecologici essenziali e provvedere alla gestione ecologica delle specie e ecosistemi; II. preservare la diversità e l’integrazione del patrimonio genetico del Paese e controllare gli enti dedicati alla ricerca e manipolazione di materiale genetico; (…)IV. esigere, secondo quanto previsto dalla legge, per l’installazione di opere o attività potenzialmente portatrici di significativo degrado ambientale, uno studio preventivo di impatto ambientale, a cui verrà dato ampio risalto; V. controllare la produzione, la commercializzazione e l’impiego di tecniche, metodi e sostanze che comportano rischi per la vita, la qualità di vita e l’ambiente; (…)VII. proteggere la fauna e la flora, con il divieto, nella forma di legge, di compiere azioni che mettano in pericolo la loro funzione ecologica, provochino l’estinzione di specie o sottopongano gli animali a crudeltà.
[37] Art. 24. “Compete all’Unione, agli Stati e al Distretto Federale il legiferare in concorso su: (…)VIII. responsabilità per danni all’ambiente, al consumatore, a beni e diritti di valore artistico, estetico, storico, turistico e paesaggistico; § 3° In caso di mancanza di legge federale sulle norme generali, gli Stati eserciteranno la piena competenza legislativa, per soddisfare le loro esigenze peculiari. § 4° La sopravvenienza di legge federale sulle norme generali sospende l’efficacia della legge statale, su quanto espresso in contrario”.
[38]  La Costituzione Federale stabilisce all’Art 103 i proponenti ‘legittimi’ dell’Azione Diretta di Incostituzionalità: il Presidente della Repubblica, il Senato Federale, la Camera dei Deputati, l’Assemblea Legislativa o la Camera Legislativa del Distretto Federale, il Governatore dello Stato o del Distretto Federale (contro la legge federale o statale di altro Stato laddove si comprovi l’interesse del proprio Stato), il Procuratore della Repubblica, il Consiglio Federale dell’Ordine degli Avvocati del Brasile, partiti politici con rappresentazione presso il Congresso Nazionale, confederazioni sindacali o entità di classe di livello nazionale che abbiano associati in almeno 9 Stati della Confederazione.
[39] Ilton Norberto Robl Filho, “Dialoghi di Diritto Costituzionale Comparato. Alla Ricerca dei Beni Comuni, il Ruolo delle Costituzioni”, Università del Salento/Università Regionale di Blumenau - FURB, Summer School 6-10 Luglio 2015
[40] Fritjof Capra, Ugo Mattei, “The ecology of law. Toward a legal system in tune with nature and community”,pg. 82-83, 2015,  Berrett-Koehler Publishers, Inc., Oakland
Nel testo gli autori raccontano in che modo si sia arrivati a questa realtà ripercorrendo la vicenda occorsa nell’Italia Rinascimentale e riguardante la Dutch East India Company e il suo avvocato Grozio il quale, con il suo genio, ha consentito alla compagnia di ottenere un vantaggio senza precedenti sugli Stati. Secondo la visione di Grozio, il mare è un bene comune e per questo non può essere soggetto a proprietà privata. Per questo rimane aperto a tutti. Grozio ricorre, dunque, al principio secondo il quale la legge naturale ha valore sopra ogni altro diritto e che per una ‘persona legale’, l’accesso a questo bene a fini di lucro, è di vitale importanza per la propria sopravvivenza. Nel suo ragionamento, poi, una ‘persona legale’ può resistere con ogni mezzo, anche ricorrendo alla violenza, per difendere questo principio, nel caso in cui la propria sicurezza e sopravvivenza fossero messe a repentaglio. Con ciò dimostrò il proprio diritto ad agire senza ostacolo alcuno. Successivamente avanzò il pretesto della legge naturale in merito al diritto della Compagnia di acquisire una proprietà privata se res nullius, ossia non utilizzata da alcuno, anche se trovata in una giurisdizione straniera. Gli autori notano, quindi, che oggi la World Trade Organization avanza le stesse pretese proponendo le medesime argomentazioni.
[41] Fritjof Capra, Ugo Mattei, “The ecology of law. Toward a legal system in tune with nature and community”,pg. 9, 2015,  Berrett-Koehler Publishers, Inc., Oakland

[42]   Alessandra Lehmenn, “Julgamento de crimes ambientais pelo TPI é marco histórico no Direito Ambiental”, Ott 2016, su: http://www.conjur.com.br/2016-out-16/julgamento-crimes-ambientais-tpi-marco-historico

[43] International Criminal Court, Office of The Prosecutor, “Policy Paper on Case Selection and Priorization”, 15 september 2016
[44]Fritjof Capra, Ugo Mattei, “The ecology of law. Toward a legal system in tune with nature and community”,pg. 3, 2015,  Berrett-Koehler Publishers, Inc., Oakland

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